Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

Record Details:

Something wrong or inaccurate about this page? Let us Know!

Thanks for helping us continually improve the quality of the Lantern search engine for all of our users! We have millions of scanned pages, so user reports are incredibly helpful for us to identify places where we can improve and update the metadata.

Please describe the issue below, and click "Submit" to send your comments to our team! If you'd prefer, you can also send us an email to mhdl@commarts.wisc.edu with your comments.




We use Optical Character Recognition (OCR) during our scanning and processing workflow to make the content of each page searchable. You can view the automatically generated text below as well as copy and paste individual pieces of text to quote in your own work.

Text recognition is never 100% accurate. Many parts of the scanned page may not be reflected in the OCR text output, including: images, page layout, certain fonts or handwriting.

Blasetti e la 'sua gente' in una pausa della lavorazione ANCORA DEL 'SALVATOR ROSA' 'UN'OPERA DI ASSOLUTA COLLABORAZIONE' DICE BLASETTI È ANCORA in birreria che incontriamo Blasetti, a tarda ora, solo in un angolo mentre sorseggia il suo calle. È sempre cordiale con noi e c'invita a sedere. Il discorso va naturalmente sul salvator rosa e sul suo successo e ancora una volta gli manifestiamo la nostra gioia per questo, e lo invitiamo a parlarci, ancor più diffusamente che nel passato, di questo suo ultimo e veramente ottimo lavoro. «È un successo, sta bene» ci dice Blasetti, «ma un successo che, tengo immediatamente a dichiararlo, non è personale né perciò dovuto alla mia individuale capacità, un'avventura di salvator rosa è soprattutto un successo di metodo e di categoria. Sono contento di avere l'occasione di parlare con voi perchè è mio desiderio che le affermazioni ohe vi faccio abbiano la massima pubblicità e servano per un'esatta distribuzione dei meriti a tutti coloro che con me hanno validamente collaborato alla riuscita dì questo lavoro. Vi ho detto che si tratta di un successo di sistema e di categoria appunto perchè sistema e categoria non sono unicamente Blasetti, ma significano un insieme ili persone e di fatti che hanno aiutato Blasetti e soprattutto che lo hanno posto nelle condizioni migliori per lavorare. È bene che si sappia che tutti coloro che con me hanno dato per tanti giorni la loro attività alla riuscita del Salvator Rosa sono stati quelli che mi hanno posto nella possibilità di produrre per il pubblico italiano qualcosa di diverso e, diciamo francamente, di migliore a quanto io abbia fatto finora. Prima di tutto, <• perciò ho parlato di metodo. È onesto dichiarare che chi ha preparato il ter reno migliore per il mio lavoro è stato a differenza di tanti altri casi, proprio il produttore. Io ho trovato in chi dirige la « Stella Film » uomini che sanno effettivamente cosa vogliono e perchè lo vogliono. Voi conoscete quanto necessario sia per un regista avere, prima dell'inizio della vera e popria lavorazione, un adeguato periodo di tempo per un'accurata preparazione che lo pone in grado di essere nella maggior completezza all'atto dell'inizio del film. A me è stato concesso, senza riserve e senza alcun sollecito, di preparare il mio lavoro esattamente nel periodo che io ritenevo sufficiente e che è stato di circa due mesi e mezzo. Questo ha fatto sì che io mi trovassi in una completa serenità senza quelle turbanti pressioni che tanta parte hanno nella più o meno riuscita realizzazione di un film, e soprattutto che io avessi il tempo necessario per maturare nel mio spirito quel clima a cui volevo giungere. Di questo va reso ampio riconoscimento appunto al mio produttore citandolo ad esempio per quanti oggi in Italia finanziano un film. Ancora una lode sincera è doveroso porgere a Leo Menardi, direttore di produzione che è stato per me, durante la mia fatica, non un temuto antagonista ma un vero, valido collaboratore. Il suo merito è stato quello di non farmi mai sentire la necessità di rinunzie a cose di vitale importanza per la mia regìa e quello soprattutto di controllare egregiamente, senza che io neppure me ne avvedessi, ciò che