Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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®a ©usOTs ©a®s * + + + ECCELLENTE * * * BUONO + * MEDIOCRE * SBAGLIATO *** CENTOMILA DOLLARI /fa/w Prod.: Astra-E.N .l.C. Regìa: Mario Camerini Dirett. di prod. : Libero Solaroli Soggetto : Mario Camerini, da una commedia di Cari Coniad Scenegg.: Camerini, Castellati Scenografia: Fulvio Jacchta Costumi: M. Caracciolo di Laurino Operatore: Alberto Fusi Fonico: Ettore Forni Interp*.: Assia Noris, Amedeo Nazzari, Maurizio D'Ancora, Lauro Gazzolo, Calisto Beltramo, Liliana Dei Balzo, Minora, Arturo Bragaglia. Anche quest'ultimo film di Camerini, che ricalcando i motivi comico-sentimentali, ormai più che noti in questa rivista, corre allegramente e piacevolmente per la sua strada, si svolge secondo un uso, ormai invalso nella nostra cinematografia, a Budapest. Questa città è diventata un po' un porto dei soggetti leggeri italiani, come una specie di rifugio in cui tutto è lecito e permesso. A differenza degli altri recenti lavori dello stesso regista, centomila dollari porta con sé una fluidità ed un giusto uso dei mezzi di racconto cinematografico che ne fanno un'operetta gustosa ed accettabile, grazie anche alla recitazione veramente scioltissima degli attori che vi compaiono, primi fra tutti Assia Noris ed Amedeo Nazzari. ** 1000 Km. AL MINUTO Italia Prod.: Fauno filmi. CI. Regìa: Mario Mattoli Dirett. di prod. : Baroni Soggetto : Aldo De Benedetti Scenegg.: A. De Benedetti Scenogiafia: Piero Filiypone Operatore : Domenico Scala Fonico : Ovidio del Grande Montaggio : Mario Mattoli Interpr. : Vivi Gioi, Nino Besozzi, Antonio Gandusio, Lola Braccini, Amelia Chellini Romolo Costa, Mario Ersanilli, Enzo Btliotti, Nerio Bernardi, Aroldo Tierì. Per quanto nella vertenza che precede il film sia detto burlescamente che la storia raccontata non vuole avere nessun riferimento alla scienza, tuttavia una certa simulata esattezza e proprietà nella parte propriamente « esplorativa » del lavoro, avrebbe indubbiamente giovato ad innalzarne il livello e a farne cosa più attraente e viva. Infatti, il calcato tono burlesco e l'esagerato abuso d'una scenografia che chiameremmo « manometrica » toglie quel sapore irreale che avrebbe sicuramente accentuato l'interesse del pubblico. Gandusio vive come al solito per la battuta, e Besozzi scompare addirittura come personaggio, tanto incolore è la sua recitazione. Vivi Gioi la meno adatta e la più sciupata per. roba di questo genere. ** UN UOMO D'ORO (Un homme en or) Francia Prod. : Roger FerdinandE.N.I.C. Regìa: Jean Dreville Ass. regista: Robert Paul Musica: Carlo ìnnocenzi Riduz. ita!.: Stefano Gusberti Interpr. : Harry Baur , Suzy Ver non, Pierre Larquey , Christiane Dor, Josseline Gael , Jacques Maury , Guy Derlan, Robert Clermont. Senza fare dell'ironìa di bassa lega sui logici legami fra il titolo di questo film francese e il suo contenuto, non si può tuttavia non sorridere sull'assurdità della forzata bontà cristiana di certe situazioni. In ogni modo pur prescindendo dai motivi di ordine morale che necessariamente portano alla praticità della tesi sostenuta un uomo d'oro dal punto di vista strettamente cinematografico è un'opera male arrangiata e che provoca scarso interesse. Harry Baur si vale qui, come non mai, dei mezzi più triti e pedestri della sua <( forma » che non ne fanno altro se non una figura grigia e priva di ogni attrattiva eroica. Accanto a lui tutto sembra invecchiato precocemente e stancamente, anche Suzy Vernon nelle vesti di moglie giovane e delusa. ** TIRANNA DELIZIOSA (Woman chases man) U.S. A. Prod.: United Artìsts-Artisti Associati Regìa: John Blystone Dirett. di prod . : Daniel Mandell Scenografo : Julia Heron Comm. mus.: Alfred Nevvnian Operatore: Gregg Toland Montaggio: Richard Day Interpr.: Miriam Hopkins, ]oel Me Crea, Charles Winninger. È