Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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quella del teatro, altri elementi rendono più completa l'illusione: la persona bene educata non manca di deporre soprabito e cappello in guardaroba, si trattiene poi con gli amici nell'atrio, dove chiacchierando finisce, prima d'entrare, la sigaretta, poiché fumare al cinema, oltre ad essere « polizeilich verboten », è considerato una grave indelicatezza nei riguardi di ignote persone a cui il fumo fa male. Non si speri sulla tacita omertà dei vicini, tentando di occultare la sigaretta accesa nel palmo della mano: il panciuto e dignitoso signore che vi siede a fianco vi farà intendere con uno sguardo minaccioso che è dispostissimo a ricorrere alla forza pubblica. È quello stes so signore che pochi minuti prima, entrando, ha affidato amorosamente il suo grosso sigaro fumato per metà ad una specie, diremo così, di guardaroba : lunghi portacenere infissi al muro nell'atrio, con scompartimenti numerati destinati a contenere per un paio d'ore i Tokos e i Bock fumati a metà. Così il fumatore è tranquillo, salvi i regolamenti, e tutelato il legittimo senso di economia. Dire che i tedeschi hanno un mirabile senso di organizzazione anche nelle piccole cose, è dir cosa nota a chiunque. Una volta mi venne la tentazione di profanare l'ordine numerico e scambiare quei resti, ma sarebbe stata una monelleria di cui poi avrei avuto rimorso. E non lo feci. Forse da noi una simile innovazione porterebbe qualche inconveniente. Ma ormai siamo pronti, ci siamo perfino forniti di caramelle, che tuttavia non osiamo scartare per tema di far rumore. È buio e la sala è piombata in un silenzio profondo. Si comincia generalmente con un film documentario sulla vita di certi animali o sulle varie fasi di fabbricazione di un certo prodotto industriale. Queste proiezioni a carattere scientifico sono presentate con molto garbo e tecnica impeccabile; può tuttavia riuscirci a volte poco chiaro l'interesse che il pubblico tedesco dedica a questi corti me traggi, che da noi sono generalmente accolti con una certa freddezza. Viene poi il documentario a un dipresso sul tipo del nostro Luce e infine piccoli film pubblicitari. Da buon italiano aspettavo la solita marea di proteste e di impazienze che accompagnano spesso queste forme non sempre felici di pubblicità. Invece, niente : tutto passa liscio e non si può escludere neppure che qualche brava Frau Schmidt finisca per adottare il dentifricio X raccomandato dalla pellicola pubblicitaria. Poi il film vero e proprio. Definire gusti, tendenze, carattere del pubblico tedesco in base al suo comportamento di fronte allo spettacolo cinematografico è pressoché impossibile, poiché i tedeschi contengono in genere il loro entusiasmo, limitandolo ad una disciplinata ilarità nei punti strettamente richiesti dalla vicenda. Il resto viene assimilato e giudicato in forma strettamente interiore. Non si creda questa reticenza un sintomo di freddezza, che anzi il tedesco è per natura piuttosto espansivo, ma fa parte di quella « condotta » di cui abbiamo parlato. In complesso il tedesco è un pubblico intelligente, ed anche negli strati più bassi è educato ad intendere il cinema, per quanto l'attenzione sia forse inadeguatamente concentrata sugli aspetti più strettamente fo Berlino: piccoli cinema suburbani. Sopra: il 'Diana' a Berlin-Teltow. A sinistra: l"Echo' a Berlin-Buchow-Ost tografici e pittorici. Del resto in un popolo dove il djlettantismo fotografico è dilagante e dove la fotografia ha un valore più reale che evocativo, è comprensibilissima questa inclinazione : nella patria della Leica, il gusto per la bella inquadratura è sveglio. Passando poi al contenuto, alla « trama », il film patriottico è fortemente sentito, e tanto più se i motivi eroici, anziché avere caratteri di universalità, si riferiscono con allusioni esplicite e dirette alla Germania e al popolo tedesco. Vien fatto di pensare che i tedeschi non cerchino tanto nel cinema l'apologo, l'allegoria, la morale per la morale, ma abbiano bisogno della concretezza del « fatto », e vi tendano. Tanto meglio quindi se i protagonisti avranno una nazionalità ben definita, se l'azione si svolgerà in paesi ben riconoscibili, in modo che lo spettatore possa giudicare il tutto entro gli schemi della sua eticità e del suo sentimento nazionale. Sfuggono naturalmente a questa necessità film di carattere avventuroso, o i « gialli » (per quanto anche in questi ultimi non manchi mai l'elmetto classico dello Schupo), dove gli elementi romanzeschi posseggono già di per sé sufficiente emotività, accanto alla suggestiva visione di paesi lontani, al cui fascino i tedeschi sono tutt' altro che insensibili. Un altro elemento che solletica notevolmente il gusto di questo pubblico è tutto quello che si riferisce alla mondanità francese, con quel suo sapore leggermente scandalistico in cui non mancano frak impeccabili, tabarins con annesso champagne e ballerine in calze nere e gonne lunghe; strana attrazione (forse oggi il clima di guerra potrà avere modificato anche questo sentimento) di cui non è facile stabilire l'essenza, e se in essa giuochino più ragioni di affinità o di contrasto: forse né l'una né l'altra cosa. C'è forse in tutto questo una dose del solito 275