Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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bero potute desiderare altre opere... Ma contentiamoci. Una settimana — tanto è stato destinato a questo Festival — è breve e francamente non si poteva fare di più. Auguriamoci che si realizzi un giorno una Mostra retrospettiva di film che hanno segnato tappe storiche o, comunque, significative del cinema del mondo. Comencini e Lattuada ci hanno, ad ogni modo, offerto dei pezzi veramente prelibati come primo amore di Fejos, il vampiro di Dreyer, l'affare è nel sacco di P. e Jacques Prévert, la chienne di Renoir o il brevissimo cenerentola, della Pathé, che appartiene agli inizi del cinema. Grande piacere ci ha fatto di rivedere la grande illusione di Renoir. tabù di Murnau, l'angelo azzurro di Sternberg, il milione di Clair, ragazze in uniforme della Sagan. Assai importante, per chi voglia farsi una idea dello sviluppo del cinema muto italiano, è l'antologia vent'anni d'arte muta del conte Franco Magrotti Biancinelli (con la collaborazione di Emilio Scarpa). Questa antologia che fu già presentata a Venezia, s'apre con brani della presa di roma — il primo lavoro a soggetto realizzato in Italia, opera di Alberini e Santoni — e si chiude con kiff tebbi di Camerini (1928). Suo difetto è che tende a vedere solo determinati aspetti del cinema italiano, soprattutto l'influenza dannunziana e dei dannunziani (pezzo raro quello di cenere in cui la recitazione della Duse ha l'andamento e il gusto dei periodi di D'Annunzio). Dimentica, cioè, la corrente naturalistica e veristica a sfondo sociale che rimane nelle cineteche con un magnifico esempio quale è sperduti nel buio di Martoglio. La lacuna è stata colmata appunto proiettando, l'ultima sera della Mostra, questo film. Molti documentari ;ma pioggia di Ivens non fa più, a qualche anno di distanza, la impressione che fece la prima volta. Questi documentari non sono stati scelti, però, fra i più interessanti o importanti. Si è proiettato ciò che più facilmente si è avuto sottomano. Invitiamo perciò Comencini e Lattuada, o altri che ne abbiano voglia e possibilità, a organizzare un'Esposizione retrospettiva del cinema mondiale in cui una o più serate potrebbero essere dedicate al raffronto delle diverse scuole di documentaristi. Non potrebbe essere questo il lato originale e interessante della prossima Vili Mostra di Venezia? * * * Due consigli : Non vadano a questa Mostra gli industriali. Non solo non vi troverebbero gli aspetti industriali del cinematografo ma rischierebbero di spaventarsi perchè ne risulta comunque che il cinema è una cosa molto seria. Non vadano a questa Mostra neppure coloro che vogliono ammirare radianti visi di divi o di dive. C'è un firmamento senza stelle. Il divismo v'è scrutato con fiero sospetto. DOMENICO MECCOLI LA CACCIA NELL'ATRIO d'un cinema di Roma si può assistere in questi giorni ad un giochetto divertente ch'era stato sinora il monopolio di qualche diffuso settimanale: « La caccia agli errori ». Ne sono oggetto le « plancie » del nuovo film centomila dollari, sulle quali è riprodotto il facsimile dell'assegno che per tale somma Amedeo Nazzari firma e consegna ad Assia Noris. Fra coloro che guardano le belle fotografie c'è sempre qualcuno che « scopre » un errore, un vicino ne « scopre » un secondo, e cosi via; e più d'uno si prende la briga di fare le debite correzioni sulla plancia. Ma, da quanto ho potuto rilevare, nessuno s'è ancora accorto che gli errori sono molto più numerosi di quanti ne trova la maggioranza. Io per es. ne trovai 14 e magari 15 o 16. Voghamo elencarli? Gli assegni sono — come tutti sanno — di differenti categorie : vi sono quelli per viaggiatori che vengono rilasciati dalle banche e quelli personali che ogni privato firma, staccandoli dal proprio libretto, come appunto fa Nazzari. Il suo assegno di 100.000 dollari appartiene pertanto a tale seconda categoria e perciò : i°) Non deve portare un numero, perchè gli assegni americani non sono bollati e numerati, come i nostri; ma i libretti sono messi a disposizione di tutti nelle sale di scrittura degli alberghi, e così via. 20) Non può essere un « assegno per viaggiatori ». 30) Non può quindi portare due firme, ed infatti Nazzari lo firma da solo. 40) In ogni modo l'« assegno per viaggiatori » si chiama — anche in Italia — « travellers' check » e mai u travel check ». 5«) Check si scrive con l'k. 6°) In inglese termina con eh e non con que. 7°) Il segno dei dollari è formato da un S attra versato da due linee verticali parallele: $, e non da una chiave di violino, come appare sulla plancia. 8°) Sulla matrice del libretto appare la parola doìlar al principio della riga cosa che in America non si vede mai. 9°) Sull'assegno è scritto dollr, senza Va. io°) Qualunque assegno incomincia con la frase « Pay to » « Pagate a... », e non può incomin ciare con il nome della persona alla quale esso ha da venir pagato. u°) La parola Sir è un titolo nobiliare o cavalleresco che non esiste negli Stati Uniti, se non in espressioni come « Sissignore ». Quindi sull'assegno dovrebbe figurare « Mister » e mai « Sir » 12°) Mille si scrive « thousand », con ì'h. 130) « Thousand » si pronuncia « thau », ma si scrive « thou ». 14°) Cento si scrive « hundred » e non « hundud ». Il 15° — eventuale — sarebbe quello che il numero della matrice non corrisponde a quello dell'assegno... dico « eventuale », perchè si potrebbe rispondere che i due primi assegni erano stati staccati prima, benché ciò non appaia dal disegno. (Il 16° — a volere essere pignoli — sarebbe che nessun libretto d'assegni incomincia con un numero con lo zero, ma sempre con l'uno). Non escludo poi che taluno, più perspicace di me, possa ancora completare l'elenco. Non vi pare che sia davvero eccessivo offrire agli spettatori, oltre al film, anche il gratuito divertimento d'una sì fruttuosa « caccia agli errori »? Non sarebbe desiderabile e consigliabile in tali piccole cose, come in non poche altre, una maggior accuratezza da parte delle -case produttrici e dei loro Uffici propaganda? Quanto ci sarebbe da scrivere sull'argomento! IL PIGNOLO DI TURNO 326 ;