Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

Record Details:

Something wrong or inaccurate about this page? Let us Know!

Thanks for helping us continually improve the quality of the Lantern search engine for all of our users! We have millions of scanned pages, so user reports are incredibly helpful for us to identify places where we can improve and update the metadata.

Please describe the issue below, and click "Submit" to send your comments to our team! If you'd prefer, you can also send us an email to mhdl@commarts.wisc.edu with your comments.




We use Optical Character Recognition (OCR) during our scanning and processing workflow to make the content of each page searchable. You can view the automatically generated text below as well as copy and paste individual pieces of text to quote in your own work.

Text recognition is never 100% accurate. Many parts of the scanned page may not be reflected in the OCR text output, including: images, page layout, certain fonts or handwriting.

CITTÀ DI FIRENZE VI MAGGIO MUSICALE FIORENTINO 1940-X VIII Sotto l'Alto Patronato di S. A. R. la Principessa di Piemonte 28 Aprile 8 Giugno 1940-XVIII PROGRAMMA LA TRAVIATA (Verdi) TURANDOT (Puccini) IL FLAUTO MAGICO (Mozart) DIDONE ED ENEA (Purcell) ACI E GALATEA (Handel) TURANDOT (Busoni) SEMIRAMIDE (Rossini) VOLO DI NOTTE (Dalkpiccola) L'ELISIR D'AMORE (Dovetti) BORIS GODUNOF (Mussorgsky) Concerti sinfonici e corali La creazione del mondo (Haydn) Concerto di musiche di Scnubert Concerti di musica da camera Prosa all'aperto: ADELCHI (A. Manzoni) Ciclo di conferenze sulla scenografia italiana Info rmazioni presso l'Ente Autonomo del Teatro Comunale Vittorio Rmanuele II RIDUZIONI FERROVIARIE GALLERIA (v. tavola a fianco) SI CHIAMAVA Simone; sul cognome sappiamo soltanto che incominciava per R. È nata diciannove anni fa a Neuilly. Non ci dev'essere stato niente di straordinario nella sua vita « anteriore », se i biografi non ne parlano. In realtà si pensa dal difuori che il cinema oggi avvedutissimo di Francia, di giorno in giorno meglio attrezzato anche industrialmente e commercialmente, dopo aver create con abilità suprema in fiochissimo tempo un nucleo di « stele » una più fresca dell'altra (Michèle, Viviane Romance, Micheline Presle, Jacqueline Laurent, le due o tre di quel film falso e sbagliato eh 'è ragazze folli, dove non mancano un paio di cose sincere per merito delle « giovanissime », ecc.), abbia presa oggi in considerazione la tecnica di « lanciamento » e di sostegno hollywoodiana delle attrici, poiché costruisce anch'esso le sue brave leggende sulle sue dive, partendo naturalmente da evidenti dati fisici. Così di Michèle Morgan, già Simone R., s'è fatta la « misteriosa, mai soddisfatta ». « colei che insegue una felicità impossibile », che felice non lo sarà mai... Mistero attorno alla sua vita: i lettori ne sono molto lieti, tanto è vero che questa sarà una delle ragioni della popolarità sempre crescente (diciamo fino allo scoppio della guerra) della singolare interprete di quai de brumes. Aveva dodici-tredici anni, quando vide Fernando Gravey per la prima volta in un film, un film intitolato passionnément : e gli scrisse una lettera che incominciava : « Je vous admire passionnément... ». Andava poco al cinema, ma ogni volta era una emozione delle più grandi. Questo è certo: lei incominciò presto presto, pur senza essere una piccola « prodigio », senza che nessuno potesse attentarsi a riconoscerle doti speciali di mima o di commediante, a sognare una sua gloria cinematografica, sia pure a sognarla vagamente. Da bambina, era molto fantasiosa (quale bambina non lo è?). Fu scoperta da Marcel Carne, il quale, seguendo un metodo caro, si vede, ai cineasti francesi, la mise a cuocere, per cosi dire, presso altri colleglli prima di affidarle un grosso ruolo. Aveva circa sedici anni. Il suo debutto fu un'apparizione di pochi secondi, quel tanto che le servisse di già per « affiatarsi » con le luci, con la gente e coi luoghi, in un film intitolato mademoiselle mozart. Leonide Moguy se la prese volentieri, la piccola, per affidarle una particina corale, una ragazza in un gruppo di ragazze collegiali, poche parole e nemmeno un primo piano, nel suo film le mioche. Ma ecco che subito dopo ci fu chi la « riscoprì » là in mezzo, e di punto in bianco la fecero t< stella », col film griboiille. Era fatta. A casa, la buona famiglia che non si provò mai a ostacolare