Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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CRONACA A VILLA BORGHESE ARRIVAMMO a Villa Borghese di buon mattino, ma c'era un sole già caldo, interrotto da qualche nube. « Sono dietro lo Zoo » aveva detto il vigile da noi interrogato n li troverete subito; hanno dei vestiti rossi... » Fatti pochi passi, ci colpì alla nostra sinistra un gruppo di enormi tende, come un accampamento, e dentro c'erano donne intente a cucir panni e uomini occupati ad aggiustare alabarde. (( Il quartier generale della Stella Film » ci informò uno di questi .« Stanno girando là in fondo ». Infatti, tra gli alberi, scorgevamo gruppi di cavalieri dai costumi variopinti e dai cappelli a piume, donzelle in rosa e paggi in rosso e blu, che spiccavano nel verde. Ci avvicinammo. Intorno s'era formato un capannello abbondante di gente che guardava silenziosa, pareva ascoltasse una messa. Un * ragazzo occhialuto, foruncoloso, disse: ((Dev'essere un'avventura di salvator rosa con Gino Cervi ». Una guardia, lì presso, accennò di si. « C'è anche Blasetti? » insistè il ragazzo. « Io non li so i nomi di lutti » bofonchiò la guardia, e s'allontanò. Il signor Blasetti, con gli stivali, stava parlando a Rina Morelli e Gino Cervi. Un costume verde e nero quest'ultimo, rosso e oro la prima: costumi ricchi, costosi. Si capiva dal suo caratteristico modo di gesticolare che Blasetti stava spiegando la scena. Il luogo era bello. Uno di quei luoghi che le ragazze sogliono definire suggestivi. Una stradicciola tra gli alberi, in lieve pendìo, avente a lato ruderi marmorei d'un edifìcio antico (autentici) : colonne, archi e capitelli sparsi a terra, qua e là, tra le erbacce. Sulla strada, una carrozza carica delle tele di Salvator Rosa, aspettava il suo turno. Molte ragazze truccate e in costume si aggiravano intorno; tanto che a un certo punto un bambino aerante a noi chiese alla madre: « Quale sarà la più ■ importante? » La madre lo guardò mah; : « Quella nel mezzo » rispose, e il piccino s'acquietò. Intanto gli elettricisti avevailo disposto gli schermi argentati per u fare i riflessi », la carrozza era stata portata più indietro, gli attori avevano preso posizione, e Blasetti dava gli ultimi insegnamenti. Ma era evidente che ognuno sapeva già cosa doveva fare. D'altra parte la scena non sembrava delle più diffìcili. Cervi avrebbe accompagnato la Moielli alla vettura, qui l'avrebbe salutata col baciamano e lei sarebbe salita. Nient'altro, per quell'inquadratura. Tutto dunque era pronto per la ripresa, e Blasetti diede il via. La carrozza si mosse cigolando, Cervi accompagnò la Morelli, ecc., ecc., pareva che tutto fosse andato bene invece il regista ordinò: « Daccapo ». Poi, rivolgendosi al vetturale, disse : « Questi ronzini li vorrei un po' più allegretti! ». Il vetturale promise e la scena si ripetè. Ma questa volta fu l'operatore a non essere soddisfatto; voleva dei rami verdi attaccati ai fusti degli alberi, e delle foglie secche, più foglie secche per terra. Fu soddisfatto e si ricominciò. La vettura stava per partire una terza volta, quando il sole s'occultò all'improvviso. « Alt » gridò Blasetti « Aspettiamo! » Il ragazzo occhialuto domandò : « Ci vuole sempre tanta pazienza? » Un elettricista si volse a guardarlo e disse: « Noo!.. » u Ah, » fece l'altro (( volevo ben dire... » « Generalmente ce ne vuole molta di più » seguitò l'elettricista, e intorno la gente rise. Fu necessario attendere una diecina di minuti prima che il sole rispuntasse. Quando apparve, tutti erano ancora al loro posto, nessuno s'era mosso; avevano atteso, abituati a queste attese, in santa pace e adesso erano pronti a riprendere tranquillamente il lavoro. Gli schermi argentati luccicavano ai margini del « campo » sotto il sole. I costumi avevano come accentuato il tono, tutta la scena si era ravvivata. (( Che peccato » disse il ragazzo occhialuto « che non sia un film a colori! ». Poco lontano passò una donna a cavallo. Era una bella donna, e tutti si volsero a guardarla. Essa arrestò il cavallo, per lasciarsi guardare, e poi galoppò via scomparendo tra gli arbusti. IL CRONISTA