Cinema Illustrazione (Jul 1939)

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RIASSUNTO DELLA PRIMA puntata la uno sera nebiosa, Fiora torna a casa. Ed ceco sorgere improvvisa mente dell'ombra davanti a lei, Leonardo. Un tuffo al cuofe, un moto di sorpresa. «Hai ‘paura di me, ora? », le chiede l'uomo. Superato l'istante di sgomento Fiora osa' negare. No, non ha paura, Più che di li ha paura di se stessa. Ha sempre saputo che l'avrebbe rivisto, che avrebbe ritrovato tatto di lui, la suo figura alta, un po’ curva, la stu testa bionda senza cappello, il sto volto emaciato, sofferente. Egli la guarda con occhi alîncinati, quati imploranti, Sono passati sei mesi dall'ullima velta che si sono visti, loro due, Ed erano stati, per lei, un martirio eterno. Viuto il primo smarrimento, Fiora vorrebbe ribellarsi. Cominciava a essere tranquilla, a non soffrire più: perché è ritornato? «È dunque vero quello che mi hanno detto, che sei fidansata? » chiede Leonurdo, il volto ansioso proteso su di lei. E Fiora, alzando îl viso di scatto, lo guarda negli occhi quasi per sfidarlo, a Sì, è vero » dice. « E questa sera si celebrerà con una festa, Îl fidanzamento ufficiale », Leonardo non cnole, non può crederto, Fiora won puù essere cambiata. Solo gli altri possono essere riusciti a staccarla da lui, Gli altri, cioè è genitori, i parenti di Piora, che vedevano di malocchio questo amore di Fiora per Leonardo conside» rato un «buono a atdla n, us incapace, un ragazzo senza posizione e senza volontà, E la loro suversiorie. si è man Jestata in mille modi, è diventata una tortura, rin iormento, per Fiora, Così, dopo nn'amara discussione, Fiora e Leonar de si sonò sinecati, si sono lasciati. Sei lenzio. E Fiora, cedendo alle pressioni dei suoi genitori, si è fidanzata con Ottorino Respi, un giovane a modo, posato, serio, che può darle la tranquillità se. non proprio la fe licità, Fd ora, ecco, tra breve sand sancita questa promesta.. Ma Leonardo scuote il capo, incredulo. è possibile », ripete, ostinato, convalso. E liara, quasi per una sfida temeraria e disperata, lo invita u venire, la. soia, alla festa di fidunzamento. Cost la vedrà felice, al braccio di Ottorino. E fugge în casa prima di pentirsi del gesto av a mamma apparve ad un tratto, sagomenta, sulla soglia. Tremò: — È in concepibile, Ha osato venir. qui. Che cosa dol biamo fare? Giunse anche Giustina, affamata, colpevole di aver lasciato passare l'audaco: — Oh, signorina, che cosn dobbiamo fare? * Quello parole, ceco alla sua domanda, le suonarono assurde, E odiosi quei volti allucinati, come se in casa fosse entrato 1‘ assassino: ccome fossero entrate la sciagura © lo scandalo. Le guardò un monien to, attonita. È an pensiero fe illa minò improvvisamente tutta d'onima: « Voi non sapete: ma è entrato solfanto l'amore ». Lo scostò col gesto brusco, tornò nella sala, tra le coppie che danza. vano, 0 le risa, e le vesti lievi delle fanciulle senza pene d'amor Egli era ancora là, solo, su quella soglia. Ed ella non vide che lui, tra, tutti: perché tutti gli altri erano di. venuti ombre, e soltanto gli occhi di Leonardo erano vivi, ed erano come una lue Quegli nechi senza minnecia alcu» na e senza collera nei quali era sol. tanto una supplice preghiera, una irepidi angoscia. Andò dritta verso di Jui, come “non tenesse nulli, la veste turchina ondeggianto intorno a lei, il volto calmo. —Leonardo... — Niora.., Qualcuno si «costò immedintamente da loro, con un gesto istintivo: ma gli sguardi curiosi formarono subito una rete maligna pronta a imprigionarli. Erano già soli. Gli occhi si perdettero negli oc chi: Fabbraccio più profondo «degli apiriti. « Perché questo tremito —alla pensò confusi e questo hit tito del mio sangue, e questa gioia selvaggia che riempie il mio cuoro? Leonardo, tu sei qui... Io devo sel fanto chiederti perdono, e dirti con dolcezza che non dovevi venire per soffrire inutilmente ». + Non volevo vettire — egli disse sottovoce, ansante, cono avesse lele to nel suo pensiero — ha lottato... da