Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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e il suo sorriso furono valorizzati dal celebre attore Lewis Waller, che lo fece debuttare nella commedia Hawthorne U.S. A., nella quale Douglas doveva compiere un salto assai difficile sorridendo vistosamente alla folla. Da allora fu, di volta in volta, un Giovanni Tenorio perfetto, un Robin Hood scintillante e un romantico Francois Villon : sempre molto amato e applaudito dal pubblico. Sarà utile intanto notare che Fairbanks s'era incominciato a capire: difatti ora il suo autore preferito si chiamava Bret Harte. Logica e conseguente, a questo punto, la sua entrata nel cinematografo. Griffith lo aveva notato in teatro e gli offrì un contratto di duemila dollari la settimana, per dieci settimane. Da allora, il cinematografo trovò il suo attore ideale. Il suo primo film (1914), fu the lamb (L'agnello). In seguito girò : doublé trouble (Doppio imbarazzo), REGGIE MIXES IN, HIS PICTURES in the papers, the american (L' Americano), 1916, the habit of happines (L'abitudine della felicità), the matrimoniac (Stratagemma matrimoniale), flirting WITH FATE (Scherzando con la morte), THE GOOD BAD MAN, THE HALF BREED (77 meticcio della foresta), nel 1917 Manhattan madness (Un'avventura a New York), american ARISTOCRACY IN AGAIN, OUT AGAIN. Nel 1919 fondò insieme a Mary Pickford, Chaplin e Griffith, gli « Artisti Associati »; un anno dopo sposò Mary Pickford, dalla quale divorziò poi nel 1936, per sposare Lady Ashley. Sono di quel tempo, fino agli ultimi: wild and wooly, down to earth, MAN FROM PANTED POST, REACHING FOR THE moon (prima edizione di Mi sposo e torno), modern musketeer (Moschettiere moderno), HEADIN' SOUTH, MR. FIX-IT, SAY YOUNG FELLOW, BOUND IN MAROCCO (L'avventura marocchina), HE COMES UP SMILING, ARIZONA (Il cavaliere dell' Arizona) , knickerbrocker BUCKAROO, HIS MAJESTY THE AMERICAN (Sua Maestà Douglas), where the clouds roll BY, THE MARK OF ZORRO (Il segno di Zorro), THE MOLLYCODDLE, THE THREE MUSKETEERS, THE NUT, ROBIN HOOD, THE THIEF OF BAGDAD (// ladro di Bagdad), don q. son of zorro (Don X figlio di Zorro), THE BLACK PIRATE (Pirata nero), THE GAUCHO (Il gaucho), THE IRON MASK (La maschera di ferro), taming OF the shrew (La bisbetica domata), reaching for the moon (Mi sposo e torno), AROUND THE WORLD IN EIGHTY MINUTES (Giro del mondo in 80 minuti), Robinson crusoe, don juan (Le ultime avventure di Don Giovanni). * * * Douglas Fairbanks non fu soltanto, come molti hanno detto in questi giorni, fortunata quintessenza di slancio fisico, di attrazione sportiva, di simpatia umana. Quei molti hanno scritto rifacendosi a un lontano ricordo, nel quale era bene non avere che una vaga fiducia; un ricordo, per i più, degli anni dell'adolescenza o della fanciullezza; un ricordo tutto fatto di esaltazione sentimentale, dalla quale bisognava guardarsi in un'occasione come questa, che se ne doveva tracciare la sagoma anche in sede critica. Noi siamo invece tra i pochissimi che pote rono rivederlo, Douglas, un paio d'anni fa, al cinema Colonna, il più benemerito un tempo, ancorché tanto modesto, tra tutti i locali di Roma : quando andava famoso tra i fanatici per le sue savie « riprese », che colmavano di gioia il cuore di molta gente semplice e secondo natura, mentre i professionisti, gente ormai non più fanatica, anzi sovente ben disincantata, non ne venivano a saper nulla. Quella volta ci capitarono uno dopo l'altro, tre giorni di fila, robin hood, I TRE MOSCHETTIERI, LA MASCHERA DI FERRO. In altre non tanto lontane occasioni: il GAUCHO, IL LADRO DI BAGDAD. Fu così che ribadimmo e chiarimmo i motivi non labili di un'affezione