Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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/7lojul :oo&ffr iliaìmi e diha%mi cimmatogìaffici CONTINUANO nei giornali francesi le lamentele. A tre mesi e più dall'inizio della guerra la cinematografia degli studi parigini è del tutto in istato di pausa. Fermata la lavorazione per l'arruolamento della maggior parte degli attori e dei tecnici, le commissioni competenti per i nuovi indirizzi da dare al film francese discutono ancora, discutono sempre. Le voci più disparate si levano dalle anticamere dell'Hotel Continental, da quelle della camera sindacale, da quelle degli uffici della Difesa Passiva, senza contare le impressioni e i pronostici che registi ed attori, tra quelli rimasti, vanno facendo ai vari inviati dei periodici e dei quotidiani. Tutto sommato però di film di propaganda per la guerra o di film sulla guerra con etichette francesi non se ne vedono ancora e quel che è peggio la battuta di arresto sui film di contenuto e di produzione normale non sembra aver ancor fine. Grandi foto de il leone ha le ali, del APRÈS MEIN KAMPF, MES CRIMES, di doCU mentari inglesi sulle visite ufficiali alle truppe ancora in territorio di pace, e ritorni ai fotogrammi del 1914-1918 con Clemenceau e Millerand, baffi spioventi, pellicce gonfie, e mazza di ebano lucido, davanti alle truppe che dovranno ancora condurre lunghi anni di guerra. L'attualità del cinema francese in questo campo è dunque in arretrato almeno di ventun'anni. C'è veramente di che essere in apprensione, e di che polemizzare con gli unici responsabili come avviene dalle colonne interrotte da larghi spazi bianchi in « censure », che parlano però chiaro e che rivelano ancor più chiaramente lo stato d'animo di coloro che in Francia vivono di cinematografo e ne capiscono l'importanza e la necessità proprio nel periodo attuale. Ed è così che per confermare le lamentele e le critiche si è giunti al punto di mostrare a chi di ragione con notizari abbastanza fedeli e aggiornati quanto si fa nel cinema sull'altra sponda del Reno. Grande rilievo si dà per tanto al patto culturale germanosovietico i cui termini vengono fissati proprio in questi giorni a Mosca presente una delegazione tedesca della quale fa parte una speciale sottocommissione per le questioni riguardanti il cinema. Modificate le norme concernenti le limitazioni per l'entrata in Germania dei film russi, l'accordo prevede un campo di azione vastissimo, e nelle sue grandi linee un piano di collaborazione cinematografica sui punti in cui la propaganda delle due tendenze trova riferimenti comuni. Le informazioni da fonte francese, affermano che il patto culturale per la parte cinematografica fisserà i seguenti campi di collaborazione : 1) Film documentari e scientifici; 2) Film storici che celebrino la collaborazione della Germania e della Russia nel passato; 3) Un film sulla guerra di Polonia di quest'anno con la liberazione dei tedeschi e dei russi « dal giogo polacco »; 4) Infine molti film destinati a mostrare le similitudini dei due regimi nella lotta contro il capitalismo, contro la massoneria e contro l'Inghilterra. L'inizio di alcuni di questi film deve avvenire immediatamente. Tutte le attualità sia russe che tedesche girate nella campagna di Polonia, quelle per l'entrata di Hitler a Danzica, quelle sulle elezioni dei Soviet nell'Ucraina polacca verranno incorporate nel piano della super-produzione previsto dall'accordo. Naturalmente i giornali francesi non fanno economia di motteggi e di critiche a questa collaborazione ma in fondo non possono dissimulare il rammarico che nasce dai confronti. Gettato uno sguardo all'attività della cinematografia repubblicana, essi hanno un po' la sensazione di essere in questo campo in un pericoloso disarmo di fronte agli armamenti sempre crescenti dei due nuovi paesi amici. (Paligli paìla di Be'ilim Se questi sono i piani previsti dalla collaborazione germano-sovietica, non è da credere tuttavia che al di fuori di essa gli stabilimenti tedeschi non si preparino, isolatamente, dal canto loro, alla produzione di film di propaganda. Lucien Corosi nel Pour Vous del 13 ultimo scorse ci dà informazioni di nuovi progetti non privi completamente di grande interesse per film a soggetto di intendimento propagandistico. « La « tendenza generale di questi film sarà natural« mente antinglese e avrà per temi : il periodo « che precedette la guerra dell'indipendenza ame« ricana con certi suoi retroscena, che sono, a Vedi, mi porto sempre via un ricordino (Film v/eekly) « quanto sembra, sconosciuti. Un film su questo « stesso soggetto sarà probabilmente girato nella « stessa America con l'aiuto morale e materiale « dei circoli filo-nazisti degli Stati Uniti; la que« stione coloniale, il malcontento delle popolali zioni indiane; l'ingiustizia di privare la Gerii mania delle sue colonie; un film sulla " grande « miseria " dell'Australia che gli Inglesi chiu« dono all'immigrazione asiatica, ma che, se_ si « accettasse un piano comune germano-giappo« nese sarebbe capace di accogliere e di nutrire « dai trenta ai cinquanta milioni di bocche ». Inoltre, sempre secondo il Pour Vous, si sarebbe in animo di girare a Berlino un film di tendenza su Napoleone, su soggetto originale di Hanns Heinz Evers. In questo film si mostrerà l'Imperatore vittima degli Inglesi, non soltanto sui campi di battaglia, ma ancora negli intrighi della sua corte e nella sua vita privata. Il finale mostrerebbe il Buonaparte, ritornato improvvisamente nel 1939, che esprime tutta la sua sorpresa e la sua indignazione nel vedere i suoi compatrioti allearsi con i suoi nemici ereditari. Dell'esattezza di queste informazioni più o meno interessate non è possibile giurare. Esse stesse appartengono forse a quella pubblicità di tendenza, positiva o negativa che sia, che è necessario accompagni sempre ogni cinematografia a sua volta tendenzialmente propagandistica. Ifiim di guaita ivi Oliente Fare film sulla guerra e per la guerra non è, in questo agitato momento, prerogativa unica degli europei. Le corrispondenze di guerra del giornale giapponese Yomiuri, sin dal principio del conflitto cino-giapponese, sono state documentate da illustrazioni tratte da fotogrammi di film a passo ridotto girati sui luoghi delle operazioni in piena attività di guerra. Oggi, come viene annunciato, questi documenti della guerra di Estremo Oriente, riuniti e montati a cura di società cinematografiche locali hanno formato un film che porta il titolo la guerra santa e che vuol dimostrare le necessità vitali che hanno costretto il Giappone alla guerra in Cina. Il film si inizia con l'incidente del luglio 1937 avvenuto presso il ponte Marco Polo e attraverso visioni delle battaglie nei pressi di Schanghai e di Chapei e di quella di Hsùchowfu che durò più settimane, giunge a mostrare gli attuali sviluppi della penetrazione giapponese in Cina. L'ingresso del generale Matsui in Nanchino, la espugnazione di Canton, l'occupazione di Hankau, le lotte sullo Jangtse e sul fiume delle Perle completano questa attentissima e fedelissima documentazione la cui programmazione è già stata annunziata anche in Europa e precisamente nelle sale berlinesi. _ T 391