Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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Contine Luchaire. parigina, è nata, in un appjttamcnto signorile sulla riva sinistra della Senna, meno di vent'anni fa. Pochi anni dopo abbandonò il fiume, che col suo passaggio respirante aveva sollecitata la sua fantasia ogni giorno, e accompagnati ritmandoli singolarmente i suoi sonni e sogni, e andò a vivere coi genitori in una grande villa fuori mano. È in quelle due atmosfere calde che Corinne ha passati i giorni dell'infanzia e della prima adolescenza, questi appena antecedenti alla sua nuova vita di attrice. 1 suoi genitori. Jean e Francoise, sono famosi ne! mondo « intellettuale » di Parigi per la loro semplicità di gente colta « che non ha perduto l'intimo contatto con la natura », e per una loro nativa bizzarria, del tutto scevra di pose e di sforzo, che ne fa una coppia amena e viva. Sono giovani tutt'e due, e la mamma di Corinne, vista in fotografìa accanto alla figlia, non pare venir segnata nel confronto da un distacco maggiore di anni di quanto non ne abbia la com pagna dei due primi film della giovane •< stella », Annic Ducaux. Anzi il viso di Francoise Luchaire ha questo vantaggio su quello della Ducaux: che non ha niente, proprio niente di affatturato e di teatrale. Francoise e Jean Luchaire vanno nominati perchè hanno il merito non solo di non avere ostacolata, ma di aver lasciata crescere la personalità della figlia a talento di lei, secondo il capriccio e il bisogno di moto, di avventura intima o anche esterna (nel giardino!) che essa manifestava. Era lo stesso sistema educativo che forse ioro due avevano sperimentato su di sé, ovvero, col tempo, avevano capito che sarebbe stalo loro opportuno. Forse è tutta qui la differenza: per quanto intelligenti, ecc., ecc.. i due genitori sono rimasti due amabili persone qualunque, perchè si erano seguiti su di loro metodi educativi errati, basati sulla costrizione; allora il loro sviluppo era stato tardo, eran rimasti a mezz'aria adattandosi GALLERIA (v. tavola a fianco) grazie a una schiettezza insita in sé, e anzi trovando ragioni di bene e di gioia a ogni passo. M.i Corinne invece è diventata un'attrice, perchè ha potuto giorno per giorno accrescersi su sé stessa in libertà, libera dunque di osservare la vita e gli altri, e di obbedire via via a tutti gli impulsi. Poteva venirne un animaletto selvatico: il metodo è rischioso forte: ma è chiaio che questi genitori, che oggi modestamente si limitano a enunciare il principio seguito e non le osservazioni preliminari che li hanno subito confortati quando Corinna aveva due e quattro e sei anni, questi genitori bravi e fortunali capirono di slancio che la bambina silenziosa e avventurosa dalle gambe lunghe e gli occhi immobili e muti in obbedienza a un carattere studioso e non facilmente apribile, era fatta su misura per il loro geloso esperimento. Cresciuta a questo modo, Corinne era però una quattordicenne (o giù di li) come tutte le altre, che andava a scuola e studiava buona buona, quando le si spalancò la strada che sappiamo. Era un momento che la ragazza non sognava, ma, tutta presa dalla realtà quotidiana si esauriva placidamente, felice di farlo, nella vita della scuola. Parlava poco, ma tutte le compagne le erano sempre attorno, avendola eletta « capitana » proprio naturalmente. In quel tempo però il nonno commediografo, del quale lei era sempre stata una grande amica, stava scrivendo « Altitudine 2200 metri », una commedia. In verità, il nonno era ben lontano dal pensare alla bionda nipotina come possibile personaggio, anche se aveva im maginato da tempo che quella sarebbe finita attrice. Corinne salì allo studio del nonno, dunque, e tutta seria gli disse: « Dammi una parte nella tua commedia... Non ridere, sai, io sento teilement che potrei recitare! ». Poiché questo discorso il nonno psicologo se l'aspettava (Ìa tempo, fece un po' il burbero e poi accettò. Aggiunse una adolescente, cui diede il nome di Zizi, il nomignolo familiare di Corinne. La ragazza così debuttò, al teatro dell'Etoile. accanto all'esperto giovane attore Ravmond Roulcau, che le diede molti buoni consigli e l'aiutò in ogni modo. Mi per vero, appena montata sul palcoscenico trepidante per la prima prova, essa aveva dimostrato in modo iampantc, a tutti quelli che la guardavano, di aver trovato di punto in bianco il reagente che le era necessario per dire una sua schietta parola. Aveva trovata l'aria sua, da respirarla pel resto della sua vita. Fu al teatro dell'Etoile che il Moguy la vide recitare, nella commedia del nonno, in una delle prime repliche di questa. Cercatala in camerino, le disse: « Volete fare del cinema? ->. Provino il giorno dopo. Lettura del soggetto prigione senza sbarre. Sì... no... no... sì... Moguy era incerto. Pregò Marc Allegret, suo amico, regista del sentiero della felicità con Simone Simon, di dare un piccolissimo ruolo a Corinne Luchaire, e di farle pa>sare qualche tempo in mezzo all'ambiente del teatro di posa, così che ne conoscesse i segreti e vedesse da vicino una attrice utile per lei da vedere, come la Simon. Breve: Moguy le ottenne ancora una particina in le chantevr de minlit, e fu allora che le propose il ruolo più importante nel suo film. Intanto era passato più di un anno, e la sceneggiatura era pronta, e anche gli altri ruoli avevano trovati i loro attori. Corinne, coscienziosa, si camuffò da grande, facendo anche altri pasticci, per poter visitare una vera casa di correzione: che impressione per lei! Fu forse per ciò che le rimase sul volto una piega amara che sembrava vissuta : educata dall'infanzia a immedesimarsi nelle situazioni, quella visita s'incise profondamente. E tutti ricordano il risultato. Attrice di grandi mezzi, autentica come i suoi genitori l'hanno voluta: una figlia di buona famiglia, come la chiamano in Francia, che come tale ritorna a casa dopo ogni trionfo, indossa pantaloni e camicetta aperta, si siede attraverso sul divano, e legge. Quando ritorna in istudio, è pronta ed elettrizzata. È il suo modo di vita, per lei il più ricco e propizio. Per esperienza e per dote istintiva, non farà mai nulla di maniera. Basterà ricordarla in una scena di prigione stNZA sbarre, riversa a teira, abbandonato il lungo e diseguale corpo, non totalmente cresciuto, ie lunghe gambe calzate di nero buttate come morte, e i capelli sparsi intorno: aspra, ingenua e voluttuosa: quella era una posizione trovata per istinto, un istinto fortunato davvero. C'era un senso drammatico e plastico che faceva tremare, per evidenza e scarna bellezza, in quell'invenzione quasi casuale: anche lo spettatore più rozzo se ne sarà accorto con un felice sgomento, senteD dosi le ginocchia svanire. FILM PRINCIPALI: il sentiero della felicità (Les Beaux Joitrs, 1936), le CHANTEIR DE MINLIT (K)^J), PRIGIONE SENZA SBARRE (PÙSOtl SaiìS baiTCOUX , Cipra, ig$7-}8), conflitto (Confitt, Cipra Presburger, 1938), dernier TOLRNANT (Glddiator , 1939), LE DESER telr (Eclair Journal, 1993), cavalcade d'amour (Cipra, I9s9> PTJCK «WICBT» ALIPA VALLI Ar1EPE° hauar(\ prodERA film DIREZIONE AMATO distrib. MINERVA FILM 324