Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

Record Details:

Something wrong or inaccurate about this page? Let us Know!

Thanks for helping us continually improve the quality of the Lantern search engine for all of our users! We have millions of scanned pages, so user reports are incredibly helpful for us to identify places where we can improve and update the metadata.

Please describe the issue below, and click "Submit" to send your comments to our team! If you'd prefer, you can also send us an email to mhdl@commarts.wisc.edu with your comments.




We use Optical Character Recognition (OCR) during our scanning and processing workflow to make the content of each page searchable. You can view the automatically generated text below as well as copy and paste individual pieces of text to quote in your own work.

Text recognition is never 100% accurate. Many parts of the scanned page may not be reflected in the OCR text output, including: images, page layout, certain fonts or handwriting.

OMAGGIO ALLA FIALAUfDIA «'FREDL.OS" MAN mano che uno sale verso il Nord, incominciando il viaggio dalla Danimarca, vede le acque interne crescere sempre di volume e di numero; e non lo abbandoneranno mai le nibelungiche foreste. La Danimarca possiede laghi minuscoli e qualche f jord ragguardevole, non comparabile però a fjord norvegesi : questi ultimi, inquadrati in mezzo ai monti, ne ricevono luci magiche, sì che paiono spicchi e brani di cielo estivo caduti in terra, ritenendo lievità e trasparenza. Arrivati in Finlandia, i laghi si moltiplicano, come ognuno sa, al punto che ancora nessuno è riuscito a contarli precisamente tutti. Quasi non c'è in terra suomica abitazione umana che non abbia a portata uno specchio d'acqua, mentre una gran parte delle capanne e delle case stanno proprio sulle rive, a sentire dolci rumori liquidi tutto il tempo. Accanto all'acqua idillica, la foresta nordica dalle ombre più sovente cupe che dolci : la foresta che s'alza su un terreno liscio e senza scosse, grazie al quale la massa alberata, potendosi estendere assai più che sui terreni nostrani facilmente aggricciati da rughe e da sbalzi, comunica una impressione di vastità infinita. Gli alberi sono radi, di fusto liscio e altissimo. Il colore dei boschi è rossiccio, color di vino vecchio, sul finire dell'inverno; venuta la primavera, si assiste di punto in bianco a un miracolo subitaneo : dentro un tempo breve, talvolta bastano poche ore, sbocciano con un piccolo salto tutti i germi, tutti i fiori e tutte le foglie : rosso rimane il pavimento, e tutto il resto s'è fatto verde, del verde più umido e più intenso che si possa pensare. Questi elementi naturali, che qui non si ripetono davvero per impartire una lezione botanicogeografica al paziente lettore, giocano continuamente sulla fantasia degli uomini, e ne impregnano la storia, la leggenda, la canzone popolare e la letteratura. È per questo che il cinema scandinavo « puro » si è sempre fiduciosamente appoggiato a tradizioni letterarie le quali puntualmente lo portavano all'aria aperta e lo sospingevano a creazioni fantastiche. Il cinema svedese di Stiller e di Sjòstròm, rimasto oggi nella memoria come un esempio volentieri citato, si tenne attivamente alle due sorgenti. Il cinema norvegese, nato solamente negli ultimi tempi, soprattutto per l'attività di un regista geniale, Tancred Ibsen (nipote di Henrik), è tutto in esterni, e passa felicemente dagli hamsuniani pan e vittoria alla storia picaresca degli zingari norvegesi pescatori e ladri (nel più bello di tutti i film scandinavi recenti da me veduti, e che mi par degno d'essere indicato tra le gemme della produzione europea : fant, 1939). Il cinema danese, quando si svincolò, per merito di C. Th. Dreyer e di Benjamin Christensen, dalle strettoie commerciali che lo dominavano (e che ne fecero, quanto ai difetti, ai tempi quando tutti i mercati erano suoi, un doppione del vecchio cinema italiano: motivi « passionali » vieti, attrici e attori di falso fascino borghese, « dannunzianesimo », per così dire, di ganga facile e molliccia), produsse al tempo del muto alcuni film fantastico-orridi di grande bellezza, l'ultimo dei quali, anche se parlato e non realizzato in Danimarca, è, a chiusura d'un ciclo, il vampiro di Dreyer; e al tempo del sonoro, riprese la tradizione svedese, ad esempio con film come le nozze DI PALO, LAILA e PROSCRITTO. È appunto di quest'ultimo film (1935-36) che intendiamo parlare particolarmente poiché esso rappresenta qualcosa di molto vivo e importante nella stessa produzione finlandese : diretto dal regista finno George Schneevoigt, girato in Finlandia con attori danesi e svedesi, mentre conferma con tale collaborazione lo spirito che unisce tutti i popoli del Nord, svolge un motivo finlandese di palpitante attualità. Tant'è vero che oggi molti mercati europei lo vanno ricercando, e lo ritirano dai magazzini quei mercati (come l'inglese) che a suo tempo lo conobbero. La storia di proscritto (Fredlòs) avviene nell'Ottocento, in piena dominazione russa. Il protagonista è un giovane cacciatore intrepido, che si fa nemico l'ingiusto governatore russo, e viene esiliato con una grossa taglia sulle spalle; ma un giorno, ritornato in segreto al paese per rivedere la vecchia madre, e capitato proprio quando i russi festeggiano l'anniversario dell'occupazione zarista, perde la calma (e in che modo!), riunisce i compaesani e risveglia in loro lo spirito di amor patrio che era appena sopito. La ribellione del distretto avviene così piena e terribile : il governatore russo ci muore di spavento, i suoi soldati sono uccisi nella strage. Nel finale l'autore può dimostrare narrativamente una cosa importante, e che oggi ha un richiamo sentimentale e simbolico di grande forza : lo spirito finlandese non morì mai durante la dura e lunga schiavitù; l'antica cultura del Paese, i suoi modi tipici di vita, non cedettero minima. mente allo spirito degli usurpatori stranieri, non ne furono affatto influenzati. E difatti, proclamata l'indipendenza, non restò la minima traccia di carattere russo né sulla terra né sul pensiero degli uomini. I finlandesi si riconobbero a un solo sguardo, come accade nello splendido film di Schneevoigt, che, per segnalati pregi di contenuto e di svolgimento, di motivi naturali e umani (la natura estiva e invernale della Finlandia e della Lapponia, i burleschi e pensosi caratteri dei finni e dei lapponi : ritratti con singolare stacco e maestria), resta tuttora il più bel film suomico, quantunque prodotto al trove. GIANNI PUCCINI 378