Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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IL PUBBLICO ARGENTINO GLI ARGENTINI, formidabili ed insaziabili mangiatori, sono anche famelici divoratori di pellicole: sono anzi, senza ombra di dubbio, i detentori del primato mondiale, per quanto riguarda il numero e la qualità delle pellicole che ogni anno vengono proiettate in una città. Buenos Aires supera New York e qualsiasi grande centro europeo, perchè in Argentina si danno anzitutto le pellicole argentine, che sono sempre le meglio accette al pubblico e poi : tutta la produzione delle grandi case nord-americane — l'ottima, la mediocre e purtroppo anche la cattiva — ; il fior fiore delle pellicole francesi, tedesche, inglesi e spagnole; un certo numero d'italiane, e sporadicamente messicane, russe, ceco-slovacche, polacche, ebree, arabe, ungheresi, giapponesi ed altre ancora: in totale circa 800 all'anno. Tutte vengono date nelle versioni originali, con brevi didascalie sovrimpresse in lingua spagnola. Il pubblico argentino non tollera il doppiaggio, prima di tutto perchè vuole sentire il tono di voce naturale della Garbo o di Shirley Tempie, ma anche perchè se esso viene fatto a Hollywood ha il linguaggio e l'intonazione del Messico; se fatto in Spagna od in altro paese europeo — in primo luogo in Italia — usa modi di dire, frasi, parole, accenti tipicamente spagnoli che urtano lo spettatore argentino e gli sono non di rado incomprensibili. Recentemente venne proiettata LA mazurca di papà /con De Sica e Melnati, splendidamen te 'doppiata nel più puro castighano; data in italiano avrebbe avuto indubbio successo, ma con il doppiaggio fatto a Roma ebbe un insuccesso tale che — caso quasi unico — nessun giornale ne pubblicò una riga di recensione, mentre i critici dedicavano largo spazio al corsaro nero, dato nell'originale italiano la stessa sera nello stesso programma di prima visione (si tenga presente che nelle sale di prima visione di minor categoria si danno sempre due pellicole nuove insieme; il programma cambia ogni settimana). Nelle sale di lusso — il « Rex » e l'« Opera » — che sono le più moderne e gran diose con 2-3000 posti; il « Monumentai », meno recente ma altrettanto vasto; l'« Ideal » ed il « Suipacha » — sale più piccole, ma più eleganti e quindi preferite dal gran mondo — lo spettacolo si svolge seralmente così : alle 2034 cortimetraggi nord-americani, attualità nord-americane ed argentine, disegni animati; alle 22 una pellicola della stagione precedente; alle 23^4 la pellicola di prima visione. Gli argentini e sopra tutto le signore e signorine che vanno a teatro alla « vespertina » o « vermut » alle i8l/A-i8y2, vanno a prender l'aperitivo verso le 20^2-21, pranzano verso le 22 e poi vanno al cinema. Ecco perchè le pellicole nuovissime si danno così tardi. Tentativi di dare spettacoli continuati si fecero solo nel 1939 in due o tre sale, mentre sono d'uso nelle sale che danno esclusivamente cortimetraggi, dalle 11 o 12 all'una. Nelle sale di seconda, terza e quarta visione il sistema è invece diverso: un'ora abbondante di corti-metraggi e due pellicole nuove, oppure — nel 90% delle sale — tre pellicole. Il sabato e la domenica nel pomeriggio sono molti i cinema che per lo stesso prezzo danno quattro o cinque pellicole di lunghezza normale: si va al cine alle 13 e se ne esce alle 20 passate. Ossia, l'appassionato fa così; ma la massa non è tanto fanatica come il sottoscritto che qualche sabato è riuscito a vedere anche sette pellicole, fra pomeriggio e sera, in due cinema adiacenti (in alcune vie come Corrientes, Lavalle, Santa Fé, Boedo vi sono 4-6-8 cine adiacenti). Infatti m'è successo innumerevoli volte che lo spettacolo s'iniziasse puntualmente per me, solo ed unico spettatore e che alla fine della prima pellicola — quasi sempre mediocre o cattiva — gli spettatori non fossero più di venti. Del resto, eccetto il sabato e la domenica, gran parte delle sale sono poco frequentate. In ottimi cinema dei quartieri più signorili non vidi mai nelle serate dei giorni feriali più di 80-100 spettatori. Chiesi più volte a persone del ramo: « Ma come fate a coprire le spese con le sale così vuote? » La risposta fu sempre la stessa : « Ci bastano gli incassi del sabato e della domenica; tutto il resto è guadagno in più, sul quale non facciamo assegnamento ». Ne deriva logicamente che i prezzi di noleggio siano bassi, per es. 250 lire sono un ottimo prezzo, 100 lire sono normali, 50 lire non sono rare. Ecco perchè i nostri produttori stentano tanto a collocare in Argentina le loro pellicole : chiedono prezzi sbalorditivi e si arrendono solo dopo anni di trattative. Così accadde per es. per don bosco, pellicola della quale m'occupai personalmente: il prezzo — normale per l'Italia — era così eccessivo per le abitudini argentine, che le trattative vennero rotte e riprese solo dopo due anni quando i produttori cedettero... ma oramai la pellicola era vecchia e l'interesse scemato. 208