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Cinema Illustrazione (Jul 1939)

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(BINIISTAZON i stificasse. Ora sapeva che non po» teva in alcun modo mostrarsi decentemerite pronto a' petdonarla: che la dignità doveva. sopraflare 1° amore, -Certo, era meglio risparmiarmi questo ridicolo, Sono stato lo zimbello di tutti, questa sera, e come alla berlinal — disse con voce rauca, Sono così mortilicata, Ottorino, credimi... Lo disse: «ma il suo tono non era molto convinto, Poiché il motivo di quel valzer divino aveva ripreso a turbinare nella sua anima, esaltandola, quasi per proteggerla, + lo credo, Fiora, che sia più opportuuo per entrambi... si, credo... non mi resta altro da fare che resti {uirti lu Lua paroli Ella comprese d'esser stata erudelei lo guardò smarrita; ricordò improvvisamente ciò che cun giorno aveva letto su un libro: u Ciò che farai solfrire in amore, ti un giorno d, * e Non era possibile --egli disse con voce rauca, Buona fortuna, Fiorà. Non mi ta che augurarti rt questo di vero cuore, Mentiva per far sfoggio. di gene rusità, VEDA lo trattenne per un braccio, tremante, paurosa che l'udio che ve ileva brillare in quell'occhio [reddo le portasse sventura. «(Non così, ti prego. Volevo dire: non-separiamoci così... Lo so, lo riconosco, Forse sarei stata più fe lice con te... Anche lei mentiva. La diceva sultanto per scaramanzia, per cdistrug “gere la mala sorte. — Sei libera di sceglierti il destino clie vuoi... Ella lo seguì, vstinata, in antica mera. + Ottorino, volevo dir L'anello... ò + 0h, puoi tenerlo! Mi farai cosa grata se Jo terrai, Mi offenderesti ancor di più su tu me lo restituissi. —— È aggiunse con riso ironico: Chi sk che non Li possa servire un giomo. Quelle parole le diedero un brivide d'angoscia e di presentimento. Subito senti di odiare quel gioiello; avrebbe voluto strapparselo dal dito e disfarsenée immediatamente © per rompore la malia del malaugurio. Ma Ottorino se ne era già andato vin, Andato per sempre! Che respiro! Non più aspettare con tremore le.aue visite, non più la fatica di essere sorridente e gentile, Insieme a Ottorino se ne andavano tuîti gli altri, dopo essersi consultati n bassa voce: sentendosi ormai inutili @ fuori posto, lì. La festa era finita da quando lo strano giovane dai capelli biondi e dagli gechi wllucinati ora apparso, improvvisamente, In quella casa. Salutavano appena Iiora, non sapendo che. dirle; non sapendo se compiangerla a invidiarla; senza comprendere se ella fosse soddisfatta o sconvolta. ù © In bievo la casà fu deserta: ed chbe un aspetto squallido e atrano coi fiuoi mobili spostati, e tracce di passi. sui pavimenti lucidi, e carte di dolci e cioccolatini sparse ovunque, < I:suonatori rimettevano nella cuStodia gli strumenti, interrogandosi a bissh voce. > i Fiora; stava in anticamera, seduta sulla cassapanca, un-po' trasognala; e il valzer era ancora. nell'aria, cudi di suono vaga v deliziosa 2° Dal’ tinello usel. finalmente. la mamma, sorretta da Giustina e da Mariuccia: aveva il volto: giallogno-., lu, respirava & fatica, Quando Fiora gi fermo un attimo, Scoppiò in pianto, agitando un braccioi —.0h, questo non .devevi farlo] Non dovevi farlo! —Mamma... È scià, lascia: nun. c'è’ più ite ‘da -direl'È per te che io piane Ho: soltanto per te e non per me, finche se :questa sera mi hai umilinta e 'derisa, ; L= Mamma, devi ascoltarmi un imoinento! + ella “disse con forza. La mamma tacque, ansiosa, ancosperando di:un ravvedimento: Leotiardo.., | n O, —— gridò allora + non pro» munciare quel: nome! Non. voglio