Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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fisionomia, un suo carattere che vuole già essere una interpretazione del dramma. Soprattutto noi ci preoccupiamo di una cosa: che il nostro lavoro passi inosservato all'occhio del pubblico : vorrà dire che tutto era intonato, era vero in rapporto alla trama. Guardiamo intanto quegli interni già pronti. « Vedete — prosegue Scotti — Pavani sa già cosa mettere in questa parete, e sa come saranno i tendaggi di questa finestra, e quante sedie, e che sedie, figureranno al centro della stanza: i bozzetti li ho preparati tenendo conto di tutto ciò. Capita qualche volta che in sede di lavorazione il regista sposti a modo suo, aggiunga mobili, ne levi, ne raggruppi, e in tal caso non vi dico scinderne. Il cinema essendo una combinazione di chiaroscuri, tutto, dal colore e dalla forma delle pareti a quello dei mobili e dei costumi, avrà valore; per cui quanto più il lavoro dei tre suddetti elementi sarà reciprocamente funzionale, tanto più l'opera del regista e dell'operatore saranno facilitate. Non solo. Chi negherebbe al regista la possibilità di trarre eventualmente ispirazione proprio dall'ambiente? Questi ragionamenti facevamo con l'architetto Ottavio Scotti e l'arredatore Cesare Pavani. I loro nomi sono legati a molti film, tra i quali TORNA, CARO IDEAL..., BALLO AL CASTELLO, LA MIA CANZONE AL VENTO, TAVERNA rossa, ecc. Non che a lasciatemi cantare e piccolo alpino, in corso di lavorazione. Questi due giovani lavorano da tempo insieme e non hanno la minima intenzione di staccarsi. « Insieme — dice Scotti — noi discutiamo i bozzetti e il mobilio, sicché a opera compiuta l'ambiente ha sempre una In alto : una stanza da letto 1870. In mezzo : studio di un armatore, fine 800. Sotto : sala di soggiorno moderna. (Architetto Ottavio Scotti, arredatore Cesare Pavani) le nostre proteste, ma, voi sapete com'è: il regista è un pezzo grosso ». Effettivamente, ciò accade. E il fatto rientra in quella improvvisazione a cui accennavamo poc'anzi e che è la malattia più grave della nostra produzione. Ma tocca pure un altro problema: quello della ignoranza. Togliere, come ci capitò di vedere tempo fa, mobili da una stanza e aggiungerli ad un'altra già preparata in ogni particolare, è, scusate, senso di ignoranza. Noi vorremmo, per esemplificare, che l'unione di in questo campo, quella collaborazione che è segreto di buona riuscita nel cinema. E vorremmo, per esemplificare, che l'unione di Scotti e Pavani con il costumista Sensani, unione di cui abbiamo udito parlare, non fosse un'idea campata in aria ma divenisse al più presto fruttuosa realtà. Ma noi vorremmo tante cose, di questo benedetto cinema italiano. AMMONIO SACCA 282