Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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ISTITUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI COnTROLLRTe LA UOSTRfl SflLUTe! Troppo spesso l'uomo, che è l'artefice di tutto ciò che di grande si crea e si costruisce per. una sempre più alta e perfetta civiltà, trascura se stesso, non riflette che il suo fisico si logora e che molti morbi lo insidiano. Non pensa, cioè, ad esercitare un controllo sulla sua saluteper evitare il male o per combatterlo tempestivamente. L'ISTITUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI, con la sua lunga esperienza, ha rilevato da tempo la grave incuria e si è determinato a creare una speciale e vasta organizzazione atta a propagandare la pratica della MEDICINA PREVENTIVA. Sono così sorti per opera dell'Istituto, nelle diverse regioni italiane, numerosi CENTRI SANITARI attrezzati secondo i più moderni dettami della scienza e diretti da valenti medici e specialisti. Oltre a questi Centri, funzionano pure dei Subcentri e numerosi Consultori. Quali benefici offre questa poderosa organizzazione? Ecco i principali: Visite mediche periodiche gratuite a tutti gli assicurati; concessione di un buono di visita medica gratuita ogni due anni agli assicurati in forma ordinaria per un capitale superiore alle L. 20.000; consultazioni gratuite d'igiene; visite consultive gratuite per l'idoneità alla vita coloniale; consultazioni gratuite per il collaudo della vista, orecchio, naso, gola, ecc.; ricerche cliniche ed esami di laboratorio; prestiti senza interesse per operazioni di alta chirurgia; facilitazioni presso medici specialisti, presso ospedali, case di cura e stabilimenti termali. SIATE PREVIDENTI! UNA POLIZZA DELL'ISTITUTO NAZIONALE DELLE ASSICURAZIONI PUÒ DARE LA TRANQUILLITÀ A VOI E Al VOSTRI FIGLI. PER INFORMAZIONI RIVOLGETEVI AGLI AGENTI DEL GRANDE ENTE DI STATO GALLERIA (v. tavola a fianco) RIENTO è il tipo del comico genuino; come s;i torse darne soltanto la nostra razza. Il « mimo » tramandato da chissà quali magici interventi che per tanti anni abbiamo veduto ricalcare le orme di una illuminata e gloriosa tradizione. Riento con le sue macchiette — parole e musica di sua invenzione — come L'abruzzese a Roma e come Picchio Pelleccllia esprime anche lui queste derivazioni classiche popolari, che hanno le loro più antiche e lontane sorbenti in Plauto e in Terenzio o addirittura nella commedia comica satirica o •< di carattere » di Aristofane. Magicamente quella fiamma non dovette più spegnersi e si tramandò di generazione in generazione, nutrendo i Maldacea, i Castagna, i RafTaclli, i De Martino, i Ferravilla. i Petrolini, per non nominarne che alcuni, a caso, fino a Riento ed all'ultimo fresco prodotto, Fabrizi. Il quale, come i suoi maestri, crea — nelie notti tranquille e serene per ispirazione improvvisa — il suo repertorio, che è frutto di un'osservazione minuta, attenta ed acuta degli uomini, dei loro difetti, delle loro debolezze ed evasioni. Virgilio Riento è nato a Roma, nel 1889. Figlio di un impresario teatrale, certamente scorre nelle sue vene sangue » guitto ». Nacque infatti in un quarticrino attiguo al teatro Augusteo, che a quel tempo si chiamava teatro Corea, del quale il padre era impresario. Infanzia dunque generosamente attiva : ed ancora Riento ricorda le prime •< scoperte », le prime caute perlustrazioni, compiute con il cuore in tumulto tra le quinte e i camerini degli attori. E tutti coloro che incontrava avevano sempre una parolina, un buffetto per lui: sebbene in fretta, correndo quasi: cosicché il piccolo Virgilio non aveva mai il tempo di osservar bene la loro truccatura e di tirar loro giù la panucca o i baffi posticci. Si nascondeva spesso dietro una scena e vi restava per ore intere: finché la voce della mamma non lo riportava alla realtà. Era invaso allora da una sensazione curiosa : gli piaceva tanto da un lato la voce della mamma, ma dall'altro era per lui molto triste lasciare quell'angolino o quella scena dove era appoggiato. Aveva già sei o sette anni, e, sebbene piccolo, dava già prove positive della sua ininterrotta e diuturna osservazione. « A casa le mie prime imitazioni divertirono subito: ero chiamato 11 delizia famigliare » e già mio padre pensava in che modo e dove farmi debuttare ». Iniziò dunque prestissimo, ancora bambino, la sua carriera teatrale : il primo teatro dove recitò fu un teatro di legno, il Verdi, parodiando, insieme ad una piccola compagna, Maldacea. Ricorda ancora, sebbene