Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

Record Details:

Something wrong or inaccurate about this page? Let us Know!

Thanks for helping us continually improve the quality of the Lantern search engine for all of our users! We have millions of scanned pages, so user reports are incredibly helpful for us to identify places where we can improve and update the metadata.

Please describe the issue below, and click "Submit" to send your comments to our team! If you'd prefer, you can also send us an email to mhdl@commarts.wisc.edu with your comments.




We use Optical Character Recognition (OCR) during our scanning and processing workflow to make the content of each page searchable. You can view the automatically generated text below as well as copy and paste individual pieces of text to quote in your own work.

Text recognition is never 100% accurate. Many parts of the scanned page may not be reflected in the OCR text output, including: images, page layout, certain fonts or handwriting.

una legge, la nostra limitata indagine si prefigge di disporre il lettore a quei ragionamenti che riterrà opportuni. Abbiamo preso in esame per l'effettuazione di questa indagine due film italiani di produzione 1939 che presentano carattere e intendimenti così lontani fra loro da poter essere considerati esempi tipici di due criteri produttivi. Di frenesia, commedia brillante, modernissima, marcatamente americanizzante e nel suo genere perfettamente riuscita abbiamo assistito alla prima al Cinema Corso. Il pubblico uscì più o meno soddisfatto, dopo avere riso ed essersi divertito per un'ora e mezzo. La commedia, nella situazione nello sviluppo e nell'ambientazione ha tutti i requisiti per soddisfare il pubblico tentato da una punta di esotismo. Dovemmo però constatare che anche la parte di spettatori meno accessibile alle sensazioni mondane sembrò soddisfatta dalla escursione in un mondo arioso quando vide appagata la propria sensibilità ad uno stato di cose ordinato dal finale bonario tendente a ristabilire una morale familiare. In autobus, avanti a noi, sedeva un signore che avevamo già visto al cinematografo. Diceva alla moglie : « Vedi, in fondo non c'è bisogno di far dei ragionamenti barbosi per persuadere, mi sono divertito e ho sentito che in fondo c'è una morale accessibile a tutti » . A che la moglie ribattè : « Forse hai ragione, però i nostri ragazzi vedendo un film simile rimangono colpiti soltanto dall'apparenza, quello che rimarrà loro sarà soltanto un sogno di giacche bianche e di ozi in piscina ». Le due opinioni non ci sembrarono contrastanti : l'uomo, ottimista per inclinazione, vedeva alla prima occhiata soltanto il lato buono. Decisamente la censura dovrebbe essere affidata alle donne. Prima visione di montevergine. Il dramma umano e commovente aveva, se non persuaso, attratto l'attenzione di tutto il pubblico. La persuasiva sequenza del santuario lasciò un'ombra di convinta bontà negli occhi assonnati dei commendatori che sfollavano lentamente. Nessuno parlava. Per conoscere una opinione precisa fummo costretti a fermare il signor Francesco Matera, rappresentante di commercio, di passaggio a Roma. « Questi sono i film che si dovrebbero fare a preferenza : i sentimenti che animano questi personaggi sono facilmente comprensibili a tutti. Qui si vuole soltanto incoraggiare alla bontà; chi può restare indifferente? Per esigenze di la voro visito continuamente città minori dove c'è ancora una qualche diffidenza nei riguardi del cinematografo. Con dieci film come questo, la battaglia sarebbe facilmente vinta ». Fuori del cinematografo incontrammo poi Rosina Ponte, dattilografa nell'ufficio di un nostro amico. « È bello ma troppo melanconico », ci disse. c< Io vengo al cinematografo per dimenticare una giornata di lavoro e per non ricordare che me ne aspetta un'altra: preferisco perciò le commedie brillanti che si svolgono in un ambiente elegante. Nazzari è il mio attore preferito e amo vederlo come un bel ragazzo ricco destinato a portare l'amore nella vita di