sentirlo, in casa’ mia. {Lo devi sentire, mamma --ellii disse con voce alta, —— perché -vrmal Un deciso ri sposarlo La. qualunque solrirai costo! Ho deciso, e mi sono accorta che era una pazzia pensare di fare altrimenti, va È como vuoi sposare ‘un disgraziato che non ha un quattrino in tasca? Vuoi andare a mendicare per lui? + Non agitarti, mamma — disse Marinccia, — finirai col star peggio. — Leonardo — riprese calma Îiora, ormai stranamente tranquilla, ormai pronta ad affrontare tutto, così sicura che tutte le parole degli altri ale vane, prive di senso. mardo è venuto a dirmi che lavora, che guadagna: che è in grado, ora, di potermi sposare, di potermi mantenere, Ave pettato a ritornaro da me appunto per polermi offrire onestamente sicurezza, ed a vuoi che ti of-, fra quel ziato? Un uomo che passa le sere al callè per scrivere, per comporre? Gli nomini normali lavorano di giorno, e non di notte! E un mentitore, un bugiardo: non ha nulla da offrirti; è venuto qui soltanto per distruggere la tua fell cità, come un demone maligno! +! Mamma, badal ella gridò. — Non insultario, se non vuoi che fugga ora, se tion vuoi che corra a raggiungerlo, Questa notlu atessat 5 ; La maroma ebbe'un gesto disperata:.<— Va puro, sé vuoi) Che mme porta ormai the tu scappi adesso o che tu aspetti qualche giorno? Che tu do-sposi 0 no?:-È egualmente cor, motu volessi implecartit Preferirei vederti morta! Mortal Mortal + urlr ‘come pazz n «— Tacil disse Lil. babbo, fino a quel momento era stato muto © immobile, ‘a guardare la figliola. I papà sono. spesso’ lasciati al. di fuori delle beghe: amorose di fami. glia: no-giunge s loro soltano l'eco, ché le mamme spesso nascondono v velalio, ‘comprensive, Poi, : viene il giorno del dramina, ed essi vi si irovano coinvolti; spaventati della gravità, della. profondità di quello: che avevano giudicato capriccio di bimLa, sogno leggero di fanciulle. “ come vuoi sperare di avere felicità che: — Vieni con me, — disse a Fio rat — Lascia la mamma tranquilla. Vieni, bambina, } Pensava:; «Le parlerò io; con quattro discorsi le farò. comprendere ogni cosa: bisogna prenderla con dolcezza: le donne, talvolta, non sanno fare n. ì La guidò nello stadio, sedette in poltrona, lattirò, sebbene ella fosse riluttante, | sulle ginocchia, come quando era. piccina, Oh, non cera forse ieri quando egli la callava: sulle braccia, ed ella, i grandi cechi spalancati supplicava; « Ancora, puparino, racconta ancora... n. — Bambina mia, ragiona: tu sni che noi ti vogliamo hene: sai pure noi vogliamo soltanto la tua felicità... Voi non sapete quale sia la mia Felicità — ella rispose, assente, l'occhio perduto, IN valzer turbinava nella sua ani ma, « Oh, Leonardo, vieni presto; portami presto via di qui, portami: con te, che io non li senta, che io non li ascolti più ». — Perché non dovremmo saperlo? La felicità è Ja sicurezza, il benessere morale e materiale: è avere al fianco un nomo degno che ti protegga, che ti sia fedele compagno. E da un ragazzo seriza voglia. di lavorare: un giovano sta» pestrato, Suori della vita, ignaro di ogni praticità? Un uomo soprattutto che ti ha fatto tanto soffrire? — Lo amo, papà, ; + Ma l'amore è una cosa che passa, bambina mia, Come un gran. fuocole nia. volla che. sarà spento ti ° troverai vicino. un iiomo inetto; che disprezzeral. E tutta la tua vita sarà distrutta, funga una vita, bambi* ‘na mia: ma una vita triste è insop«portabilmente lungal E tu, per il caspriccio di un'ora, giochi. tuttp il {uo ayvenire ù Ella obbe un sorrisò melanconico : + Come vuoi che ci comprendiamo, papà? Parliamo un