Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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Inquadratura della 'Kosa di sangue' di Jean Choux (Scalerà) CIFRE ITALIANE IL VOLUME sullo spettacolo in Italia, recentemente pubblicato dalla Società Italiana Autori ed Editori, ha fatto anche quest'anno — sia pure solo in parte — il punto alla situazione della industria cinematografica italiana. Dopo tanti vaghi e, spesso, inconcludenti articoli che si leggono durante l'anno, è bene esaminare la realtà delle cifre e trarre da essa delle conclusioni. Dall'esame delle cifre presentate in questo volume, risulta che alcuni problemi del cinema italiano hanno la singolare prerogativa di rimanere insoluti, malgrado l'interessamento che sembra animare coloro che tengono, nelle loro mani, le redini finanziarie di questa nostra industria. Tra questi problemi, occupa uno dei primi posti quello dell'esercizio. In Italia manca ancora l'attrezzatura « capillare » dell'esercizio. Per essere più chiari, persiste la deficienza numerica delle sale a » tipo industriale » e, sopratutto, delle sale a « spettacolo continuo ». Infatti, su 4156 sale, soltanto 1.222 sono attrezzate a spettacolo continuo. Questa sproporzione appare ancora più evidente se si confronta l'incasso globale di 586 milioni — ottenuto nel 1938 da tutte le sale italiane — con i 525 milioni incassati dalle sale a tipo industriale. L'esercizio si è arroccato i grandi centri, evitando di proposito la periferia per il diffuso preconcetto che essa porti a un sicuro fallimento. Da questo preconcetto deriva l'incompleto sfruttamento del mercato italiano, che — fino ad oggi — ha rese, per la quasi totalità dei film, in misura limitata. Invece una migliore organizzazione periferica, moltiplicherebbe il numero dei « passaggi » di ciascun film, vale a dire aumenterebbe la sua capacità di rendimento. È necessario quindi costruire i « cinema rurali » e a « tipo economico ». A sostegno delle possibilità di rendimento delle zone periferiche ci sono le cifre: nel 1938, nei piccoli centri — rispetto al 1937 — si è verificato un aumento del 14 % nella vendita dei biglietti. * * * Secondo punto. Noi non chiediamo che tutti i film siano dei capolavori. Pure, un problema sul quale conviene insistere è proprio quello del miglioramento qualitativo della nostra produzione media. Diamo un'occhiata alle cifre del 1937. Sebbene il volume della Società Autori ed Editori cerchi di cancellare le tracce suscettibili di far conoscere i film a cui le cifre si riferiscono, tuttavia potremo fare un esame anche se esso avrà una precisione relativa. Nel 1937, su 33 film, 3 hanno ottenuto incassi inferiori alle 500 mila lire; 6 hanno raggiunto il milione; 12 sono oscillati tra i due e i tre milioni; 4 tra i tre e i quattro; e 2 hanno superato questa cifra. Su 33 film, abbiamo ben 9 film sicuramente in perdita; abbiamo cioè 9 film che non dovevano per nessuna ragioue essere realizzati! Uno di essi, sebbene prodotto con nobiltà di intenti, non è riuscito ad attrarre il pubblico: eppure sia il regista che gli attori godevano di una notevole popolarità. Tra i film che sono oscillati tra i 2 e i 3 milioni, troviamo 12 uomini e i un cannone di Forzano, imperniato su una idea felice e sopratutto cinematografica. Purtroppo lo sviluppo teatrale che è stato impresso alla vicenda, ha nuociuto al suo risultato finanziario. Nello stesso gruppo, abbiamo sentinelle di bronzo diretto da un giovane e imperniato su una vicenda semplice, ma aderente al nostro spirito coloniale. Fra i 3 e i 4 milioni, abbiamo avuto cavalleria, diretto da Alessandrini, dove venivano esaltati i sentimenti eroici dell'italiano, il suo coraggio, il suo spirito di sacrificio, cavalleria è stato uno de nostri film migliori, per la linea adottata. Nello stesso gruppo notiamo il grande appello, con Pilotto; film che s'imperniava su un conflitto politico e militare di attualità. Tra i film che hanno superato i 4 milioni, noi poniamo il corsaro nero, tratto dal romanzo di Salgari. Questo film, benché statico, è riuscito tuttavia a realizzare incassi superiori ad ogni aspettativa, perchè traduceva l'aspirazione del popolo a vedere sullo schermo qualcuna delle grandi avventure dovute alla fantasia di Salgari. L'incasso superiore a tutti gli altri, ce l'ha dato vivere, prodotto dalla Safa-Appia, con Tito Schipa: vivere è stato una iniziativa fortunatissima. La musica e le canzoni Schipa, inserite in una uè Thiebaut di sangue ' 348