una così puntuale vocazione, se n'andò in lagrime, dalla nonna alla mamma; Michèle si vergognava moltissimo, sia della sua fortuna che dell'esplosione di gioia patetica famigliare, aveva una gran voglia di ficcarsi sotto la tavola; il padre era fuori di Parigi, per affari, e tornato disse semplicemente ma bonariamente, orgoglio e gioia soffocati : « Faresti meglio a prender marito! ». Fu una vera o rivelazione » di quelle che vanno sottolineate da ognuno. Carne arriva secondo, e non ha più dubbi quando le affida un'interpretazione difficilissima nel suo quai des brumes. Allegret, buon terzo con delirio, naviga su un mare di velluto, ed è con lui che la dotata ragazza fa la prova maggiore (stando a quello che conosciamo noi). Nel film di Carne la ragazza timida di Le Havre, infelice per colpa del padrino (Michel Simon), amante, con enorme trasporto e verginale pudore, di un colpevole in fuga, per lei spiritualmente rinato (Jean Gabin) — ebbe in Michèle Morgan un'interprete delicatissima. Non sarà facile dimenticarla in quella stanzuccia d'albergo sul porto, distesa amorosamente sul letto tra le braccia di Gabin. Nel suo risveglio dopo la prima notte passata con lui, languida e innocente, con il grande occhio fantomatico posato con la devozione e l'amore della proscritta sopra i ruvidi e inquieti lineamenti del suo Die infelice e fuggiasco, Michèle apparve come una delle immagini cinematografiche più pregnanti viste fino a quel giorno. Prima che un'attrice nel senso più complesso della parola, essa è materia nata fatta nel cinema : prima che il sussidio di un conquistato mestiere e l'inventiva studiosa ne facciano un'attrice consapevole, essa è, per dirla con una parola vaga ma pure sufficiente e resa concreta dall'uso, « foiogenia ». Come un animale in libertà e in movimento, casualmente scoperto dall'occhio della « camera ». Ancora in delirio, dove lei si dimostra in possesso di un'abilità raffinatissima, i momenti suoi più efficaci sono quelli che sembrano nati per caso, nati da una aderenza miracolosa alle leggi dell'obbiettivo, da una pasta fotografica davvero assai rara. Oggi Michèle Morgan è una delle più singolari attrici di tutto il cinematografo, eppure, malgrado le sue prove straordinarie, non si può dire che lei giunga a tanto per nativa virtù di interprete in senso teatrale. C'è in lei un enorme istinto fisico, che può essere più semplicemente, come nei felini, capacità di moti estremamente eleganti, sotiples; è quell'istinto, d'altronde prettamente cinematografico, e che le maggiori forze del cinema posseggono e senza il quale non sarebbero tali, è quell'intimo che le permette di entrare a tono giusto in qualunque situazione che non sia contrastante con la sua apparenza esterna. Così la Francese di delirio risulta un personaggio compiuto e carnoso, perchè prima di tutto Michèle Morgan persuade fisicamente, sta dentro alla figura con i suoi occhi di Coppelia animata, occhi di vetro e di sangue, il suo corpo fine e languido, la bocca volitiva e ironica — linee sottili e tirate che testimoniano un misto di cattiveria e di ingenuità pieno di carattere e di forza per l'appunto pericolosa. In quel suo viso di piuma e di carne giocano contrasti potenti e preziosi di bianco e di nero: anche in questo senso la sua figura fotogenica ha un decoro unico: che essa avvalora, in quelli che può darsi saranno alcuni tra gli ultimi film bianconeri, la bellezza altamente estetica posseduta dalla grana a due tinte (e a molte sfumature di esse) del cinema odierno, che conclude una serie di cicli gloriosi — non variopinti! Ci piace, così, pensare in modo bislacco, che il « mistero » e l'« infelicità » di Michèle Morgan nascano da una sorta di preveggenza di lei: ch'essa si profetizza tra sé « l'ultima attrice del cinema bianconero ». Qui essa è una grande figura: i produttori del colore non rinunceranno al suo apporto materiale, commerciale, ma vedrete che lei, se ci si dovrà piegare, non sarà più nulla di nulla, quando ci svelerà il colore « reale » dei suoi occhi e dei suoi capelli. FILM PRINCIPALI: mademoiselle Mozart (1936); raggio di sole (Le Mioche, H)?6); CRIBOUILLE (IQ?/)", LA RIVA del destino (Quai de Brumes, 19^7): delirio (Orage, 1938); la dame de coelr (1958); l'isola dei coralli (Le Rerif de Corail, 19^8); il caso del CURATO MORESTAN (1939); LEN1RAINEISE (I9}9); LA LOI DU NORD (19V)); REMARQUES (19^9); IN TEL PERE ET FILS (1940 in preparazione). PTJCK 28