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* + * * ECCELLENTE ** + BUONO ** MEDIOCRE f SBAGLIATO
** TAVERNA ROSSA
Italia Prod.: Italctne : ICA. Regìa: Massimiliano Neufeld Dir et t. di prod. : Carlo Della Posta Soggetto : Gherardo Gherardi Scenegg. : Aldo De Benedetti Scenografia : Ottavio Scotti Costumi : Titina Rota Musica: Armando Fragna Operatore: Alberto Fusi Montaggio: Giuseppe Fatigati_ Interp.: Alida Valli, Andrea Mattoni, Lilia Dale, Lauro Cazzalo, Umberto Sacripanti, Oreste Bilancia, Erminio D'Olivo, Livia Minelli.
Per rendere divertente e perciò accettabile la storiella sentimentale che vuol vivere nell'irrealtà, anzi nell'inconsistenza pratica, o vi è gente che sa muoversi senza lasciar traccia della propria orma, e che sfiora soltanto cose e fatti, o si cade come nel caso di taverna rossa nell'assurdo. Ed è un vero peccato vedere Alida Valli che compie sforzi più grandi di lei per assumere toni che non le si adattano o che per lo meno non possono adattarsi data l'impostazione generale del lavoro. Quello che più va apprezzato in questo modesto lavoro, è l'architettura di certi ambienti, (non di tutti) e la scenografia in genere. Non così ci sono sembrati i vari abbigliamenti che la Valli ha subito e che le conferiscono più che mai l'aria di essere spostata fra cose non sue o per lo meno a lei estranee e lontanissime. (Foto Ciolfi).
** LA NOTTE DELLE REFFE
Italia Prod.: Iris-Generalcine Regìa: Carlo Campogalliani Dirett. di prod. : C. Cairella Soggetto : , A. Donini , Guglielmo Zorzi Scenegg.: Aldo Vergano, Sergio Anudei Scenografia: Nino Maccarones Operatore : Piero Pupilli Musica : E. Montanaro Fonico: Biagio Fiorelli Interp.: Amedeo Nazzari, Dria Paola, Maurizio D'Ancora, Elli Parvo, Lia Orlandini , Olga Capri, Ernesto Abiurante , Guglielmo Sinaz , Oscar Andriani, Giuseppe Pierozzi.
Francamente ci è spiaciuto vedere a sfondo di questa assai mediocre faccenda un episodio più o meno arbitrario del nostro Risorgimento, ci è spiaciuto perchè, quando si tratta di storie e di morali che sono il patrimonio di tutti, ameremmo che i responsabili agissero con mani inguantate e sentissero il peso e la gravità del loro assunto. Che il campagnolismo di Campogalliani sia in questo film tanto diverso e tanto inferiore a quello poniamo di montevergine non ce ne domandiamo il perchè. La risposta non potrebbe venire mai. Ma più inspiegabile ancora è quell'abbandono, quella libertà di recitazione senza controllo lasciata a Nazzari, di cui egli non è il principale colpevole. E quanto al resto, per restare nel campo filodrammatico, ci sono compagnie assai più degne di questa a venire fotografate. {Foto Paolini).
*** FANFULLA DA LODI
Italia Prod. Titanus-Odit Regìa : Carlo Duse Dirett. di prod. : Giovanni Setta Soggetto: Leo Bomba Scenegg.: Leo Bomba, Carlo Duse Dialoghi: Giuseppe Zucca Scenografia : Ottavio Scotti Montaggio: Giancarlo Cappelli Interp.: Carlo Duse, Guido Celano, Germana Paolieri , Osvaldo Valenti, E. Cellesi.
fanfulla da LODI è veramente ciò che vuol essere; una edizione cioè popolaresca e impetuosamente ingenua di un episodio che trae con sé storia e leggenda in una di quelle misture alla Zévago che portano facilmente all'entusiasmo. La regìa di Carlo Duse procede a colpi di gran cassa, ma è, tra tanto rumore di ferraglia, di armi, di galoppate e di duelli, veramente efficace. L'insistenza a veder sempre cattivo nei cattivi e buono nei buoni, dà uno schematismo un po' puerile alla storia, ma il ritmo incessante e la varietà dei fatti non danno tempo di accorgersene. Cerlesi, Valenti, Celano, il Duse stesso e la Paolieri, in una recitazione di non specifica marca sono però al loro posLo e non vanno valutati sotto angoli visuali che il film non si è proposto. (Foto Vaselli).
