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IL baritono Bing Crosby eseguisce con l'orchestra famosa John Scott Trotter un pezzo del film sing, you sinners (Cantale, voi peccatori): Don't let that moon get away. La bella voce calda incide bene il ritmo dello slow, che si snoda in una melodia garbala, di felice invenzione. Bel disco sia da ascoltare che da ballare.
Sul rovescio troviamo, dal film hard to get (Difficile da ottenere) : You must have bcen a beautiful baby (Devi essere stata una gran bella bambina), di cui ho già parlato in queste colonne, qui insieme con l'orchestra di Bing Crosby.
Il fox è assai carino, e l'accento oltreoceanico marcato del cantante conferisce un sapore americanissimo all'insieme, che, dato lo stile del pezzo, non spiace. Ottimamente strumentata la parte orchestrale, con timbri variati e bene equilibrati.
Un disco delle Andrews Sisters attira sempre: il bravissimo trio vocale eseguisce il fox: When a Prince of fella meets a Cinderella (Quando un principe incontra una Cenerentola).
Non immaginatevi un pezzo di colorito fiabesco sul tipo della languidetta canzone d'amore Biancaneve: qui siamo nella tipica atmosfera jazzista, con effetti sorprendenti delle tre voci solistiche ora fuse in mirabile insieme. Sul rovescio v'è Sha sha, un pezzo di sapore caricaturale, ricco di umorismo e di brio. Anche qui la fusione vocale è perfetta, l'esecuzione ritmicamente magnifica, con impasti audaci e trovate spassosissime, sottolineate dai timbri ironici degli strumenti a fiato. Un disco veramente magnifico. Semprini si presenta con la nuova formazione hot (« leggera », « piccante ») della sua ultima orchestra, il « Nuovo ritmo », ed eseguisce una rumba vivacissima dal film sposiamoci in otto intitolata: La Macaquita.
Il ritmo ansante vorticoso travolge in un movimento senza respiro, « la febbre che dà l'Equatore » come dicono le parole. Il colorito della musica è tipicamente spagnolesco, assai felice. Questa nuova formazione orchestrale jazzista comprende elementi ottimi, lutti i migliori collaboratori del pianista e direttore, i quali hanno raggiunto una perfetta preparazione virtuoslstica e riescono a dare esecuzioni, come queste, che non temono confronti, pur senza abbandonarsi mai ad eccessi dissonanti e a droghe che non a tutti i palati garbano. Semprini accoppia ancora una volta il suo pianoforte alla fisarmonica di Kramer per eseguire Tu, solamente tu e Amor di Pastorello, due slow fox dal film napoli che non muore. / due fraterni collaboratori parlano ciascuno a modo suo, secondo le possibilità e le
peculiarità dei loro strumenti solisti, che sanno sfruttare al massimo rendimento. Sotto sotto il contrabbasso, la batteria e la chitarra commentano, aggiungendo qualche tocco di colore.
Sull'altra faccia troviamo due pezzi ormai popolarissimi del film di Deanna quella certa età: Serenata sentimentale e Con te. Entrambi gli slows assumono in questa versione strumentale un sapore di novità e di inedito. L' esecuzione è veramente superiore a ogni elogio, con travate timbriche e coloriti inconsueti e indovinatissimi.
Ritroviamo Kramer, stavolta coi suoi solisti, nell'esecuzione di un fox-trot animatissimo e brillantissimo, preso dal film parata notturna: Baccanale di Broadway. Il titolo parla da sé: musica di stampo schiettamente americano, ritmi implacabilmente marcati, caricature timbriche, accenti sarcastici, impasti suporosi. Un insieme piacevolissimo e che metterebbe addosso la smania di ballare ai più polentoni!
Dallo slesso film sul rovescio, troviamo incìso un altro fox-trot: Tu vuoi giocare col mio cuor (My fine feathered friend), pure un pezzo felicissimo, meno bacchico dell'altro, ma sempre di sapore grottesco, col ritmo più incrollabile e più imperturbabile alla base. Ottimo disco per ballare, e questo sia detto per entrambe le facce. Lo stesso complesso diretto da Kramer interpreta due pezzi dal film con l'amore non si scherza. // primo è un fox-trot: Mi affido alla fortuna (Trusting my luck), vivace e saporito, con svolgimenti virili di imprevisti. Ritmo ben marcato e ben sostenuto, ottimo se si vuol ballare. Il secondo pezzo è il patetico e languidetto Souvenir of love (Ricordo d'amore), che da un anno in qua abbiamo sentito, per dischi, in tutte le salse. Questa di Kramer è una salsa gustosa e piccante. La fisarmonica, magistralmente sfruttata, fraseggia con ampiezza di respiro, con tenero abbandono, la melodia, mentre gli altri strumenti marcano il ritmo con esattezza, pur mantenendosi, come sonorità, disciplinatamente in secondo piano. Per finire, ancora un disco di Bing Crosby con due pezzi del film sing, you sinners. Uno è uno slow intitolato: Laugh and cali it love {Ridi e chiamalo amore), che ha un ampio respiro melodico, e che il baritono canta con fine espressività e con voce squillante. L'altro pezzo è un fox vivo e brioso, in armonia con le parole del titolo: I've got a pockctful of dreams (Ho le saccocce colme di sogni), le quali parole naturalmente mettono chi le canta di buon umore. E la musica esprime appunto lo slato d'animo ottimistico, riboccante di speranze verdissime...