dato tempo sona nella « nostra pino Je cose possono muti» PA PUNTATA 2 ROMANZO DI LUCIANA PEVERELLI mo, Ottorino, che le porta il bellissimo anello di fidanza. mento, Quasi per un istante l'atmosfera di incubo sembra diradarsi, Ma nell'animo di Fiora ritorna il pensiero di Leonardo, orfano, solo, scacciato da tuttì, di Leonardo che è forse laggiù, nella nebbia, al freddo, intento a spiare le fi néstre illuminate della casa, È troppo doloroso per lei. E il pranzo è pronto, la famiglia siede attorno alla tavola. Pure, nel cuore di Piora, c'è una pena, un'apprensione segretu. Non riesce a sorridere a Ottorino così buono con lei, Poi gl'invitati cominciano ad arrivare: lu casu è in breve piena di voci, di canti, di suoni, E tutti complimentano Fiora, così bella pur nel suo pallore mortale.’ E Fiora sor ride, bacia, saluta, mentre Ottorino le tiene stretto i brace cio con tenerezza, con forza, come per sostenerla e per guidarlo, E. Fiora vorrebbe confidarsi în lui, chiedere aiuto. È quasi mezzanotte: forse Leonardo non verrà. Fiora © lunghi mesi dî de Ottorino ballano e, «Non è vero, not l'ha ancora veduta. re aspetto! La tua casa sembrava un'altra, Vedevo, le finestre illuminate, le ombre delle. coppie, sentivo il suono della musica.,, Avevo freddo, Avevo freido ». Queste: parole le trapassarono l'anima facendole ma le come se c''a stessa sentisse il freddo da lui patito, Povero amore, como un mendican= te, giù a spinre fuori delle finestro, nella nbtto triste; nella notte di neb» bia. L'anima si piegò su di lui, tenera 0 pietosa, Gli toccò fugacemente: una mano? In senti di gelo: allora la strinse, af. fannosa, come. per scallarla. — Leonardo... — mormorò. La musien era cessata: andavano o venivano ancora le coppie, risuonavano le parole, le risa: ma infor no a loro si era formato un breve alone; si era fatto un sospeso silenzio, Da un angolo della sala, come/im. pietrito dalla sorpresa, Ottorino li fissava; ancora iberedulo, — Non devi aver paura di me, Fiora — disso Leonardo, — Non devi proprio, + supplicò. — Non guardarmi con occhi così sgomenti. To non voglio farti male. Soltanto volevo essere certo, Adesso ho veduto: ora me ne asedrò,.. lla non sciolse la stretta della sua mano, anche se non osò dirgli: « Rimani ». Soltanto domandò, a bassa voce! — Sono davvero sgomenti i miei occhi? L'orchestra ricominciò a suonare: un valzer che una sera lontana, quasi un anno prima, avevano ballato in sieme in un piccolo locale di sludenti e sartine, di serve e soldati, della periferia, dove si erano rifugiati colti da un improvviso acquazzone. Tnebriati dall'atlegria di quella gioconda e sconosciuta giovinezza, di quella avventura, di quella loro prima soli tieline in un mondo quasi sconosciuto; ella un po' paurosa, egli fiero di cassero protettore. Un'ombra di sorriso fu sul volto di Fiora. — Ricordî? — domandò, Vuoi che balliamo? + egli Chisae. -. AI, no, Leonardo... questo no. Fit come un ultimo fugace lampo di coscienza: sì guardò attorno, intravvide il vollo appuntito, dialelicamente divertito delle “sorella u il volto pallido, duro, stranamente im ici disperati del suo cuore. ventato, In casa fervono i preparativi per lu festa: tutti sono occupati e lieti. Ma Fiora nom sa tacere: chiama la mamma e_de confida che Na incontrato Leonardo è che lo ha invitato alla festa. La notizia getta lo sgomento, la angoscia, nelle. casa. Unica speranza è quella che Leo nardo non venga. BE se davvero venisse, la mamma decide di non accoglierlo, di non lasciarlo entrare. Fiora ondeggia tra la speranza e il timore. È combat tuta dull'amore per Leonardo che sente risorgere prepotente nel suo crore, e dal sentimento di lealtà verso Ottorino che è stato verso di lei tenero, premuroso e devoto. Ed ceco giungere, per pri quasi subito, Fiora vnole arrestarsi, È stanca, ha la gola arsa, ha sete. E improvvisamente, ecco, Fiora si volta di scatto. « Sciisami, Ottorino... un momento. Vado in camera mia, » dice. E fugge, spaveitata, affranta, Si rifugia nella sua camera