Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

Record Details:

Something wrong or inaccurate about this page? Let us Know!

Thanks for helping us continually improve the quality of the Lantern search engine for all of our users! We have millions of scanned pages, so user reports are incredibly helpful for us to identify places where we can improve and update the metadata.

Please describe the issue below, and click "Submit" to send your comments to our team! If you'd prefer, you can also send us an email to mhdl@commarts.wisc.edu with your comments.




We use Optical Character Recognition (OCR) during our scanning and processing workflow to make the content of each page searchable. You can view the automatically generated text below as well as copy and paste individual pieces of text to quote in your own work.

Text recognition is never 100% accurate. Many parts of the scanned page may not be reflected in the OCR text output, including: images, page layout, certain fonts or handwriting.

mimi m ©lasro ©noiaua * + jf. * ECCELLENTE * * •¥■ BUONO ** MEDIOCRE 4 SBAGLIATO I + ■ y\ ** EX CAMPIONE (Ex Champ) USA. Produzione: New UmversalI.C.I. Produttore associato: Rurt Kelly ■ Regìa: Philip Roseti Soggetto : Gordon Kuhn Sceneggiatura: Alex Gottlìeb, Admund L. Hartmann Operatore : Ellwood Rredell Fonico : Charles Carroll Interpreti: Victor Mac Laglen , Non Grey , Tom Brown , William Frawley, Constante Moore. Per quanto l'interpretazione di Victor Mac Laglen sia sempre fra quelle di testa nella scala dei valori degli attori, in questo vecchio film americano essa cade in sforzature piuttosto dannose per la sua fama. La regìa insiste troppo sulla sua figura che sarebbe stato più giusto « sentire » indirettamente e con meno peso. Il soggetto che appartiene al quadro del buon romanticismo di famiglia caro agli americani arriva a conclusione troppo facile e perciò poco sentimentalmente commovente. E ciò in contrasto con la tesi che si vuol sostenere. Più a posto di ogni altro la pungente figurina di Nan Grey e quella fanciullesca di Tom Brown candidati felici ad uno sportivo matrimonio. Pef chi non ricordasse Nan Grey è una delle tre ragazze in gamba, che qui è cresciuta ancora di più. ¥ * VALIDITÀ GIORNI DIECI Italia Prod.: Astra-E.N I C . Regìa: Camillo Mastrocinque Dir. di prod. : Fabio Franchini Sogg. : tratto dal romanzo omonimo di Toddi Scenegg : Luigi Antonelli. Carlo Veneziani, J. /. Annoi, Alfredo Vanni , Mastrocinque Scenografia : Gino Franti ■ Operatore: Ugo Lombardi Fonico: Vittorio Trentino. R. Bianchi ■ lnterpr.: Antonio Centa , Laura Solari. Sergio Tofano, Luigi Cimara. Lilia Sdii. Guglielmo Barnaba, Jole Morino. Ecco un soggetto, che per quanto qua e là macchiato dai luoghi comuni c\e\\a. commedia cinematografica, poteva dar luogo ad un film ben più riuscito ed allettante. Il fatto è che il soggetto non basta, che non bastano gli abiti e i cosmetici a trasformare l'uomo, e che soprattutto è sempre una questione di mano, di tocco e perciò di sensibilità quella che fa imbroccare la strada giusta. Ma è appunto questo tono quello che manca a validità giorni dieci, e che ne fa perciò naufragare gli intenti di soggetto. E Centa non funziona, è fuori dal fuoco giusto, non ha compreso; e Laura Solari agisce in una recitazione che non è quella utile per « l'aria » del film, sicché Tofano che è l'unico che ha capito giuoca a vuoto per colpa degli altri e di chi ha diretto. (Foto Pesce). ** AVVENTURIERA (L'emigrante) Francia Prod. : Vega-Cine Tirrenia Regìa: Leo Joannon lnterpr.: Edvige Feuillère, Jean Chevrier , Georges Lannes, Larquey. La recitazione di Edvige Feuillère, di primissimo ordine in questo lavoro è quella che salva quel tessuto di accentuate incongruenze che formano il racconto del film. Questa recitazione raggiunge veramente momenti di alta espressione artistica; tali da far dimenticare le scialbe e convenzionali figure degli altri che sono in que"sto caso Jean Chevrier, Georges Lannes e Larquey. Il finale del film volutamente drammatico, ma inaspettato, delude e non convince, non per la sua negatività, ma perchè questa negatività non è preparata e risulta perciò illogica e sforzata. La regìa di Leo Joannon ha il merito di valorizzare al massimo appunto le