diverso lin. guaggio, Ma io parlò il linguaggio della saggezza, bambina mia. E tu quello della follia! » . . Ella si alzò di scatto: -— Oh, bali bo, ascolta. Quale reputi tn più grave follia? Viver mortalmente infelice vicina a un uomo che ti è indiffererite o dividere l'esistenza e i dolori 0 le pene e le gioie dell'uomo che adori? — Avrai solo da dividere pene e guai! — dissa il padre con tristezza; d'un tratto scoraggiato, come soggiogato da una forza oscura e nemica; hen più forte della sua volontà, e forse più forte della volontà di sua figlia. <—Tanto peggio per me, babbo, se io son disposta a sopportare ogni COSI, Il babbo sveva il capo chino: — Per noi sarà atroce*pensare di averfi perduta, pensare che tu sofîra... Ella cadde in ginocchio davanti a Ini, gli prese una mano: —Oh, babbo, basta... basta que. sta guerra inutile in cui entrambi ci dilaniamò inutilmente, Ognuno sopporti il suo destino..; Gil appoggiò un momento-la. fronte al palmo della mano; + Non dovi temere per me, Leonardo cambierà. Ha bisogno di una donna, di ina donna che.lo ami al suo fianco! E poi satà un altro uomo. 2 Un cielo duro, grigio, cielo di nevo: già qualche. stellina gelida cominciava a turbinare nell'aria. La «via del sogno » era immersa in un sognante silenzio, Fiora aspettava già da qualche minuto: era scesa troppo presto, lo sapeva; ma già l'ansia cominciava a toglierle il respiro. In veco egli giunse, puntuale, come ave. vano convemito la sera prima, Sen» za cappello, il volto serio, ‘con quel suo fare risoluto e insieme. distratto. Non sorrise, quando Ja vide: ma le mise subito sulle ‘spalle le sue mani forti e calde. S — Com'8 andata? Che;cosa è Accaduto, ‘allora? ì Erà smorta, sotto il-rossetto: ave vai capelli un po' arruffati, gli. occhi gonfi. Disse, in fretta: — Sorio libera. Hanno tentato ancore di dis suadermi: ‘con la’ dolcezza, questa volta: ma è tufto ‘inutile ormai. Tut to è deciso, tra di noi, non'è vero? Tutto, Ascolta; occorreranno ancora quindici, venti giorni prima che le mie carte siano in regola, che le noiose . pratiche siano shrigate. Cose di cui non m'intendo, ma ho un amico che mi ‘aiuta. È meglio che durante questi giorni non mi vedano qui, intorno alla casa. Ti lasceranno in pace, ed io sarò più tranquillo. Ora bisogna soltanto fare presto: tu non devi preoccuparti di nulla. Quando tutto sarà fissato, per la cerimonia in chiesa, ti manderò un biglietto: soltanto la sera prima. Perché uwessuno si metta in. sospetto, perchénessuno, possa ostacolarti. -— Sarò pronta: sempre. — Ci troveremo qui, la mattina del nostro matrimonio. Nella « via del sogno », come per ui appuntamento qualsiasi, Cerca di uscire senza avvisare nessu rn i no. Meglio che nessuno sappia, non tl pare? Ho tanta. paura: di tutto e di tutti. Non preoccuparti se non avrai mie notizie per qualche tempo. — No. Qualche fiocco di neve si era posato sul suo cappotto: ella gli carezzò le spalle, lievemente, ri tranquilla, non'è vero? — Tranquillissima, Si chinò: a baciarla. teneramente: -—_ Arrivederci, amore; Si allontanò rapidamente: all'angolo della via si. volse, e la scorse ancora .immebile, vicino alla. pianta, come trasognati. La guardò un istan: te; poi ritornò sui suoi passi palli» disalmo, con l'aria decisa; strabità. — Fiora, tu sci pentita! Ella gli prese con gesto convulso una mano. —Perché lo dici? No, affatto, Di che dovrei essere pentita? | — Il: nostro matrimonio: sarà una povera cosa, fatta di nascosto: ben diverso dalla ‘cerimonia ché ti avevano preparata... î «i “= Oh, Leonardo, perché riparlare di questo? (contitina) Luciana. Peverelli