Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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IL NOSTRO DOUGLAS NON è cosa semplice ritrovare in noi, esatto, il sentimento che provavamo — ragazzi — per Douglas. Fu un idolo soltanto fisicamente attraente per il repertorio atletico e per i suoi sorrisi chiari e schietti, o era la nostra un'ammirazione di natura più profonda, più convinta? Di cinema, in quel tempo, non capivamo un gran che. Il cinema era certo un caro svago, anche perchè non era sempre possibile andarci : allora il nostro passo era comandato. Ma, si trattasse di Chaplin o di Ridolini, di Tom Mix o di Douglas, uno svago sempre identico. AU'infuori di questi non avevamo altri beniamini, allora, al cinema. Gli altri appartenevano ad un altro mondo : erano i calciatori e i ciclisti più famosi, che conoscevamo ad uno ad uno dalle fotografie, riprodotte nelle <( figurine » che trovavamo racchiuse nelle caramelle e nelle cioccolate (di un sapore indefinito, naturalmente) che acquistavamo a due soldi dal droghiere davanti al collegio. Fisicamente, in persona, soltanto una volta avevamo visto Combi, il portiere della nazionale, mentre giocava : ed eravamo proprio dietro la rete da lui difesa. Quanto a Douglas, quando si passava con nostro padre, nella passeggiata pomeridiana, dinnanzi alla porta tutta tappezzata di cartelli multicolori del cinematografo, se lo riconoscevamo da lontano, in atto di saltare una finestra, o di scavalcare un muro, o con la spada sguainata di fronte ai nemici, tiravamo con più forza la manica a nostro padre, perchè ci conducesse là dentro. Il più delle volte lo supplicavamo invano: ma talora nostro padre cedeva: ed era una gioia indescrivibile. Dentro, nel cinema, si accendeva subito il nostro entusiasmo : e Dio solo sa se quel tifo era di simpatia e di ammirazione. * * * Douglas Fairbanks era nato il 23 maggio del 1883, a Denver, nel Colorado, dove il padre, avvocato di New York, si era stabilito definitivamente, probabilmente perchè la cittadina e le ricchezze del sottosuolo circostante lo invitavano. A due anni risale — così almeno si tramanda — la sua prima prodezza atletica : un salto dalla finestra che gli valse un taglio profondo sulla fronte. Fantasia o realtà, il fatto è che a Denver bambini così vivaci come Doug non ce ne erano molti. C'era un solo modo per tenerlo tranquillo e quieto : e suo padre lo usava spesso, ormai lo conosceva come infallibile : Shakespeare. Il quale aveva su Doug un fascino particolare, si trattasse dell'Amleto o dell' Enrico IV, non importava. Doug era ancora piccolo, sette anni suppergiù, e ben poco capiva di ciò che gli veniva letto o declamato. Qualche volta era lui stesso che! teneva circolo : tra gli spettatori, non poche volte, c'erano anche gli attori di passaggio che venivano invitati nel « bungalow » dei Fairbanks, a sentire il piccolo prodigio. E fu proprio uno di questi attori, Frederick Warde, specializzato nelle comedie di Shakespeare, che, qualche anno più tardi, tornata la famiglia a New York, prese il diciassettenne Doug nella sua compagnia. Ma la preparazione teatrale di Douglas era davvero assai superficiale e presto egli dovette convincersi che per diventare un vero attore bisognava studiare, e quanto! Un giorno, poi, recitò la parte di Laerte al posto di quella di Amleto, fra l'ilarità generale. Shakespeare d'altra parte lo interessava sopratutto per i duelli e per le lotte a sangue : la sua conoscenza del testo era empirica e mnemonica : egli non ne capiva ancora né lo spirito né la grandezza. Propositi allora fieri di studio e di rivincita: entrò con grande entusiasmo all'Università Harvard, dove aveva deciso di specializzarsi nelle letterature latina, francese e inglese. Ma ben presto sentì la mancanza dell'aria aperta, delle corse libere e sfrenate, dei salti acrobatici. Dopo appena cinque mesi di permanenza alla Harvard, eccolo già fuggire, insieme ad un amico, su una nave mercantile. Fece prima il cuoco, a bordo: ma in seguito ottenne anche di poter saltare e di esibirsi negli esercizi più assurdi sulla coperta della nave. Si recò così in Europa, dove rimase varii mesi, facendo un po' tutti i mestieri. Tornato a New York, riconciliato con la famiglia, la vita comoda riprende per Douglas, una vita « borghese » di affari, di « borsa », dalla quale ben presto seppe cogliere i migliori frutti. Fu infatti nominato capo del dipartimento di una delle società più famose di Wall Street, la « Coppet and Doremus ». I suoi atteggiamenti spavaldi, giovanili, ma aperti e sinceri avevano ancora trovato un terreno adatto. Fu in quel tempo, siamo nel 1906, che sposò Beth Sully, la figlia del « Re del Cotone », dalla quale ebbe, un anno dopo, Douglas junior. Ma la vita comoda, tra le piume e il calduccio, presto lo stancarono; e allora Doug tornò agli affari liberi, ai viaggi, alle avventure. In Inghilterra vendette a caro prezzo un suo brevetto elettrico, ma, poco dopo, era in bolletta e dovette farsi prestare i soldi da un amico per ritornare a New York. Un nuovo debutto teatrale, e per un anno recitò insieme a Fischer in Mr. Jack. Con Wiliam A. Brady, altro impresario teatrale, andar d'accordo e insieme lavorarono per circa otto anni. Ma a questo punto se uno avesse domandato a Douglas o al suo impresario, le caretteris fiche, i punti di forza, del nostro attore, ambedue non avrebbero saputo rispondere. Le sue eccezionali doti atletiche 396