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della più elevata espressione artistica. L'interesse di « curiosità » delle riprese dal vero è certamente innegabile, come è innegabile il valore della loro documentazione anche se piuttosto superficiale. Valore di curiosità sempre, ma anche se la curiosità non è il sentimento umano più elevato mi pare non vi sia alcun male nelT accontentarla, anzi vi sia forse un bene (e sarà anche furberia commerciale). Ma credo pure non ci si debba fermare al puro appagamento di tale curiosità, ma cercare invece, attraverso essa, ed usando di tale curiosità come di un vero e proprio mezzo, di assolvere funzioni ben più importanti sul piano umano e sociale. Anche a costo di piccoli « trucchi » che mi paiono innocentissimi. Si intende quindi anche che a questi « trucchi » ci sono dei limiti: i limiti stabiliti dal possibile e dal plausibile. Ci si dovrà per esempio scandilizzare se un pezzo girato dal vero in una località e durante un determinato avvenimento viene attribuito in montaggio ad altro avvenimento e località? Poco importa mi pare se io faccio passare per le vie di Parigi un autocarro che in realtà passava per le vie di un'altra città, o se faccio sparare in Francia un cannone che ha sparato in Inghilterra, o se prendo un pezzo di manovre per montarlo in un film di guerra, oppure anche se ricostruisco un piccolo dettaglio che mi manca: ciò che importa è quanto io « dico » con quell'autocarro, con quel cannone, con quel pezzo apocrifo, ricostruito. Solo le « persone serie » di un tempo che andavano a vedere esclusivamente film « dal vero » si sarebbero scandalizzate.
Io penso in conclusione — e mi pare l'evoluzione del film-giornale mi dia ragione — che il cinema giornalistico non debba essere più (( oggettivo » e « documentario » (tranne sempre che negli aspetti esteriori) del normale giornalismo letterario. Il mezzo fotografico, è stato detto e si dice, è di una grande oggettività, ma si è già visto a quale freddezza, inespressività e quindi mancanza di vitalità e di interesse esso porti fatalmente quando venga appunto impiegato in senso puramente oggettivo e di meccanica riproduzione. Se si lascia fare ossia alla macchina da presa. La macchina da presa può avere un occhio migliore forse dei nostri, ma che comunica solamente con una emulsione chimicamente sensibile alla luce e non con un cervello. L'intervento di questo cervello, che sarà quello dell'operatore intelligente, e che si risolve in scelta del materiale plastico e scelta del punto di vista, porta già con sé, automaticamente, elementi soggettivi. Gli elementi propriamente cinematografici poi, che si riassumono nella parola montaggio, costituiscono un vero e proprio intervento personale dell'uomo su quello che non è altro, in fondo, che un materiale grezzo. Quando si esclude poi la pura cronaca perchè non adatta, si è visto, tranne casi eccezionali, al cinema, è facile capire a quali conclusioni si arrivi. D'altronde sono appunto i valori di espressione, tipicamente personali e soggettivi quelli che abbiamo invocati. Si può ancora osservare come queste possibilità di espressione, e quindi di giudizio e di diffusione di idee,
Terzo annuale dell' Unione Famiglie Numerose (Luce)
in un mezzo che ha, per contro, un aspetto di così veritiera, oggettiva ed inoppugnabile documentazione facciano di questo un'arma di primissimo ordine ai fini della propaganda. E lo stesso grosso pubblico, credo, vuole il film-giornale che racconti, che porti in campo dei problemi, che li presenti nei loro termini attuali, che contenga delle idee, dei giudizi anche, anche della polemica. Esempi tipici di questo moderno film-giornale si trovano, a quanto mi si dice, nella famosa serie americana della march of time, giornale tendenzioso di propaganda politica. Su questo piano era anche qualche recente numero speciale di film-giornali francesi di propaganda antigermanica. Non si vuole invocare citando questi esempi l'avvento della assoluta tendenziosità e delle notizie false o falsate (perchè si potrebbe dire che col cinema documentario il diavolo ha trovato modo di fare la pentola col coperchio) ma si citano questi esempi come interessanti e indicativi dal punto di vista della tecnica realizzativa, particolarmente del montaggio. In Italia un decisivo passo in avanti è segnato dal nuovo tipo di Giornale LUCE,
uscito in questi giorni : sarà facile a tutti notare come le sue caratteristiche di maggiore unità, di accostamento di argomenti differenti, di montaggio ossia non solamente interno per ogni singolo avvenimento, ma totale di tutto il giornale, segnino una evoluzione su quella linea alla quale ho accennato, che parte dal piatto fotografismo del « dal vero » per giungere all'impiego espressivo di tutte le possibilità del linguaggio cinematografico. Linea di evoluzione che si può riassumere, mi pare, nelle seguenti fasi :
i° Fotografismo. Impiego del puro mezzo fotografico al quale si dà un valore documentario in sé, un valore documentario che deriva, ossia, automaticamente dalla qualità del mezzo;
2° Scelta del materiale plastico e montaggio, prima con criteri puramente cronistici, quindi anche con criteri espressivi;
3° Montaggio totale, con criteri espressivi, del film-giornale. Tipo di montaggio che può portare ad una abolizione della attuale netta distinzione tra documentario e film di attualità.
FERNANDO CERCHIO
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