e chiude precipitosamente la porta, Perché egli è là, sulla posta che dà in anticamera; sta solo .sa quella soglia, i riccioli biondi spettinati, lé spalle un po' curve, Ha gli occhi allucinati; la cerca wa le coppie, non Fiora, in camera sua, comprime i batChe accadrà, ora? Che accadrà? passibile di Ottorino, e il gruppo dello amiche ‘intime, raccolte nell'angolo, sussurranti, * « IHTanno veduto tutti: tutto. Che debbo fare? ». — Non vuoi ballare con me, Tio. ra, l'ultima volta? « L'ultima volta. Ebbene, che mi importa del mondo se è 1° ultima volta? ». « Ecco le sue braccia intorno al mio corpo, come in quel giorno lontano che musica o pioggia cantavano insiomo la mia felicità: ed ecco, io sono ancora una volta contro il suo petto. ‘Bisogna che assapori questo istante, bisogna che non lo perda: è l'ultimo istante felice! », Felice? SL éhé si.ora sciolta alfine ed era scom» parsa tutta la pena che aveva sofferto durante quei mesi 6 perlino il ricordo del male. «Sono stati davvero sel mesi? Davvero ho sofferto? — si domandò. — Ma io ora ho tutto dimenticato... E tutto è stato un sogno, Chi ci ha voluto separare? Chi ci ha divisi tanto tempo? Ora non soffro più, linalment Così seppe di aver sofferto senza tregua, senza pace, fino a un attimo prima; fino a quando Leonardo l'aveva serrata nelle sue braccia, fino a quatucdo aveva sentito la sua voce, e veduto, i suoi occhi, anche quando credeva di essere tranquilla, La musica era dolce, e li cullava; e li portava lontani da tutto e da tutti, in un mondo irrvale o voluttuoso. « Siamo soli, amore mio, e tu sei mio, 0 io son tua... e niente ci divide, in questo bonedetlo istante ». Con quale ebbrezza la mano di Fiora si posa nella mano del giavane: è come se ritrovasse il suo nido e il suo riposo: come si conoscesse la forza e la dolcezza e il calore di quel palmo; come se ella fusse una parte di quella mano. — 0h, Fiora... « Anche lui dunque non sa più nulla di quanto accade? Anche lui umo? ora sanno mi ama como io lo « Che cosa importa, dunque, tutto il resto? Forse in ho vissuto la mia pena, ho sofferto la mia agonia, 501tanto per conoscere questi gioia divina. e Da aggi comincio a vivere: da oggi: splende ‘il zole, da oggi ‘esisto, dunque, Perché Leonatdo mi ama como jo lo amo. E io non avevo mai osato crederlo. È questo che mi rende forte, sicura, viva. Ora non m'inganno:; lo sento dal suo braccio che trema, dal suo labbro che sfiora i mici capelli ed è arso di febbre, dai suoi occhi che sono lucidi di pianto. — Fiora... — egli chiamò piano, Alzò gli occhi su di lui, vividi di una luce d'amore e di felicità. — Mi vuoi bene, Fiora? Ancora, dimmi, ancora? — Ancora, come sempre... « Oh, so almeno lo musica continuasse ancora: quando finirà dovro mo davvero ripiombaro nella realtà, ed essere separati? », Con l'occhio smarrito ella si guardò attorno: ogni cosa era come dietro un velo di nebbia, Ma si accorse che erano quasi soli nel salono, E che da ogni angolo, spiavano, gua: tavano cechi maligni, sorpresi, indiguati, pronti a distruggere l'incantesimo, Allora, con un gemito, abbat sò il capo sulla spalla di lui; per non vedere, per non sapere. Tanto, che importava più? Ormai nulla si poteva più salvare, nascanderel Non si poteva più mentire! Ottorino non era più nella sala. Forse aveva lasciato la casi, Ma i tre musicanti, innocenti © ignari, videro l'amore trasfigurare i loro volti, c nou cessurono la musica, credendo che loro due fossero i fidanzati c volendo prolungare la gioia di quella danza, Fiora lo comprese, E il cuore allora fu tutto un'onda di gioia, « SÌ, noi siamo fidanzati, To e Leonardo: è lui che amo, ed è lui l'uomo che mi ama », Ma egli, pauroso che la musica finisse, che lo dividessero da lel, le i in una febbre: non è vero? Dimmi che hai dimenticato il male che ti ho fatto... Rinnego tutte le parole pazze che ti ho dotto un giorno; parole forse suggerito dalla coscienza: della min miseria materiale o spirituale, Ma ora tu puoi essere mia davanti a tutti: io posso sposarti, Non