Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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infelici e disillusi, scrittori incompresi e registi insoddisfatti si buttarono in questo Eldorado, abbandonarono le solite comode piste che essi sprezzavano e si incamminarono sul ciottoloso sentiero del Cremlino. Per la prima volta, nella loro vita, essi credettero di essere giunti a salvazione. Una folla di persone deluse, viventi al di fuori della realtà e, quasi sempre, non eccessivamente intelligenti, venne così trascinata di peso, e quasi a propria insaputa, nella politica. Gli agenti di Mosca arrivarono a Hollywood verso la metà del 1936 e vi trovarono gigantesche possibilità di lavoro: grossi nomi, poderose sostanze che, attirate da una clamorosa propaganda, stavano per capitolare. In poco più di sei mesi, il loro compito fu assolto; Hollywood non era più una piacevole accolita di attori e di artisti venuti a trovarvi lavoro, era una associazione di tribuni. I pranzi, le serate mondane che si organizzavano, celavano sempre un secondo fine politico, le feste da ballo erano solo un pretesto per fare affluire alle casse del Comitato il prezzo del biglietto. La gente si vedeva assai di frequente, si proiettavano documentari di propaganda, si elargivano autografi, si inviavano pergamene, con le firme di tutti i presenti, ai caporioni di Mosca. In un momento di debolezza, persino Frank Morgan, che abitualmente non si occupava di politica, cedette alla dilagante isteria e diede un pranzo di ventiquattro coperti, che avrebbe dovuto servire alla raccolta di fondi per la Croce Rossa spagnola. Però, il vero scopo del pranzo non fu rivelato chiaramente, forse per timore che, a tale annuncio, qualche invitato avesse potuto svignarsela, cosicché gli « ospiti » furono alquanto sopresi quando, alla fine del pranzo, dopo il caffè e i liquori venne loro presentato da firmare un assegno di mille dollari per ciascuno! In un articolo a intonazione satirica, pubblicato su una rivista americana di quel .periodo, si leggeva: uLa situazione si è fatta preoccupante. Ormai, nessuno, a Hollywood, va più a rendere visita agli amici per scambiar quattro chiacchiere e intrattenersi piacevolmente; in ogni casa, c'è una cassetta per la raccolta di fondi e una scheda per la sottoscrizione. Nei giorni nei quali viviamo, non c'è quasi più tempo di essere attori, scrittori, registi; prima di tutto, si deve essere membri del Comitato e incaricarsi della raccolta di sussidi per l'Internazionale. L'articolo, a quei tempi, fece molto scalpore, venne tacciato di « fascista » e diversi zelanti fautori della nuova fede si incaricarono di controbatterlo, sui loro giornali, intavolando una lunga polemica. Oggi, queste cose sono perdute nel buio di tempi e il loro ricordo interessa soltanto perchè ci dimostra come sono caduchi certi entusiasmi e come cambiano presto le opinioni degli uomini. Oggi, Hollywood non vuole più saperne del comunismo; i Comitati sono stati prosciolti, anche i più resistenti sono in via di scioglimento; nelle case, si è ricominciato Persino Frank Morgan aveva ceduto alla dilagante moda comunista; ed ora che i bolscevichi hanno aggredito la Finlandia, s' accorge di essersi messo nei pasticci a parlare del più e del meno, le sottoscrizioni e le cassette per gli oboli sono state relegate negli armadi. Oggi, Hollywood ha ripreso a pensare ai comunisti con una certa apprensione. La rivoluzione è finita; i suoi adepti, i suoi apostoli infervorati se la sono svignata. I pochi rimasti sono avviliti, scoraggiati, hanno firmato tanti verbali, presieduto tanti comizi, patrocinato tante mozioni che non osano abbandonare di colpo il loro posto, ma lo abbandonano a poco a poco, senza dare nell'occhio, cercando di non compromettere il loro prestigio nell'opinione pubblica. Certo, il voltafaccia è simpatico e consolante ma, strano a dirsi, dà luogo a una situazione molto triste. Perchè il crollo della montatura sovietica ha vuotato Hollywood dell'unica « fede » che, se pure falsa, aveva dato una ragione di vivere ai suoi abitanti, che ora fanno ritorno, ancora più tristi e delusi, alla vuotezza della loro vita, al grigior della loro ricchezza. « Quello che Stalin sta facendo alla Finlandia — scrive il Bledsoe a conclusione del suo articolo — è nulla in confronto di quello che ha fatto a queste povere, innocenti e irresponsabili creature di Hollywood. Per una volta, lo strano mondo delle persone che lavorano sulle rive del Pacifico ha guardato in faccia la realtà e ne è rimasto disorientato ». EMILIO CERETTI 115