confusamente quegli anni: e il giro del piatto alla fine dello spettacolo, i cuscini che ogni tanto non restavano sulle sedie, e le poltrone a venti centesimi. Ad undici anni, cominciò a cantare nella compagnia lillipuziana dei fratelli Billaud. Aveva una voce di baritono già intonata, che gli permetteva perfino di cantare il Figaro. In seguito, per il troppo sforzo, dovette curarsi la gola. Il padre volle che nel frattempo imparasse a disegnare, ma dello stesso parere non fu l'ormai tredicenne Virgilio, che preferì ritornare al palcoscenico recitando al Colonna, in una compagnia di prosa, al Mctastasio, con Raffacili, e più tardi con la compagnia Pesci-Raffaelli-Giordani. Nel 1908 è con la Compagnia di Z.irzuele, poi alla Sala Pichetti con Giuseppe De Martino, pres so il quale inaugurò la sua creazione « Picchio Pellccchia » in un dialetto napoletano perfetto. Dopo il servizio militare, ritornò al varietà nel 1912 con un repertorio di imitazioni che gli rendeva pochi denari e che forse cominciava ad annoiare il pubblico. Cercò allora di crearsi un tipo suo proprio di recitazione, inventando egli stesso i soggetti. Grande successo ottenne così al Quirino, al Salone Margherita, al Salone Umberto. L'abruzzese a Roma e A Roma ih notte 'o hanno in breve tempo reso celebre^ da quegli anni non ha mai abbandonato tali macchiette. Girò naturalmente tutta l'Italia; ed un giorno capitò anche io Abruzzo, I primi giorni ebbe timore di offrire la macchietta preferita da tutti i pubblici, L'abruzzese a Roma. Gli fu richiesta a gran voce, e non solo non dispiacque, ma entusiasmò. Questo abruzzese, che viene a Roma dalla provincia, sebbene in caricatura, e quindi con tutte le sue belle e meno belle caratteristiche, è un furbacchiotto, e non poteva perciò dispiacere agli abruzzesi. Da due anni circa, Riento è entrato vittoriosamente nei ranghi del cinematografo. Ma il nostro attore, prima di decidersi a questo gran passo, soffrì dubbi ed esitazioni. Rifiutò qualche allettante contratto, volle cominciare con parti modeste, semplici, che gli avrebbero immesso di capire tutte le nuove leggi di stile e di recitazione che il cinematografo imponeva, e che lo avrebbero allenato a più sene ed impegnative fatiche. Accettò così una particina assai breve ne OLI ALLEGRI MASNADIERI, COn Ì De Rcge. Il suo secondo film rappresenta già un successo: chi non ricorda il giornalai amico di De Sica, nel signor max? Nel cinematografo Riento trovò un mondo nuovo, nel quale egli vedeva la possibilità di interpretare personaggi molto vicini alla realtà quotidiana, come non gli era stato mai possibile nel teatro. In io, suo padre interpretò una figura di « nuovo ricco », tifoso, entusiasta della vita, al quale Riento donò umanità e sincerità schiettissimi. Meno rilievo in altri film, come 11. marchese di ruvolito, ;.'ha latto una signora, per 1 omini soli : forse perchè quei personaggi si adattavano relativamente alla sua personalità. Esperienze in ogni modo utili, che gli servirono a ritrovarsi in pieno nel portiere galante dei grandi magazzini. È scritturato ora dalla Scalerà, con la quale ha finito di girare il socio invisibile e sta lavorando al ponte dei sospiri. Ma si annuncia già, in preparazione, sempre alla Scalerà, un film nel quale Riento sarà il protagonista assoluto, Di questo egli non e affatto impressionato : conosce a fondo le sue possibilità, e sa bene che, se il personaggio sarà adatto per lui, non troverà ostacoli insormontabili per vestirlo e crearlo. Gli interesserebbe, per esempio, approfondire quella macchietta del « nuovo ricco » che aveva accennato in 10, sto padre, e, in generale, egli si sentirebbe a suo agio nei panni di un personaggio comune, che si muovesse in una vicenda semplicemente umana, nella quale la comicità sgorgasse istintiva, spontanea. Riento è un attore vero, dunque, perchè — come abbiamo detto — la sua arte deriva da una tradizione popolare millenaria. È un po' timido, riservato e; nella vita gli piace più che mostrarsi, nascondersi. Qualche volta si reca a ve-J dere i film dove ha preso parte. Per non essere riconosciuto, siede in una sedia lontana, fuori dagli sguardi dei curiosi. FILM PRINCIPALI: allegri masnadie-ì ri (Vittoria, 1937), il signor max (Astra, 1938), 10, suo padre (Scalerà, I938), IL MARCHESE DI RUVOLITO (Irpt via, 1938), l'ha fatto una signora (Icar, 1938), per uomini soli (Romttlus. Lupa 1938), grandi magazzini (Era, 1939), il socio invisibile (Scalerà, 1959), IL FONTE dei sospiri (Scalerà, 1939). pTJCK 356