possibilità della Feuillère, e il torto di tollerare negli altri attori gesti ed espressioni stereotipati, come si legge su certi manuali di recitazione. ¥ SOTTO LE STELLE (Belle étoile) Francia Prod. : Eclair Journal-Cine Tirrenia Regìa : Jacques de Baroncelli lnterpr. : Michel Simon, Meg Lemonnier, Jean Pierre Aumont. Il film era partito bene al principio; burlesco fino all'esagerazione, illogico e divertente. Poi si è impelagato in una stasi; meglio ancora si è accomodato con i suoi stessi eroi in forme piuttosto sentimentali senza più vizi, senza novità, anzi procedendo sulle regolarissime rotaie del preveduto e dell'usuale. È allora che alla eterna risorsa si sono chiamate in aiuto corse movimentate in automobile, telefonate, polizia, titoli di giornale, tutto l'apparato in breve che da sé non riempie se il film non ha una sostanza sua propria. E si va innanzi senza più gusto per i noti e sfruttati cammini delle vecchie storie. Michel Simon esaurisce nei primi momenti il suo personaggio, Pierre Aumont non ne caratterizza mai u^o, e Meg Lemonnier è una innamorata che non dà affidamento. ** BEL AMI. L'IDOLO DELLE DONNE (Bel Ami) Germania Prod . : Deutsche Forst-Film Produ/(tions G.m .b.H -Manderfilm Regìa: Willy Forst Soggetto: tratto dal romanzo omonimo di Guy de Maupassant Scenegg. : Willy Forst, Axel Eggebrecht Corniti, mus.: Theo Macl{eben lnterpr : Willy Forst. Olga Tsclietchowa , Johannes Riemann . Use Werner. Wide Hildebrand. Per Bel Ami l'anno scorso fu quello della gloria e del successo in Germania. Nuovo per i tedeschi abituati alla seria e annacquata logicità della loro produzione, anche di quella media, invase quasi tutte le sale dei centri e delle periferie, provocò resse ai botteghini, si perpetuò nelle tacili note della sua canzonetta, sulla bocca e nel pensiero di tutti. Per vederlo, mi ricordo, che si dovettero acquistare i biglietti prima, mentre da settimane gli apparecchi radio e i grammofoni dei vicini di casa ripctevan / fino alla disperazione, nella tumultuosa aria berlinese il popolare ritornello. Noi stessi ce lo trovavamo in mente nei momenti più impensati, ci scoprivamo a fischiettarlo per la strada del Vest, lo sentivamo echeggiare dalla cucina sulle labbra della cameriera, dai parchi, dai caffè, dagli ospedali, dagli ospizi. Nella sala del Gloria Palasi la folla andava in visibilio. Attratto da un genere cui inconsciamente pendeva il buon berlinese dalla soffice poltrona numerata manifestava rumorosamente il suo assenso. Si divertiva. E bel ami pass<\ trionfante, varcò i confini e giunse da noi. A rivederlo oggi tra l'attenta e un po' diffidente osservazione del nostro pubblico, esso ha scoperto in pieno le sue debolezze, gli errori di mano, la pesantezza dei suoi orpelli insufficienti ad una caratterizzazione, i suoi errori di ambientazione, di tratto e di clima. Che il romanzo di Maupassant sia alterato, anzi del tutto trasformato, non sarebbe gran danno, se la storia cl)2 si vuol raccontare avesse un suo agio esatto e di stile in questo film. Il brutto si è che non sono certo i tedeschi quelli che possono darci un'atmosfera francese « fin du siècle » proprio in un film che è tutto di atmosfera. Cosi siamo di fronte a pura e semplice vernice, e vernice di composizione tanto grossa da tradire gli autori e più ancora la loro incapacita a certi temi. Willy Forst potrà essere un idolo maschile germanico, ma non è certo un « bel ami » francese, e i suoi atteggiamenti, la sua recitazione, in breve il suo « stile », non sono peraltro quelli che potrebbero venire in aiuto alla mancanza del « tipo fisico ». Peccato che tutto sia così. L'impegno che si legge ad ogni istante in tutti coloro che hanno lavorato a quest'opera avrebbe dovuto rendere di più. Ma forse è proprio questo impegno portato addirittura all'esagerazione, come nella scenografia, gonfia e prussianeggiante, come nei caratteristi troppo baffuti e troneggianti, come negli ambienti di una pesantezza sconcertante, quello che ha rovinato tutto. Non si capisce poi per quale ragione si sia tolto vòlto in italiano il testo del famoso ritornello che forse in tedesco poteva avete una attrattiva di più e che in ogni caso non risultava della stucchevolezza che gli conferisce la produ GIUSEPPE ISANT 288