Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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I TRATTI del volto rudemente segnati, un 'espj espone rigida e fieramente maschile : Mario Ferrari sembra uno di iiuei cavalieri maestosi con il mantello nero avvolto sul corpo, che un tempo incutevano al solo apparire terrore e pànico. Esteriormente, senza dubbio, gli appartengono i caratteristici attributi del « cattivo ad ogni costo », del crudele ed ingiusto nemico del candido, profumato ed agghindato primo attore. E furono proprio questi suoi caratteri fisici tanto palesi ed evidenti che indussero i produttori ad usarlo in parti non completamente rispondenti alle sue vere possibilità. Errore, intendiamoci, quanto mai facile: anche lo sguardo severo ed a volte un poco truce induceva a pensare che quelle fossero le parti più adatte per lui. In realtà Mario Ferrari è un uomo sano, moralmente e fisicamente. Temperamento un poco chiuso ed ostile, gli fu difficile trovare quella comprensione di cui pure aveva bisogno. Finché non giunse il miracolo di luciamo serra pilota — e tutti certo ricordano la sua umana e calda interpretazione — per far aprire un poco gli occhi su questo nostro attore. Poi, dopo qualche tempo dal successo di Luciano serra pilota, Ferrari riconfermò il suo nuovo volto in terra di nessuno. Ora si attende una conferma decisiva, il colpo buono della sorte, e davvero allora Ferrari sarà una forza di primissimo piano del nostro cinema. È un uomo che ha vissuto ed ha lottato: se la sua vittoria non è stata improvvisa, e si è fatta un poco attendere, è proprio perchè egli ha sempre misurato e coscienziosamente pesato i suoi passi e le sue possibilità. Là dove si richiedevano cimenti un po' lontani dalla sua natura, ma clamorosi, ecco il nostro attore tirarsi indietro, sospin to quasi di un'eccessiva pudicizia. C'è molto in Ini che ci fa pensare ad attori di fama ben più sicura, come l'americano Spencer Tracy ed il francese Louis Jouvet. Ma troppe volte lo GALLERIA (v. tavola a fianco) abbiamo visto nei panni di un « cattivo », giuocare le sue carte con mezzi facili, o, per dirla in modo più semplice, facendo soltanto del tranquillo « mestiere ». Né è difficile trovare degli esempi: basti pensare al suo primo film, il palio, dove era Bachicche, fantino sfregiato, l'« avvelenato » della compagnia, e ad ETTORE heramosca. Mario Ferrari è nato a Roma, ed ha appena superato i quarant'anni. Fin da ragazzo sognò con ferma volontà di diventare o un ufficiale di marina o di tentare la carriera teatrale. Probabilmente era l'avventura e l'ignoto che l'interessavano, era il movimento e un campo d'azione vasto che l'attiravano. Il destino volle condurlo verso il teatro: il mare fu il sacrificato, ma con molto rimpianto del nostro attore, che, già avviato definitivamente sui palcoscenici, volle dimostrare, prendendo il brevetto di aviazione civile, subito dopo la grande guerra, di essere sempre pronto alle più belle evasioni. Nel 191 5 era già un attore di primo piano, sebbene giovanissimo : la guerra lo trovò infatti con la compagnia Stabile di Roma, tra i numerosi (circa cinquantacinque) componenti. La Stabile era allora la più grande compagnia italiana, una compagnia di cui facevano parte, tra gli altri, anche un Garavaglia ed un'Evelina Paoli. Le sue azioni erano dunque assai alte, quando la guerra lo chiamò a combattere. Ma per Mario Ferrari, finita la lunga guerra, che aveva combattuta tutta, sempre presente nelle lotte più dure e più aspic, non ebbero termine le sofferenze. L'ambiente teatrale è quan to mai volubile e capriccioso: e Ferrari fu uno dei primi a farne le spese. In pochi anni Io