Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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* COSE DELL'ALTRO MONDO Produzione: Consortium Film Artisti Associati Soggetto: Nunzio Malasomma Regìa: Nunzio Malasomma Direttore di produzione: Goffredo D'Andrea Sceneggiatura: Nunzio Malasomma, Alessandro De Stefani, Sergio Amtdei Scenografia : Gastone Medin ■ Montaggio : Vantale Operatore : Mario Albertelli Fonico : Wilson Interpreti : Amedeo Nazzari, Antonio Gandusio, Sandro Raffini, Amelia Chellini, Wanda Gloria, Nino Pavese, Guglielmo Bernabò, Oscar Andriani, Cesarmi Gheraldi, Anna Sol belli. Quando si parla di satire delle carceri americane, o meglio di satire dei film che hanno a sfondo quella vita carceraria, torna in mente subito muraglie con la sua schiacciante comicità, e fioriscono i ricordi. Qui si tratta di tutt'altra cosa, cose dell'altro mondo è un po' un'America in famiglia; tanto in famiglia da non essere più America e da farne una di quelle scombinate e ingenue scene da teatrini da bambini che vogliono imitare penosamente i grandi. Non abbiamo citato muraglie per inopportuni confronti, ma piuttosto per far notare come gli americani stessi sappiano colpire certi loro propri atteggiamenti di vita privata e pubblica. cose dell'altro mondo è un film di Malasomma, nel quale lavorano Nazzari, Gandusio, la Chellini, la Solbelli, la Gherardi. ** UNA DONNA IN GABBIA (Hitting A New High) Produzione: RK.O. Generatane Soggetto : Robert Murari e Maxwell Sitane Regìa : Raoul Wals/i Direttore di produzione : fessi L. Las^y Sceneggiatura : Gertrude Powell e John Twist Scenografia: Vati Nest Polglase Commento musicale : fames MacHugh Montaggio : Desmond Marquette Operatore: f. Roy Httnt A.S.C. Fonico: Hugh McDowell jr. Interpreti: Lily Pons , ]ac\ Oakie, Eric Blore, Edward Everett Horton , fohn Howard, Eduardo Cìannelli, Luis Alberni , facl{ Arnold, Léonard Carey. Ascoltare la deliziosa voce di Lily Pons è sempre un grande piacere, tale anzi da far spesso dimenticare le notevoli deficienze della sua figura di attrice cinematografica, e della insipidezza delle storie nelle quali essa è costretta a figurare. Peccato, che una donna in gabbia partendo da una trovata se non originale perlomeno bizzarra e divertente, servendosi della spigliata recitazione di Jack Oakie e di Edward E. Horton, avendo piena possibilità di sfruttare una tanto pregevole voce avrebbe veramente potuto essere un film ben più spassoso e più riuscito. La regìa di Raoul VValsh è pedestre e piuttosto fiacca, mancando al film quella serratezza e scorrevolezza che sono la proprietà più saliente dei lavori nei quali normalmente compaiono i due bravi attori. ** IL SOCIO INVISIBILE Produzione e distribuzione : Scalerà Soggetto : Giudo Rispoli Regìa: Leone R Roberti Direttore di produzione: Cesare Zanetti Sceneggiatura: Roberti e Rispoli Scenografia: Abel e A Marni Commento musicale: Umberto Mancini Montaggio: Dolores Tamburini Operatore: Massimo Terzana Fanno Emanuele Caracciolo Interpreti: Evi Maltagliati , Clara Calamai. Mariella Lotti, Gemma Bolognesi. Carlo Romano, Virgilio Riento, Sergio Tofano, Erminio Spalla, Nicola Maldacea. In questo discreto lavoro di Leone Roberti, vecchio regista del muto che riappare dopo anni di sosta., c'è una sproporzione fra soggetto ed interpretazione che balza immediatamente agii occhi e nuoce all'economia generale del film stesso, sproporzione dovuta in gran parte all'intonazione abbastanza elevata della storia, i cui presupposti morali vanno oltre il semplice racconto, di contro ad attori che per naturali possibilità e inclinazione non sono adatti per i ruoli nei quali sono stati impiegati. Così Carlo Romano, così Riento in veste di seduttore, così la Maltagliati, così Tofano e gli altri. Attori cioè clic noi reputiamo fra i migliori quando essi vengano giustamente adoperati. Al soggetto del film, gustosissimo e pieno di trovate, va la nostra lode. GIUSEPPE ISANI IL LIBRO DELLA VANITA OGNI tanto un giornale, una rivista tira giù qualche colonna di memorie sul nostro vecchio cinematografo, luci sulla gloria passata in attesa che mezzi e maturità artistico-industriale ci riportino all'antico livello. Il pubblico legge volentieri queste memorie, come legge — in altri campi — memorie di scrittori, di politici e di guerrieri. Anche chi scrive trova un certo piacere a ricostruire le linee di una storia così densa di attività e ricca di persone e di idee — che è la storia, poi, degli inizi. A meno di cinquantanni di distanza si ha la curiosità alacre degli scrutatori d'incunaboli. E si sente la necessità che un uomo di buona volontà si decida a scrivere la storia del cinema italiano : Pasinetti, per esempio, sempre così preciso nelle sue ricerche; oppure Comin che un paio di anni fa al Centro Sperimentale tenne un corso di lezioni proprio sul primo cinema italiano. I ricordi personali di quelli che furono i pionieri — ricordi a cui spesso ci si affida con fiducia — sono sovente incompleti: difetto di memoria, quando non succeda che, nel ricordo di avvenimenti lontani, si veda preminente la propria azione e la si romanzi un poco. Mai pionieri sono simpatici. Soprattutto conservano — sia quelli che, come Ambrosio, a 70 anni sono ancora in attività, sia quelli che si sono definitivamente ritirati — una grande nostalgia del loro lavoro e una grande passione. Parlano volentieri delle cose di tanti anni fa. Se si capita in casa loro si trovano le pareti tappezzate di fotografìe di amici d'allora: registi, attori è attrici, scrittori; se si fruga fra mucchi di carte o in fondo ai cassetti, spuntano fuori altri pacchi di fotografìe. È, in fondo, tutto ciò che rimane di glorie spesso eccezionali. Il resto, la pellicola, quella che procurò tali glorie, a pochi anni di distanza è macerata, inesistente o giace, rigata dalla «pioggia», avvilita dai tagli, in qualche cineteca, salvata e conservata da volenterosi cultori. I cultori di questo passato sono in gran maggioranza dei giovani. * * * Mi trovavo a Torino nello studio di Arrigo Frusta, un uomo celebre fino a vent'anni fa nel nostro cinematografo. In questo studio piccolo, fra tratti di parete ricoperti di scaffali colmi di libri, apparivano incorniciate le fotografie di un tempo; e di ciascun volto Frusta mi diceva la storia lieta o triste. Per ogni volto una messa a fuoco. Talora esaltatrice, tal'altra scherzosa o critica; sempre commossa. La fama di ciascuno era la propria fama. Quindici anni di cinema sono ben ricchi di ricordi . Gli inizi di Frusta coincisero con quelli del nostro cinema. Era il 1909. Ambrosio, piena Arrigo Frusta con i leoni 393