** CAFFÈ INTERNAZIONALE
(Cajé de Paris) Francia Prod. : Regina-Colosseum Regìa : Yves Mirande Soggetto : Yves Mirande Sceneggiatura; Yves Mirande Operatore: Christian Matras Interp. : Jules Berry , Vera Korène, Pierre Brasseur, Simone Berrian , Jacques Baumer, Marcel Vallee, Carette.
A lungo andare questi gialli a sapore moraleggiante, scoprono sempre più la meccanicità che li guida e finiscono col provocare una noia lunga e sonnolenta. A parte la ricalcatura esatta, perfino nei più lievi dettagli di battuta (vedi il leggero antagonismo tra i capi della polizia) del s aggetto di derriere la facade, la regìa di Yves Mirande laSWa troppo scoperte le molteplici cuciture di scena, e si abbandona ad un eccessivo compiacimento di caratterizzazione dei tipi. Manca poi alla prima parte del film quella costruzione di vero mistero che possa al momento opportuno produrre un vero interesse sul perchè del « fattaccio » e per il « chi sarà stato ». Vera Korène recita senza eccessiva convinzione, e Jules Berry anche se è convinto lui, non convince gli altri.
LE 3 RAGAZZE IN GAMBA CRESCONO
(Three smart girls grow tip) U.S. A. Prod. : New Universal-I.C.I. Regìa: Henry Koster Produtt.: )oe Pasternak, Scenegg. : Brttce Manning, Felix Jackson Operatore: ]oe Valentine Costumi: Vera West Dirett. musicale: Charles Previn Fonico: Bernard Brown Interp.: Deanna Durbin, Nan Grey, Helen Parrish, Charles Winninger, Robert Cummings, William Luridi gan , Ernest Cossart , Nella Walter.
Anche non tenendo conto del valore intrinseco di questo nuovo film americano comparso tra tanta pubblicità e tanta attesa nei nostri cinematografi, l'avere rivisto uno di quei modelli che fino a qualche mese fa rappresentavano la comune merce di tutti i giorni ci ha dato nuove impressioni e ci ha condotto a nuove considerazioni. In questo non lungo periodo che ha segnato come una sosta per i prodotti d'oltre oceano, sono piovuti come dal cielo altri film stranieri, e principalmente francesi il contenuto dei quali presentato per lo più con una egregia regìa e con un'ottima recitazione, ci è parso quanto mai alto, notevole e ricco di una morale sociale. Film insomma che destano preoccupazione e invitano a pensare e restano come macchie cupe sulla chiara superficie della giornaliera ricreazione. Noi non ne abbiamo disconosciuto il valore ed anzi abbiamo cercato di vedere oltre il semplice fatto cinematografico, proprio quelle ragioni di costume e di contenuto che li hanno determinati, ma confessiamo che oggi di fronte a questo ritorno americano ci siamo accorti principalmente di una cosa. Che là cioè dove si vuole provocare assolutamente una umanità, anche a costo di portare in spettacolo fatti e personaggi di aspetto spiccatamente sociale, spesso si cade esattamente nell'opposto, nel costruito, perfino nel formale. A vedere tre ragazze in gamba crescono ci siamo accorti che invece proprio da film come questi, che sono quello che sono e non vogliono parere o dare di più, nasce quella benedetta umanità che fa di una storia una cosa viva. Anche se quella di casa Craig non è la nostra esistenza, il fondo famigliare comune e più ancora il fondo comune di esseri viventi, lo abbiamo riconosciuto chiaro, semplice, senza sforzature, nella sua interezza, proprio sotto questa marca ben lontana da quelle europee. Non si tratta unicamente di sanità e di piacevolezza, ma di qualcosa di più, che ci indica sopratutto un senso esatto di quello che è la vita, e della finezza e sensibilità di chi sa coglierla e ridarcela per vie dirette e semplici. Sono gli abituali personaggi, le abituali trovate, gli abituali « gags », ma il tutto torna ancora una volta con una tanto disinvolta gaiezza da farceli parer nuovi e imprevisti. C'è alla base una sapienza di sceneggiatura e di regìa che valgono tant'oro e che fanno volar via tempo e racconto con quella zampillante mobilità che è il segreto di ogni buon film. Tanto che non ti accorgi che accanto a Deanna Durbin gli altri son tutti caratteristi e il lavoro stesso è il trionfo della caratterizzazione. Ma ciò che conta è che tu, spettatore, muori dalla voglia di entrare una volta nella famiglia Cfaig, di farti battere sulla spalla dal buon papà Craig, e, perchè no, di innamorarti fin che c'è tempo di Penelope!
GIUSEPPE ISANI
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