questo un film ricco di trovate e di situazioni impensate che tradisce però il fondo ingenuamente romantico (e di quale romanticismo) di certa produzione americana. Dal principio alla fine seguono bene o male i guai di Charles Winninger, l'impetuosità fiduciosa di Miriam Hopkins, in fondo amorevole e innamoratissima, la fanciullesca testardaggine di Joel Me Crea. È anche questo uno di quei film fatti di nulla nei quali però la gustosa maestrìa del saper cogliere gli elementi vitali dalle cose più semplici e abituali, individuano immediatamente legista, attori e sceneggiatori di discreta bravura. Film che se non altro, potrebbero, senza altre pretese, insegnare qualcosa, e per tanto assolvere il loro compito nella visione fra noi. ** SERVIZIO DI LUSSO (Service de Luxe) U.S. A. Prod.: New Universall.C.l. Regìa: Rowland V. Lee Soggetto: Bmce Manning, Vera Caspary ■ Scenegg. : Gertrude Purcciì Comm. mus.: Charles Previn Operatore: George Robinson Montaggio : Ted Kent Fonico : Bernard B. Brown Interpr : Constance Bennett , Vincent Price, Mischa Auer, Charlie Ruggles , Helen Broderie^. Se la formula è sempre più o meno la stessa, se gli stessi sono i personaggi, se i « gags » si equivalgono ai mille che fino ad oggi il cinematografo americano ci ha ammannite, pur tuttavia servizio di lusso assolve il suo compito con la consueta andatura dei film del genere. Un pizzico di romantica debolezza in una donna usa a vederne di ogni colore, un continuo balzare di imprevisti gettati lì con naturalezza apparentemente logica, una continua critica dello stesso mondo e delle stesse persone d'America bastano a Rowland V. Lee per fare un film discreto e sopratutto per creare uno spettacolo. Ma se indubbiamente la regìa e più ancora il montaggio di servizio di lusso sono fra i più riusciti di quelli che l'America ci ha dato in questa stagione, questo film porta a considerazioni specialissime sugli attori. C'è in effetto in ognuna di queste opere riuscite americane, oltre ai pregi individuali, indiscutibili di ciascun personaggio, qualcosa di più, che in special modo in questo servizio di lusso balza immediatamente agli occhi dello spettatore. C'è una adeguazione delle virtù di ciascuno a quelle degli altri, c'è in breve come una adattabilità ad incastro che ogni attore fornisce ai suoi compagni. Sicché l'organicità della recitazione dipende in gran parte da questa intelligente collaborazione che è fatta sia detto ad onore di quegli attori spesso con sacrifici non lievi alle naturali umane ambizioni di ciascuno. Così Constance Bennet ad esempio è nella sua recitazione la naturale parte integrante di quella particolare di Charlie Ruggels o di Vincent Price. Così Mischa Aurer è più che un caratterista in quanto il suo lavoro non resta fermo ed esaurito nella costruzione della figura che incarna, ma anzi fornisce a suo turno le possibilità di incastro ai suoi compagni. Si potrà dire che tutto questo è compito e quindi merito della regìa. Noi siamo d'accordo su questo punto ma solo in parte. È indubbia la funzione del regista nella fusione degli elementi che formano il complesso recitativo del film, ma essa non potrà mai avvenire ove non esista quella naturale intelligenza da parte degli attori che riveli loro i giusti limiti e la necessaria aria libera da lasciare agli altri. E più che aria libera, la chiara possibilità di integrazione dei propri ruoli con quelli dei compagni. Il problema in sede di critica di un film non può venire approfondito per varie ragioni, essendoci stato palesato sopratutto da servizio di lusso. Abbiamo creduto opportuno accennarne almeno per ora in questa sede. Del film va sopratutto notata l'eleganza di mobilità e quella scioltezza che sono ormai come la marca di fabbrica di quella produzione. Constance Bennet è una fanciulla che ameremmo veramente incontrare un giorno sul nostro cammino. 22Ó