Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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pubblimont GALLERIA (v. tavola a fianco) PRODOTTI p&ì {(Otog'ìaiia C H I N O N E COLLODIO FOTOGRAFICO IDROCHINONE POCHE figure femminili dello schermo sono riposanti .ilio sguardo quanto Joan Blondell : paragonabile in ciò al verde dei rampi, ma piuttosto per tutti gli attributi della sua persona, a un dolce sostanzioso che abbia messo mani e piedi e sorriso. Una ragazza di marzapane. O, in altro senso, l'incarnazione dello stemma pubblicitario di una casa di saponi profumati; casa americana, ma della provincia, del Middle West per esempio. Perchè se c'è un'attrice che sullo .chermo di Hollywood ha la funzione di rappresentare la provincia americana, come un deputato in un parlamento, questa è lei. Sarà una provinciale smaliziata e fattasi cittadina: ma dite un pò' se non odora di sapone fresco, e se non è vero che nulla sembra affatturato, che a lei si riferisca. Domestica e placida « stella », di quelle che non turbano i sogni dei raffinati, e tengono ideal compagnia solo a brava gente di ramo impiegatizio e, si direbbe, di media età. Pacioccona, sempre sorridente. Difatti corre una leggenda sul conto suo, e questa ovviamente dice : Joan nacque col sorriso sulle labbra già pienotte, invece di piangere come tutti i neonati si mise a ridere in giro (si capisce, dopo un breve pianto iniziale). Passaggio rapidissimo dal pianto al riso. Così faceva la ragazza più tardi, quando si trovò in mezzo a qualche guaio: asciugarsi le lagrime, sorridere e dire a sé o ad altri : niente paura, io sono sicura che avrò fortuna un giorno, era tutt'uno. Joan Blondel I è figlia d'arte, ed è nata nel 1909 a New York. Suo padre, Eddie Blondell, è stato un comico di varietà piuttosto noto, sotto il nomignolo o pseudonimo di Katzenjammer Kid, che in romanesco potrebbe trovare un cquilavente approssimativo in « benzinaro » : immaginarsi quindi un truccaggio accentuato sul rosso per tutta la faccia; ma anche, per la scelta medesima della parola tedesca, una certa raffinatezza e consapevolezza Joan Blondell, lei, ci seppe dare più d'una interpretazione davvero calcolata e cosciente. 11 dovere suo, d'altra parte, la bionda '. star » lasareccia l'ha fatto sempre: sia che le toccasse di sgambettare nei vani film governati dalla lucentissima fantasia coreografica del Berkeley, sia che ci raccontasse storie bonarie, di buon calibro realistico. Fin da bambina si trovò a recitare, e da una tale preziosa esperienza le vengono la faccia tosta e l'abilità discreta ma certa di oggi, che le permettono di cavarsela in tutte le circostanze. Cosi, tra circo, teatro e varietà stette sulle scene per sedici anni, dai due ai diciotto voglio dire. Per essere più esatto, dovrei raccontarvi — ed è la verità — che Joan, la quale allora si chiamava Rose, debuttò in teatro all'età di quattro mesi. Ma non era un debutto vero e proprio: essa non agiva, dunque non era attrice; era, per cosi dire, agita (cioè portata in braccio). 1) dramma era intitolato .• Il più grande amore », e l'infante paffuta era l'esemplificazione di carne e ossa di quel titolo senza mezzi termini. Un'altra leggenda vuole che già da quel giorno il pubblico osservò on piacere le gambette robuste della bambina: essa le muoveva con una cosi geniale e indifferente irrequietezza. Su quelle gambe i vecchi teatranti fecero volentieri scherzose predizioni : e difatti anche oggi sono una delle armi più spontanee della molto spontanea attrice. Come mai finì nel circo? Quando i suoi dovettero ritirarsi, e altre disavventure finanziarie lasciarono per qualche tempo la famiglia in un certo pericolo. Se la cavò benissimo an che lì, come ballerina acrobata. Aveva poco più di sedici anni, e vantava ormai la pratica d'una veterana; con la sua famiglia era stata in tutte le maggiori citta europee, cinesi, australiane e canadesi. Padre, madre e figlia componevano un armonico e squisito numero di varietà, durante questo giro del mondo. Ci metteva sempre la puntualità d'una massaia che tiene avviata una casa popolata da molta gente, e l'estro d'un'artista. Sui diciassett'anni, rimasta ormai la sola Blondell dei palcoscenici americani, s'accorse ch'era stanca del suo scarso successo e dei suoi scarsi guadagni. In quel momento era passata dal circo alla rivista, ed era diventata corista in un modesto « chorus » di ballerine. Decadenza immeritata ed eccessiva : lei se ne rendeva ben conto, ma gli impresari non le davano ascolto. Pare impossibile, ma quella gente panciuta e fornita di sigaro, ha un carattere strano : se la gente si trova momentaneamente in discesa, non fanno mai — forse per superstizione — un passo per ritirarla su, anche se siano convinti che lì c'è ■ offa e meriti superiori. Forse agiscono così perchè non posseggono sufficiente acume. Allora Joan s'accorse, dicevamo, di averne abbastanza. Convinse una compagna a seguirla, fuggirono insieme in Australia, dove si misero a fare le indossatrici. Questa evasione le portò fortuna : al ritorno, fattasi anche più bella e più donna, ottenne una scrittura non sensazionale ma vantaggiosa, in una buona compagnia viaggiante. Il giro incominciò a Dallas nel Texas. Recitò nel « Processo di Mary Dugan », in « Follie», « Macchia », « Maggy la splendida » e in « Penny Arcade ». Fu questa commedia che improvvisamente la rivelò ai cercatori hollywoodiani : di punto in bianco la chiamarono a Hollywood, le diedero il primo ruolo (lo stesso da lei tenuto in teatro) nel rifacimento cinematografico di « Penny Arcade », con James Cagney, e fu subito stella. Il film si chiamò la vacanza del peccatore. Poi vennero tutti gli altri, in un ritmo decennale che non s'è mai rallentato. Ha avuto due mariti, l'operatore Barnes e Dick Powell. Si noti che qui s'è subito detto che la cordiale e paciosa Girvanna è un'attrice. Suo compito principale, va bene, è quello di suggerire immagini allegre, serene e tradizionali; le sue eroine, lo ricordiamo tutti, fanno una vita semplice e onesta, e si meritano sempre, nel finale del film, un marito amorosissimo che le porta in una bella, spesso in una sontuosa abitazione. Ma sarebbe un compito labile — con la concorrenza che le fanno altre stelle americane — se Giovanna non fosse l'attrice che è: disadorna per effetto di stile; stile vero, definito in una sua composizione e armonia coi mezzi in apparenza più sciocchi. FILM PRINCIPALI: la vacanza del peccatore (Sinner's Holiàay, Warner, 1930), la dattilografa (Office Wife, id., 1930), l'angelo bianco (lllicit, id., 1932), LA danza delle luci (Foollight Parade, id., 1934), viva le donne (Dames, id., 1934), broadway GONDOLIER (i.d, 1935), BLLLETS OR BALLOTS (id., I936), AMORE IN OTTO lezioni (Gold Diggers of '9J7, id., '937)' IL RE F LA ballerina (King and 'he Chorus Girl, id., 1938) c'è sotto ina donna (There Is Aìways a Woman, Columbia, 1938), ed ora sposiamoci (Stand-In , Artisti Assoc., 1938), MILIONARIO SU MISURA (Perfed Speciment, Warner, 1938), angolo di cielo (East Side of Heaien, New Universal, 1939. PTJCK 228