Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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di tutto il pubblico, e la luce sguaiata rivelava il « satiro » accompagnato dalle guardie all'uscita. Visione infernale e grottesca di contro a questa paradisiaca del cinematografo inglese perfezionato, ove ciascuno può fare il proprio comodo (a Oxford c'era una volta un cinematografo con poltrone a due posti), ove le ministranti ancelle non solo offrono i più allettanti cioccolatini e le più zuccherose bevande, ma chiudono un occhio allorché si fa buio, quando non lo volgono benigno verso i gentiluomini soli. Tutto ciò torna a dire che l'immensa popolarità del cinema in Inghilterra non è solo dovuta allo spettacolo; è dovuta in gran parte all'opportunità che offre, in un paese freddo dove gl'innamorati non hanno altro luogo dove appartarsi tranquillamente (a meno di non voler basire sulle rigide panchine dei parchi, minacciate dall'occhio dei vigili), di rifocillare insieme e le membra sulle morbidissime poltrone, e le orecchie agl'incantevoli suoni, e gli occhi colle emozionanti visioni, e il palato coi fondenti dolciumi, e il resto che un'espressione volgare definisce a sixpenri 'orth of hand-f...ing. Ma non è qui il caso di mostrale « ciò che in cinema si puote » in Inghilterra. Se mai si possono rilevare gli effetti che sul programma ha un simile pubblico, o, diciam pure, la preponderanza di un simile pubblico (che non vorrei che mi si prendesse troppo alla . lettera, e si credesse che al picture theatre, al « Palais de luxe », come si chiamano molti di questi cinematografi, vadan solo le coppie malintenzionate). Prima di tutto, l'allungamento inverosimile del programma con gl'intermezzi d'organo, le civetterie dei giochi di luce, e simili vaporosi e futili accessori. Poi il genere di film, ora frivola commedia illustrante, contro lo sfondo di lussuosi locali e di esotici scenari, le vicende, con esito fortunato, di qualche sorella delle ragazze che popolano la platea; ora dramma poliziesco crepitante d'armi automatiche e di sirene di automobili blindate: due tipi di rappresentazione che, come oramai tutti sanno, sono la piaga dell'arte cinematografica. Il pubblico inglese, che amava i suoni d'allarme, le trombe e i tamburi delle battaglie sceniche all'epoca d'Elisabetta, ama oggi i sibili delle sirene di inseguimento, le sparatorie dei gangsters; invece dello sfondo esotico dell'Italia del Rinascimento, magazzino di veleni e di stiletti, ama le sinistre luci dei bassifondi di Chicago, o i maliosi e pericolosi mari del Sud; ma sempre un film cercherà d'aver lieto fine, e sempre si concluderà con le prosperità della virtù e le sventure del vizio, sebbene tutto lo svolgimento accenni al contrario (tale è il caso anche di buoni film come quello tradotto in italiano quale schiavo d'amore, con quei due bravissimi attori che sono Bette Davis e Leslie Howard). E infine, nel film stesso, conteranno più gli accessori del principale, e si andrà in visibilio per le danze di Fred Astaire e di Ginger Rogers, arabeschi deliziosi di cui non dirò male per non provocare il risentimento del nostro bravo Pannunzio. Tutt' altro è naturalmente il pubblico serio, intellettuale, dei minori cinematografi specializzati in film d'eccezione; per esempio del Berkeley di Londra, dove l'estate di quest'anno abbiam veduto quella femme du boulanger, film veramente d'arte, che al grosso pubblico non avrebbe detto nulla di nulla. Spettacoli di questo tipo son rari in un genere di rappresentazione dove non solo predomina il mestiere (che non è poi tanto un male, che Dio ci liberi dalle intenzioni troppo metafisiche!), ma la più sfacciata e noiosa speculazione commerciale, e il più monotono e meschino sfruttamento di motivi e di situazioni « popolari ». MARIO PRAZ : Dal film ' La vita privata di IBlisabetta ed Bssex' : | Bett» Davis ed Errol Flynn 309