vediamo qua e là in cerca del suo vero ideale. In questi anni, prese il brevetto di aviazione civile, per la quale prestò servizio non poco tempo : per gli scioperi che avvenivano, l'aviazione doveva alcune volte provvedere al trasporto della posta, e inoltre si stavano proprio in quegli anni, sebbene tra grandi difficoltà, preparando i primi tentativi di viaggi periodici. Fece anche, tra il 1920 e il 1921, del cinematografo: con Bonnard e con Toddi registi. Film di avventure di pochissima importanza, ed anche oggi a venti anni di distanza, Ferrari non esita a definire quelle esperienze decisamente infruttuose. Finalmente si riaprirono per il nostro attore, nel 1922, le porte del teatro. Fu con molte compagnie, prima con Giulietta De Riso e Calò, poi con Picasso, Baghetti, Ruggeri (nel giro in Americj del Nord), Leonelli e De Cristoforis, e infine con Sabbadini. Ma non mancano esperienze anche più importanti e decisive: per diversi anni lavorò indefessamente, nel Teatro del Popolo a Bologna, e nel Teatro Moderno di Roma, come direttore del teatro di giorno, e come primo attore di sera. Qualche volta la stanchezza lo prendeva, ed allora facilmente sentiva che, pur con tutta la buona volontà, non riusciva interamente a vincere. Ma presto, poi, si rasserenava: egli sapeva di aver servito la sua causa ed il teatro con la più grande passione e con grande onestà: e questo pensiero gli bastava per tornare al lavoro tranquillo e più fiducioso che mai. Nel 1932, poi, Blasetti lo volle con sé nel palio, e a questo punto Ferrari dà un addio al teatro (al quale ritornerà soltanto tra breve, dopo una parentesi di otto anni) : il cinematografo che a poco a poco stava in Italia attrezzandosi con maggiori e più grandi mezzi, non seppe fare a meno di questo attore preziosissimo. Il cinematografo intanto lo affascinava : ma, come al solito, egli volle, prima di tentare un passo più decisivo, capirne a fondo e studiarne la tecnica. Per qualche anno quindi non si produrrà che in parti di secondaria importanza, come nella tavola dei poveri e in « 1860 »: mentre come attività giornaliera, Ferrari sincronizzava: e fu qui che imparò segreti che forse altrimenti non avrebbe mai scoperto. Prestò la sua sua voce maschia a Lewis Stone, a Ronald Coiman, a Gary Cooper, e a Warner Baxter. La prima vera e impegnativa interpretazione si può dire che Ferrari ce la offrì in cavalleria. Parti di carattere assai diverso dovette in seguito sostenere ne la sicnora di tutti e nel cavaliere di san marco. Ma sempre ebbe modo di dimostrare la sua fede e la sua precisa volontà. Presto lo vedremo in ebbrezza del cielo e nel piccolo alpino; mentre con molta probabilità sarà tra i maggiori interpreti de IL FABBRO DEL CONVENTO e di CAPITANO DEGLI USSARI. FILM PRINCIPALI: palio (Cines, 1931I LA TAVOLA DEI POVERI (CineS, I932); » 1860 » (CineS, I933); LA SIGNORA DI tutti (Novella, 1934); passaporto rosso (Tirrenia, 1935): i condottieri (Cons. Condottieri, 1936); cavalleria (I.C.I., 1936); orgoglio (S. A. Lombardo I. C, 1937); LUCIANO SERRA PILOTA (Aquila, !938); ETTORE FIERAMO sca (Nembo, 1938); terra di nessunc (Roma, 1939); tL cavaliere di san marco (Juventus, 1939); traversata'' nera (Sovrana, 1939); ebbrezza del cielo (Incom, 1940); piccolo alpino (Mander, 1940). PTJCK PRODUTTORI! NOLEGGIATORI! Esaminate gli incassi dei filmi italiani lanciati per radio: potrete subito riconoscere la convenienza di questa nuova forma pubblicitaria la quale è stata accolta dal pubblico con crescente interesse RICORDATE CHE LA RADIO ARRIVA DOVUNQUE E PARLA A MILIONI DI PERSONE Per chiarimenti e tranative rivolgersi alla SIPRA a ROMA Via Montello, 5 Tel. 34883 34884 T24