avrebbe potuto nuocere all'andamento finanziario del lavoro. Con questo io non voglio dire di essere stato lasciato in completa libertà di spendere e di spandere, ma al contrario di essere stato aiutato e nello stesso tempo controllato, senza che se ne avesse, l'aria. Quella serenità di cui vi ho parlato non ha subito perciò alcuna scossa neanche durante il periodo della più intensa lavorazione. Mai la fretta o meglio la furia di vedere ultimato il lavoro e di economizzare sull'essenziale ha invaso il mio direttore di produzione e quanti con lui erano interessati alla parte economica della lavorazione. Per questo vi ho detto che salvator rosa è un successo di metodo, metodo che dovrebbe essere preso come base da molti altri produttori italiani. Tanto più poi che il prezzo del film, così com'è stato diretto, non ha superato per nulla il preventivo base, ed è molto ma molto lontano da quei quattro milioni e mezzo, che varie voci fan circolare per l'aria. Ma accanto al metodo è la categoria che ha splendidamente funzionato questa volta. Mia somma fortuna è stata quella di avere Corrado Pavolini, Giuseppe Zucca e Renato Castellani a compagni nella sceneggiatura. Essi, e specialmente Corrado Pavolini, hanno portato tutta la loro competenza, tutta la loro finezza di gusto, tutta la loro cultura nella scrittura letteraria di questo film. Dopo aver lavorato alla sceneggiatura io ho veduto raramente Pavolini mentre giravo e me lo sono rivisto vicino al momento della scelta e ilei montaggio. È così che la cernita dei metri di pellicola da usare e i ritocchi sempre necessari sono stati perfettamente curati sulla base di quella stessa esperienza e di quello stesso clima nei quali nacque la sceneggiatura. Debbo veramente molto a Castellani che mi è stato inoltre utilissimo come assistente durante il lungo periodo della regia ed i cui consigli e le cui osservazioni mi sono stati preziosissimi. Gran merito va poi attribuito a Sensani realizzatore dei costumi studiati minuziosamente su basi storiche ed esattissime, e sempre controllati al fine di evitare esagerazioni od eccessive preoccupazioni di colore. Per quanto riguarda gli attori siamo di fronte ad un doppio successo, di metodo questa volta e di categoria. Di metodo, perchè mi si è lasciata la massima libertà di scelta e, ponendo tutto sotto la mia completa responsabilità ho avuto campo e modo di esaminare, di provare, di accettare o di rifiutare come meglio credevo; di categoria perchè in tutti gli attori ho trovato, come mai prima di ora, una rispondenza perfetta e una comprensione totale della loro parte e dell'aria entro la quale dovevano muoversi. È stato detto che io ho trasformato totalmente poniamo, Gino Cervi o la Fcrida o Sacripanti. Io direi piuttosto che sono essi stessi che hanno saputo trasformarsi e che hanno reso al massimo. Se si è trattato dunque di regìa sta a me dichiarare che il mio lavoro è stato sommamente facilitato da tutto quel complesso collaborati V(J che è alla base di ogni opera. Mai come questa volta il cinema è stato appunto frutto di questa collaborazione. Non so se senza di essa e soprattutto senza quella serenità di cui vi ho parlato il salvator rosa sarebbe riuscito quello che è oggi, anche con tutta la maggior buona volontà ed operosità del regista. Chi voglia occuparsi perciò delle ragioni che sono alla base della costruzione di questo film è bene che tenga conto di questo metodo e giudichi l'opera, non solo dal punto di vista spettacolare, ma da quello organizzativo e tecnico, da quello soprattutto morale. Si tenga inoltre conto che a lavoro ultimato una minuziosissima cura è stata dedicata al ritocco ed alla correzione di intere sequenze. Non intendo parlare del montaggio vero e proprio, quanto del periodo collaborativo che lo ha preceduto. Queste correzioni che sono costate in tutto venti o trentamila lire hanno decisamente contribuito al successo di incasso e di stampa del film. Senza di esse sono certissimo che un'avventura di salvator rosa sarebbe irrimediabilmente caduto, come sono altrettanto certo che se in molti altri film italiani con pari accortezza si fosse proceduto ad analoghi ritocchi, essi avrebbero avuto un esito pari al salvator rosa ,, il CRONISTA 120