MARIA TIBALDI CHIESA
D gen. Manni, presidente del Comitato Intercorporativo della Radio, visita gli stabilimenti della S. A. F. A. R.
LO SPORT SULLO SCHERMO
L'INTERESSE dimostrato da Cinema verso il film sportivo trova eco in tutta Italia, a giudicare dalle lettere che ci giungono sull'argomento. Naturalmente, i pareri sono discordi e molte sono le preoccupazioni e i consigli degli sportivi. Ecco quanto ci scrive un lettore di Torino :
Tutte le discussioni che si son fatte sul film sportivo, in fin dei conti, vertono essenzialmente intorno a due punti fondamentali : film a soggetto o documentario. Varie voci si levarono a sostenere sia l'una che l'altra tesi: intervennero oltre che scrittori cinematografici anche giornalisti sportivi, esprimendo opinioni disparate e quasi sempre contrastanti. Il fatto pratico che le originò fu la progettata attuazione di un film sul « Giro d'Italia »; naturalmente scese in campo il giornale organizzatore del Giro per bocca del suo direttore, che propugnò la tesi del film a soggetto. Quello che interessa trattare ora è il film sportivo in generale (di sfuggita però, convien notare che malgrado tante discussioni il film sul Giro, almeno per quest'anno, non si è fatto). Premetto anzitutto, ed è cosa importante ai fini di un'equa valutazione, che tanto il film a soggetto quanto il documentario posseggono i requisiti per fornire un'opera artisticamente adeguata; perciò nessuno dei due dev'essere scartato a priori. Infatti essi, oltre a comportare grandi vantaggi sia nell'uno che nell'altro caso presentano difficoltà d'attuazione press'a poco equivalenti : se nel film a soggetto v'è la preoccupazione di adattare convenientemente la materia sportiva colla trama del film stesso, nel documentario v'è la difficoltà di unire in modo organico le varie sequenze cosa che, pur importantissima in ogni altro film, diventa qui l'unico fattore di realizzazione artistica.
Le due forme, quindi, si trovano in potenza allo stesso livello. Resta a vedere quello che si è fatto fino ad ora.
Documentari non ne abbiamo avuti molti e, scartati quelli a corto metraggio, uno solo è stato girato con criteri veramente moderni : olimpia; tuttavia esso è sufficiente per un esame in merito, olimpia è l'espressione massima del documentario sportivo e ci ha dimo
strato quale grado di elevazione artistica si possa raggiungere sfruttando accortamente le mirabili risorse che offre lo sport in ogni manifestazione agonistica; ed ha altresì un altro grande pregio, di essere un'opera omogenea, di complesso e non soltanto una raccolta di belle fotografie, come invece lo sono i famosissimi documentari di Dziga Vertoff.
Sin qui il documentario. I film a soggetto che si basano in parte o interamente sulla vita e su fatti sportivi sono più numerosi (benché, a ben giudicare, film unicamente « sportivi » non ne abbiamo avuti).
Consideriamone uno solo, recente e di produzione italiana, io suo padre. Anche questo dal lato puramente artistico non è disprezzabile, sopratutto per le fresche energie dei giovani attori, che vi sono stati introdotti e che hanno contribuito vivacemente a dare tono al film. D'altronde non ci sarebbe stato neanche bisogno di fare questo apprezzamento se noi accettiamo come vera l' affermazione che qualunque soggetto è buono per ricavarcene un film artistico. Ad ogni modo ho voluto prendere in esame questo solo film, poiché è la produzione italiana che interessa in maggior grado e perchè mi pare che sia questo l'unico, che abbia ottenuto una sufficiente coesione fra il soggetto e la materia sportiva. Se noi volessimo fare un paragone sul piano estetico tra il miglior documentario apparso, olimpia, e uno dei migliori film sportivi a soggetto, io suo padre, ci accorgeremmo che esso è tutto a favore del documentario. Si può da ciò dedurre che è meglio iniziare una produzione di soli documentari? No certamente. Guai però ad esagerare in senso opposto, poiché non sempre si potranno avere attori nuovi e finirebbero col venir fuori film come un americano a oxford, in cui pietosamente Bob si esibiva nella parte dell'atleta, facendo mostra di magnifiche falcate e di polpaccioni pelosi... Conclusione : nessun preconcetto contro le due forme, ma neppure alcuna esagerazione unilaterale. Entrambe offrono grandi possibilità e, opportunamente dosate, serviranno alla rinascita del cinema italiano. R DI aiAMMATTEO
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