Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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tiva autonoma della tecnica? Lo farebbe pensare anche quest'altra frase: «'attraverso ìa scenografia il cinema ritrova piano piano i suoi valori puri »... (Infatti, la Mostra ospita una documentazione dell'opera di Lazare Meerson e della sua influenza su René Clair, il cinema francese e il cinema europeo). Cacciati a forza, i problemi estetici del cinema si riaffacciano e rientrano di prepotenza. Finirei per dire che questa Mostra, sotto la maschera storica celebra tutta una teoria estetica del cinematografo. Però, le cose sono fatte in maniera molto sottile e non c'è da discutere — preso ogni fatto a sé — sui rapporti fra vita e cinema in America, sull'importanza di Méliès in Francia, sui riflessi letterari in senso dannunziano e popolaresco e sull'ispirazione storica del vecchio cinema italiano, sulla ripartizione in periodi storici della cinematografia tedesca, sulla documentazione scenografica o sulle tavole sinottiche di storia del cinema che mettono in rilievo le reciproche influenze dei registi e delle scuole più importanti. Nessuno potrà negare l'intelligenza di certi confronti — fatti per il cinema tedesco — fra film o serie di film e la pittura : il gabinetto del dottor caligari vien confrontato con la pittura espressionistica, golem con Poelzig, l'ultimo uomo con Kokoschka, Pabst con Otto Dix, Ucicky con Dùrer, ecc. * * * Completano la Mostra otto « grandi » registi. Su alcuni nomi tutti sono d'accordo, alcuni sono là per comodità polemica, altri vi sono entrati per speciale concessione degli ordinatori i quali non hanno voluto dimenticare certe contingenze. TI pubblico se li veda da sé e giudichi come sa e come può. Alcuni potranno dire che otto sono troppi (e, infatti, in questi casi è sempre di buona regola fissarsi su pochissimi : non si pestano i piedi di nessuno); altri che sono pochi (si tratta degli emissari dei registi italiani). * * * Iniziativa di Comencini e Lattuada è stata quella di completare la Mostra iconografica con una Mostra di film in una serie di spettacoli che le hanno dato un aspetto di raffinato Festival retrospettivo. Enorme l'interesse del pubblico: il Teatro della Triennale è stato ad ogni spettacolo esaurito. Bisogna riconoscere ottima la scelta dei film proiettati. Per questa scelta si è attuata una cordiale collaborazione fra alcune cineteche europee in modo che è stato possibile vedere o rivedere molte delle opere più prelibate del cinematografo. Ringraziamo, dunque, anche noi il Centro Sperimentale di Cinematografia, la Cineteca « Mario Ferrari » di Milano, il Reichsfilmarchiv, la Cinémathèque Francaise. Forse si sarebbe potuto fare a meno di proiettare Giovanna d'arco di Ucicky; forse al posto di entr'acte si sarebe potuto proiettare, di René Clair, les deux timides, film animato da una fantasia spiritosissima regolata da una più accessibile forma cinematografica; e forse si sareb 'II fiacre N. 13' di Alberto Capozzi 'Contessa Sara' con Francesca Bertini 'M' di Fritz Lang 325