Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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'La nascita di una Nazione' di D. W. Grìffith IL CINEMA ALLA TRIENNALE di buon gusto riprendere in mano l'annosa e prolissa questione degli aspetti estetici del cinema e troppo arduo il problema di ridare il fenomeno « cinema » in modo esauriente in tutti i suoi aspetti. Piuttosto, gli ordinatori hanno voluto « cercare di individuare nella storia del cinema, dalle sue origini ad oggi, i movimenti spirituali che corrispondono alle correnti storiche del nostro secolo »... Spulciamo ora dal catalogo : « In Europa il cinema, durante il primo periodo della propria storia, non ha carattere né artistico, né documentario, è semplicemente un mezzo magico per creare nelle folle favolosi incantesimi. Le possibilità tecniche del cinema sono tali da incendiare la fantasia: questo primo momento di fresco entusiasmo, che è dominato dalla figura di un grande uomo, Georges Méliès, dà veramente al cinema, quasi inconsapevolmente, opere di indiscutibile valore poetico. Entrato poi nella fase riflessiva, il cinema è riconosciuto come un nuovo modo dell'arte e subisce quindi l'influenza dei letterati e degli artisti ». Francamente qua in mezzo non mi raccapezzo. La tecnica che partorisce la fantasia creando opere di valore poetico guarda come intruse l'arte e l'influenza dei letterati e degli artisti. Si vuol forse sostenere un'azione crea COMENCINI e Lattuada sono i numi tutelari del cinema a Milano. Purché si parli di cineteche, convegni, proiezioni, il loro nome salta dentro, magari per vie indirette, per il classico rotto della cuffia. La Ditta Comencini e Lattuada ha molto credito sul mercato milanese; e la Direzione della Triennale, venuta nella determinazione di accogliere nel palazzo del Parco anche il cinema, l'ha logicamente chiamata. Ed essa s'è messa al lavoro di buona lena cercando di sfruttare il meglio possibile i pochi metri quadrati disponibili. Così, nella Mostra, il cinema v'è misurato col contagocce: ogni goccia è una sintesi stringata, senza concessioni a riposi. È una Mostra che costringe il pubblico a pensare; è una Mostra colta, di gente che sa il fatto suo sull'argomento ma che — ahimè! — pretende che gli altri siano del medesimo livello. Eppure la gente è beata del cinematografo anche perchè, con la sua evidenza, non la costringe a pensare. L'idea prima di una Mostra del cinematografo alla Triennale di Milano non è, a dir la verità, né della direzione della Triennale, né di Comencini, né di Lattuada, bensì di Mario Ferrari, un giovanotto, morto nel 1938, il quale fu anche l'organizzatore del primo nucleo della cineteca milanese che conta veramente dei bei pezzi. Comencini e Lattuada l'hanno attuata secondo le loro idee; e poiché sono intelligenti e il cinematografo lo conoscono molto bene, hanno dato alla Mostra un contenuto decisamente polemico. Certo, non era questa la sede per una Mostra di carattere tecnico, né sarebbe stato Ben Turpin in 'Romeo e Giulietta' 324