una povera fanciulla ». Il pubblico delle seconde visioni non ci ha interessato che relativamente. È un pubblico ibrido composto di ritardatari delle prime e di anticipatori delle visioni rionali. Il cinema di medio livello, quello che maggiormente, crediamo conti per gli incassi, segue nella scìa del successo e meno della prima visione. È in fondo questo pubblico quello che ha minor carattere, che presenta troppe facce per poter essere analizzato con una certa sicurezza. Rivedemmo frenesia ad una « prima visione di zona ». Il pubblico di questi cinematografi è in genere composto di persone che non scelgono il film ma vanno al cinematografo più vicino alla propria abitazione. Il successo fu piuttosto limitato, si rideva forse più spesso che alla prima visione ma con convinzione minore. Il rag. Pietro Rinaldi, impiegato privato ci disse quanto segue : « È una sciocchezza che diverte ma dà anche da pensare. Se io fossi persuaso che esiste veramente in Italia della gente che vive nel modo che ho veduto ne sarei molto disgustato. La morale arriva troppo tardi per lasciar veramente credere che i protagonisti siano convertiti ». Una giovane signora che non ci volle affidare nome e cognome disse: «Non so se l'amore possa tanto, ma credo che mio marito mi avrebbe semplicemente messa fuori di casa se avessi accennato a un flirt. In quanto alle stravaganze a cui si abbandonano i personaggi non vedo che scopo abbiano, tanti animali in casa sarebbero, sopratutto, noiosi ». In un cinematografo dello stesso quartiere abbiamo osservato il pubblico di monte vergine. Il successo di commozione, appena delineato al cinematografo del centro, fu assai più sentito, come fu sentita la persuasività dell'atmosfera mistica che porta il protagonista al perdono. Nazzari fu apprezzatissimo dal pubblico, la sua personalità di "protagonista si confondeva con quella di attore. Un signore ci disse « che era stato profondamente commosso ». Una ragazza affermò che « era una storia umana, tanto semplice da interessarla, pur avendo una limitata trama amorosa ». Interrogammo poi un giovanotto che era seduto vicino a noi : Luigi Fortuna, studente universitario ed impiegato. « Io trovo » disse « che il cinematografo dovrebbe sempre riferirsi a temi simili per riuscire a far presa nel pubblico. Certe sottigliezze, certi giuochi di società, non mi interessano che mediocremente. Probabilmente non potrò mai, nella mia vita, pagare un whisky venticinque lire : perciò è priva di interesse per me una storia ambientata in un mondo che non posso comprendere, montevergine invece mi commuove e penso che commuoverà molti altri milioni di persone, sopratutto perchè il pubblico ama vedere che l'arte si occupi del suo mondo, delle sue storie. Penso che questo film avrà più successo quanto più girerà nei rioni popolari e nei paesi ». Il giudizio del signor Fortuna si dimostrò esatto. Assistemmo alla proiezione dello stesso film in un cinematografo popolarissimo: la sala era piena, il pubblico attentissimo e da diverse donne sentimmo dire che erano tornate a vederlo per la seconda volta. Il proprietario del cinema mi confermò che era stato quello il film che aveva tenuto più a lungo cartello. In quella occasione la nostra intervista col pubblico riuscì perfetta : poiché risultò fatta all'intera massa. Poiché gli spettatori non si vergognavano di commentare ad alta voce l'azione, potemmo avere la precisa sensazione di quanto il film fosse compreso in ogni dettaglio e di come fosse sentita la bontà della tesi sostenuta. Ritrovammo frenesia in un cinema suburbano, di domenica. Ci sembrò dapprima che il successo fosse vivo poiché tutti ridevano, poi comprendemmo che non era la situazione a far ridere, ma la raffigurazione di un mondo sconosciuto, del tutto incomprensibile, che per quel pubblico equivaleva ad una atmosfera da vecchia comica americana. Alla fine il pubblico sfollò piuttosto deluso. Un giovanotto commentò : « Puro er cinese collo scimpanzè pe' mano. Li carci ce vorebbero, quarche vorta ». UMBERTO DE FRANCISCIS 251 MAI