Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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Dna scena del film tedesco 'Robert Koch' provincialismo mondiale, che considera Parigi la culla dei piaceri leciti ed illeciti; comunque è una ammirazione compiacente, se non nostalgia, quella stessa compiacenza con cui i tedeschi erano estasiati dalla visione di panni stesi ad asciugare fra le finestre di qualche viuzza di città del nostro meridione, offerta da un vecchissimo film italiano di propaganda turistica (tolto provvidenzialmente dalla circolazione) che per molti anni aveva fatto il giro di tutti i cinematografi della Germania. Questo gusto parigino si deve quindi prendere con molto riserbo e si esaurisce in sé stesso. I bravi berlinesi sarebbero i primi a insorgere se le loro birrerie tentassero di assumere un tono parigino. Perchè in fondo i tedeschi in fatto di divertimenti sono dei gran conservatori. Se la produzione cinematografica di una nazione è il risultato della sensibilità artistica della massa (il che non è sempre vero), i tedeschi che apprezzano il film americano (spesso proiettato in edizione originale), che ammirano il film francese a forte contenuto psicologico, quando poi si trovano in famiglia, si contentano di semplici trame, di tenui motivi, di un linguaggio scorrevole, riposante, spinto talvolta ad ingenuità fanciullesche. Vogliono la chiarezza, la naturalezza a tutti i costi, amano sì trovare sullo schermo la vita, ma la loro vita di tedeschi in Germania. Poiché se è vero che lo spettatore finisce per trasportare sé stesso e la sua umanità nella figura del protagonista, il tedesco, nazionalista per eccellenza, vuol portarci la sua umanità di tedesco. Ora la regìa deve agevolare al massimo questa trasposizione, in modo che l'identificazione sia perfetta e legittima e la coscienza dello spettatore tranquilla. Anche il fatto etico segue vie tutte sue: in una trama sentimentale non turba la presenza di un figlio illegittimo, di un divorzio, di un suicidio; la moralità che conta è quella finale e ad essa tutto si può subordinare, purché il Bene trionfi e tanto meglio se questo sarà un Bene tedesco. GIOVANNI ARISTA ISTRUZIONE E PLASTILINA Berlino, aprile NEL nostro taccuino c'era segnato ben chiaramente che nel pomeriggio avevamo un appuntamento al « Reichsstelle fùr den Unterrichtsfilm » : era stato proprio il Presidente ad invitarci, e non volemmo assolutamente mancare. Il Presidente di questo ufficio, che — come è noto — ■ distribuisce su larga scala macchine di proiezione e copie di film in tutta la Germania, dalla Baviera, fino alla Prussia orientale, a tutte le scuole ed a tutte le Università, ci aveva assicurato che ci avrebbe fatto vedere documentari assai ben fatti e d'attualità. Appena finito il « Mittagessen », ci recammo dunque con una certa fretta verso la più vicina metropolitana : la vita finisce presto a Berlino, ed è necessario che ad una certa ora ognuno sia nelle proprie case. Sulla metropolitana, molta gente che leggeva con tranquillità il giornale : i laconici comunicati di guerra, allora, non erano certo tali da suscitare un interesse fuori dal normale! Finalmente giungemmo a Potsdamer Platz, e dopo un poco di strada, giungemmo all'Ufficio dove il Presidente ci aveva dato appuntamento. Entrammo nel piccolo giardino, e, poiché nessuno ci era venuto incom.o, seguitammo a camminare, un poco guardinghi. La porta era socchiusa, e non c'era né portiere né altri segni che facessero sospettare l'esistenza di qualche persona. Nelle scale dei cartelli indicavano per mezzo di una freccia i rifugi antiaerei del sottosuolo. Finalmente, come Dio volle, trovammo il nostro ufficio. Il Presidente era lì ad attenderci : alto, con i capelli bianchi, alssai garbato e con una pronuncia chiara. E siccome noi eravamo gli ultimi arrivati, dopo che ci fummo seduti in una stanza chiusa, dove c'era lo schermo, la macchina da proiezione e delle poltrone assai comode, il Presidente, avvicinatosi ad un tavolo, pieno di campanelli e di piccoli aggeggi misteriosi, cominciò a parlare della storia del documentario in Germania. Le origini del documentario in Germania sono piuttosto lontane. Soltanto una quarantina d'anni fa si diede inizio ad una produzione di film scientifici : quando ancora la produzione artistica non era neppure agli albori. Naturalmente in quei primi anni si registra più che altro tentativi, di valore e importanza trascurabili. Si deve ad Oscar Messter — che è il pioniere tedesco del cinematografo — se, alla fine del secolo passato fu possibile produrre i primi, rudimentali documentari sulla medicina. Nel 1899 il prof. Pfeffer, Direttore dell'Istituto Botanico dell'Università di Lipsia, fece la prima ripresa della crescita dello pian 276