infantile illimitata. Douglas era un personaggio completamente definito nelle sue azioni e nella sua colorita psicologia : al punto che oggi noi ci sentiremmo benissimo di costruire un soggetto su Zorro (attenzione: facendo opera giusta solo nell'esteriore, che certo non sapremmo ritrovare il piglio originale, frutto dell'ingenuità e dell'allegrezza di un folletto), tanto ci è precisa dinnanzi l'immagine dell'eroe, e la possibilità infinita di nuove avventure ch'essa sortiva dalla natura. Non erano avventure puerili e sciocche, no: al contrario esse riscattavano tutta una dolente umanità sedentaria, che al buio dei cinema tografi ritrovava il colore sulle guance smunte; e fornivano ai ragazzi motivi non meno schietti di quelli contenuti in un romanzo d'avventure — diciamo tanto per dire La freccia nera di Stevenson. Avventure ed espressioni di vita che avevano il fascino di una schiettezza poetica elementare, capace di ritrarre le cose fantasticamente « afferrate » secondo la luce ch'esse avrebbero, spogliate d'ogni sovrastruttura, per così dire, tradizionale, di una fissata continuità espressiva. È lo stesso segreto di efficacia poetica immediata che conservano i canti popolari. Douglas-Zorro era innanzi tutto un personaggio di ballata, di « Volkslied » : il ritornello ce lo descriverebbe sempre come l'eroe dal sorriso gaio, che saltava su una finestra e vi si posava a gambe divaricate, un braccio nudo attaccato a uno stipite. Come conobbe, quando fu D'Artagnan, la sua donna? Usciva correndo con quel suo passo teso di corridore quattrocentista piombato nel modo più autentico in mezzo ai moschettieri e alle guardie del Cardinale — usciva correndo da una casa : proprio sulla soglia la punta del suo piede aveva toccato qualcosa. Una sorta di palla, che, colpita con forza, rotolò via per le strade. Douglas ridendo l'insegue e la prende: è un gomitolo, c'è ancora il filo attaccato. Bene! Douglas lo prende in mano e arrotolando arrotolando il gomitolo, finisce, svoltati due o tre cantoni, fra le braccia della bionda zuccherosa che stava anche lei camminando e arrotolando dalla parte opposta. A raccontarlo pare niente, ma sullo schermo era l'espressione più tersa di un mondo in sé perfettamente coerente, del quale Douglas Fairbanks, anche se altri nomi figuravano via via come registi, era nel modo più sicuro il creatore unico : unico, perchè anche se qualche volta le invenzioni venivan fatte da altri, la figura di lui le provocava sempre. Un mondo nel quale i cattivi guerrieri nemici venivano puniti da un'irruzione scimmiesca di Robin e dei suoi uomini, che si calavano dagli alberi; dove non si faceva parola, e tutto era spiegato; dove gli eroi non erano invulnerabili ciecamente, ma, come schiette figure popolari, gli poteva anche succedere di venir bastonati dalle donne infuriate (1 tre moschettieri), dopo essere sfuggiti agli agguati e alle battaglie più strenue. Un'altra fortuna ebbe Douglas : egli non tradì come uomo la leggenda creata dal personaggio : vestito come un borghese, sorrideva e saltava altrettanto che nei pittoreschi costumi suoi. Una volta che fu a Copenaghen, e s'affacciò a un balcone, sentì che l'enorme folla gli gridava qualcosa; si fece spiegare; volevano che camminasse sulle mani; detto fatto: Zorro andò su e giù docile e allegro, montato sulla ringhiera di pietra del balcone. Queste cose lo facevano felice : voleva dire che la gente lo capiva appieno, e coscientemente lo amava. Perciò era giusto che un simile uomo non dovesse mai soffrire la vecchiaia : morì sulla soglia di essa, non avendone ancora renaio, grazie alla sua intatta forma atletica, l'alito diaccio incalzarlo dietro la nuca. MASSIMO MEDA 397