ho rimocso di farti perdero nulla a cui tu abbia diritto... Non sono più il pazzo senpestrato di un tempo... Lavoro, guadagno. Aspettavo di potermi presentare degnimente a fo, Per questo lacevo. Ho un lavoro onesto; non saremo rie chi, ma non ti mancherà niente: k0prattutto non ti mancherà il mio amore. perché fo ti amo, come nos» suno potrà amarti al mondo, e tu devi perdonarmi... Ora lo died ni tuoi genitori, che io sono degno di te chie io sarò un altro uomo, che non debbono farti ostacolo: di' loro che sarò presto ‘tanto ricco, e che non ci possono più separare, non è vero? Cho tu non puol essere d'altri... — Si, sì, Leonardo, amore mio: sì, come vuoi, Non posso essero d'altri se tn mi ami: io to mevo che tu non mi amassi., La musica cessò: si spezzò l'incantesimo: si trovarono, le mani ardenti, strette, febbricitanti l'una nell'altra, quasi avvinghiate, gli occhi perduti negli occhi. Ella susurrò con voce ferma; — Hai la mia parola, hai ln min promessa, Leonardo, decidi lu, quando vuoi, come vuoi, Ora vati, ti supplico. Egli travorsò la sala un po come. pazzo, È capelli scomposti, senza guardar nessuno, Id ella rimaso immobile, blanca come una morta, improvvisamente svegliata. Si passò trasognata una mano sulla fronte, Subito le furono attorno tre, quat. tro fanciulle: smarrita, cercò sui loro visi, sulle loro espressioni concentrate 6 curiose, maligne 0 sconvolta, la realtà di quanto era accaduto, -Ma Fiora,., che cosa ti ha det Qeorgas Flamant è atato Horitturato con sua moglie, Vivinza Romance, dalla fHonlera Film, I due sono già. a:-Roma, dove hanno Iniziato | lavori negli Htabilimenti della Circonvallazione Appia: A (INEMALITRZIONE to? Ti ha minacciato? L'erché hai accettato di ballare con lui? È stato uno scandalo... Anche quelli che non sapevano si sono accorti... Oh, Fio ra... Perché hni fatto questo? Le guardò, attonita: ma poi, trionfante, raggiante come annun sicura di vittoria: ciasse una sfida jo... lo amo: io lo — Perché... amo ancora! Un silenzio stupefatto, Che strana festa! È come un fuoco d'artificio finito in un gran buio, Con voce mutata cella domandò: — La mamma, dov'è? Udi la voce stridula della sorellina: — È in tinello: sta male. Per colpa tua e di quell'individuo, to) vero che l'hai invilato tu? Calma, il leggero abito turchino fiuttuanto, È capelli un po' scomposti, ella traversò il corridoio, passò tra i grappi silenziosi. Perfino lo musica (aceva: che mai ora accaduto perché tutti dovessero stupirsi, Indignarsì cost? Una scanda» lo dunque così grave? Un dramma? E perché allora il suo cuore ora divi namento leggero, come fosso guarita du un incubo? — Una parola, Fiora! Ottorino lo miso una mano sulla spalla, Il suo volto era ancora in Nlessibile, duro; senza cattiveria, senza bontà: una maschera. Ella lo segui senza parinre nell’ane golo dave paco prima le aveva offer. to l'anello che ancora le splendeva al dito; = Perché non «dirmi prima? Sarelibo stato più onesto, liora, Ella ora di fronte a lui, dritta è pallida: non con umiltà, ma senza tracotanza, Ti pensiero era questo: «la tutti i diritti; può dirmi ogni cosa che voglia. Non posso affendermi, né ribellarmi n. e Da te, così limpida, non mi aspettavo questo. Potevi dirmi, sin ceramebte, che il tuo cuore non era libero, che non avevi ancora rinun=. ciato alla tua follia, Non ti avrei impottunata più, lo sai. Ella non rispondeva: lo guardava dolcemente, compassionevole, : — Rispondi qualche cosa! — egli esclamò con durezza, como solfocnsse. -— Nan lio niente da dirti, Otto rino, — morniorò, +—Soltanto devo chiederti perdono, — Cho cosa intendi dire con questa vaga frase? — egli fece, aspro. — Di che cosa intendi chiedermi perdono? DI questa sora, o di avermi ingannato per sol mesi? . +— Ottorino, ti giuro cho soltanto questa ser& ho compreso ron chia rezza che non posso separarmi da Leonardo. — AN — degli chbo nn, moto di impazienza, quasi convnlso, Forse, fino n quel momento, aveva sperato che ella gli chiedesse seu» sa di un attimo di follia, che si giu»