Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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gliori pellicole prodotte intorno al 1933. Del film la nascita di salomè si realizza anche un'edizione spagnuola. La cura De Juan, che troviamo la sera all'Albergo Flora. De Juan ha naso aquilino, baffi alla cinese e moglie bella. Impegniamo con lui una partita a ping-pong e intanto parliamo di cinema. Martedì. Ci rechiamo alla « Scalerà » a vedere altri francesi. Ctè Renoir che sta per iniziare TOSCA, ma di lui s'è già parlato a suo tempo. E c'è Marcel l'Herbier che gira la commedia della felicità. L'Herbier veste di scuro, porta le lenti ed ha capelli grigi. Dignitosissimo, compassato, potrebbe essere un banchiere. In effetti la sua compostezza dev'essere aliena da preoccupazioni finanziarie. Non gradisce estranei quando lavora (sarebbe tempo di convincersi, però, che il giornalista non è un estraneo), ma si dimostra ugualmente gentile. D'altra parte noi siamo discreti, ci accontentiamo di osservare senza seccar nessuno. Abbiamo in odio gli scocciatori, specie se sono giornalisti. Codesti tipi scamiciati, dal cappello sulla nuca, rompiscatole a oltranza, appartengono oramai alla rettorica, o forse all'America. In Europa non hanno fortuna . Dal nostro angolo possiamo seguire le varie fasi della ripresa. Non c'è disordine, non c'è confusione. Nell'interno angusto, la hall di un alberghetto, in cui ci si muove appena, ciascuno mantiene scrupolosamente il proprio posto. Ecco Micheline Presle. Le fummo presen Ginnastica mattutina di Micheline Presle tati poco fa e scambiammo con lei brevi pa Ed ecco Ramon No varrò. Gli hanno por role. Voce fresca, modulatissima. Abbiamo tato un garofano rosso da appuntare all'ocnotato nel suo viso un fatto strano: seria, chiello, ma non va, è troppo scuro, ci vuole lo sguardo riflette come una lieve malinco un garofano rosa. La cravatta a bolli, nemnia; sorridente, le sbuca dagli occhi una meno va: occorre quella a righe. Un caluce viva, infantile. Tutto sommato, sembra pello s'è mosso: « Mario, Mario... Tu devi più bambina di quanto forse non sia. Ma stare sempre vicino a me. La spazzola ». ha comunque un'aria tutta intelligente, e E poi un colpo di matita agli occhi e una lo dimostra cogliendo a volo ogni suggerì spruzzata di Colonia. mento del regista. « Oui, oui, oui » dice su Ma quando L'Herbier lo chiama e gli parla, bito, ed eseguisce in conformità, senza er il volto di Novarro è attentissimo, è il volto rori. % attrice nata: dev'essere soddisfa d'uno scolaro di fronte al maestro in cui cente dirigerla. Lavora con impegno, seria si crede. Obietta qualcosa, discute anche, mente. La con gli occhi ■BSBHHHnHBflBMnmHHHHiHU^m anche durante le soste e vediamo il suo volto provare le espressioni, il suo corpo seguire spontaneamente con adeguate movenze la mimica facciale. A un certo momento si ritocca il volto, da sola, quanto basta per strappare a L'Herbier un'esclamazione ammirativa. Durante la ripresa è precisissima. La spalla destra lievemente alzata dietro il braccio teso, lo sguardo di timida fanciulla innamorata rivolto fuori campo, al regista, pronuncia poche parole a voce sommessa, e il regista la guida con le mani, di lontano, le ordina i movimenti, perfino le espressioni : sembra un direttore d'orchestra. E veramente è come se dal volto patito di Micheline Presle emanasse, più che un lungo discorso, una musica, suonata in sordina. Ricordo di Ben Hur ma con convinzione, se la frase non fosse riservata a Mosca diremmo : con serietà e coscienza. E gira benissimo. La scena si ripete perchè un elettricista ha sbagliato velatino. Nel cortile della « Scalerà » incontriamo uscendo un signore alto, bruttissimo, in compagnia d'un amico. È Michel Simon con Alerme. Simon, col suo viso deformato come una foto sgualcita, parla forte e agita le mani con strana mollezza. Alerme lo sta a sentire, stacca un filo d'erba da un vaso e se lo mette in bocca. Mercoledì. I mali degli altri sono talvolta le nostre fortune. Ci informano che Conchita Montenegro è indisposta e non può ricevere nessuno, una telefonata all'Excelsior ce lo conferma. È una visita di meno, ma in fondo ce ne dispiace, perchè quattro chiacchiere con questa magra e pur bella spagnuola che nelle vesti di Salomè inter 256