Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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in atto da alcuni coscienziosi turisti ad Amanoshidate (uno dei cosidetti « tre paesaggi classici » del Giappone, terra ove neppure le fantasie della natura sfuggono alla solerzia dell'amministrazione del Catasto). Queste brave persone dall'aspetto dignitoso e compassato, onde ammirare in tutte le sue sfumature il celebre panorama, volta ad esso la schiena, si sforzavano di contemplarlo inserendo la testa tra le gambe : spettacolo di ogni giorno che aggiunge un'attrattiva di più popolare richiamo al fascino sottile di Amanoshidate. Alle molte obiezioni che critici acutissimi rivolgono a Davide Ricardo potrebbesi con egual fondamento aggiungere l'appunto di aver indirettamente favorito con i suoi controversi teoremi sul commercio internazionale la proiezione a Gifu di quel giulietta e romeo la cui tragica e nota vicenda appassiona da secoli i pubblici d'occidente e, pur nella sua ultima versione cinematografica, ha dato ai produttori gli alti profitti che secondo la scuola psicologico-utilitaria dovrebbero indicare con mirabile precisione la grande somma di soddisfazioni estetiche provate dagli spettatori. Memore di tutto questo, già prevedevo la sincera commozione dei bravi provinciali di Gifu, artigiani e pescatori di millenaria semplicità. Invece, passato il primo istante di disorientamento, il pubblico rise con irreprimibili nitriti (anche il riso varia in analogia alla legge del Grimm), e gli ognor sventurati amanti veronesi si avviarono verso il loro tragico destino in una gioconda atmosfera di ilarità senza malizia. Il dramma svolgentesi sullo schermo con sobria efficacia sembrava divertire moltissimo gli spettatori i quali, come in seguito mi fu confermato da persone autorevoli e degne di fede, vedevano in esso una fantasia burlesca di irresistibile comicità. Non era però l'ilarità che in alcunPdi noi potrebbe suscitare una tragedia a fortissime tinte su un palcoscenico di infimo ordine, ma piuttosto quella di una persona dotata di mirabile serietà e rigore logico di fronte alle paradossali stravaganze di un G. B. Shaw. Al dialogo inglese degli attori, quintessenza della più alta poesia shakespeariana, si sovrapponeva la voce stridula e petulante di un signore accovacciato dietro il telone, il quale risolveva la vexata quaestio del doppiaggio con la prosopopea di un imbonitore. Non so fino a qual punto la sua interpretazione contribuisse ad alimentare l'ilarità generale, ma certo soltanto un maestro dell'umorismo contemporaneo potrebbe indurre un pubblico occidentale nell'infondata supposizione che nei contrastati amori e ferali contrattempi di Giulietta e Romeo si nasconda una insospettata vena di irresistibile comicità. Persistendo il pubblico di Gifu nel considerare la tragedia shakespeariana una divertente buffoneria, nonostante le prove contrarie che si susseguivano sullo schermo, mi sentii quasi partecipe della irritazione che un austero gentiluomo dell'epoca vittoriana proverebbe sfogliando i nostri settimanali umoristici : ma poi mi parve poterne trarre l'ammaestramento che verosimilmente anche nello spazio, e non soltanto nel tempo, impera quella relatività per cui tanta parte dell'umorismo contemporaneo è una semplice indiscrezione nella vita dei nostri avi. Il pubblico giapponese si compiace di strani contrasti. Ricordo di aver ammirato a Kyoto il massimo interprete del cosidetto teatro Noh, l'insigne tragico Funkei Benkei, nel suo capolavoro Benkei e la barca che ha mo ' . . . L' aspetto convenzionalmente ortodosso dei giapponesi incontrati a San Francisco . . . ' menti di intensa emotività, capaci di interessare anche gli spettatori più distratti. All'atmosfera eroica creata dall'egregio artista seguì senza interruzione l'assurdo anti-climax di una di quelle grossolane farsette dette hiogen, destinate forse, nell'intenzione degli impresari, a risollevare il morale del pubblico messo a prova estenuante dalle cinque o sei tragedie che di regola compongono questi interminabili programmi, spesso della durata di una buona mezza giornata. Per rivincita sul pubblico di Gifu e desideroso di scoprire qualche nuovo aspetto della psiche nipponica, mi recai ad assistere a un film passionale che in quei giorni furoreggiava a Nagoya, confidando di poter forse ridere a mia volta. Fu invece una sorprendente esperienza: uscii dal cinematografo assai perplesso. RAIMONDO nu^zim a y ». ft e k t t ì a k h ; ii r: n a 4 o 4 A 4 • i>* • t « » • * » «J 11 b « n L o • •» -e * • a » » l t il -> !C Il 4 ■' i I-. t * "■ a a u. « i> j. • r> 4 ItniH «. it m ■ iti *> « ¥ k T k < ci r 4 Sd t • » -> » i' « ■ ti i. k 4 mi + r> a n t < 1 1 A t> * «• li 1 è ¥ UH 'k ■> k K 4 11 -3 » !• * 4 « t * " * ■ tm f ^t lo «ili » -e t> u ?-..«! * e a >,:«■• ->!.«.* 4 • » far i « x l li K b I X l ■ li SI i j Il * » < •41»! X • •< « * ') I H < .t m v X 11 L M Ù* -. 4 -> Ut" • 4' • f --> < ■ 4 I A |I " » 11 .!• * * U* a : fi -> t. ■-• ,: l A 0 » ti h t ! ■r * ; • « i K L < r> 4 I » *' r. ti ■_■ ni * m I» X l » ■ ■ 1 l« 4 ft . » i t b ■ m ■» ; a 4 » In: < 4» :»t| " il I l»j:i ! 4 * t z V ; i * « **»«i.4f>é • («•"«cftot ■: -. * (ti J « l. * * I 1 • 1 M *l K H i I * fc Hi t mmi Sin k t s n i t ■ "t 4 • N » t K If > I» ■ A ft» « .1 • ■ ■ n ■ un ■ ii i> * > . % fc « L < u n ■! 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