Cinema (Rome) (Oct 1939 - Jun 1940)

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POSTILLA AL CONCORSO SCADUTO, in data 31 dicembre, il termine per la presentazione dei lavori, il Concorso per un soggetto (completamente sceneggiato e dialogato) indetto dal Ministero della Cultura Popolare si è concluso il 27 aprile: il risultato è a tutti largamente noto. 866 sono stati i concorrenti, 25 quelli giudicati « eccellenti ». Tra questi ultimi, 5 sono stati premiati e 20, divisi in due gruppi, segnalati. Tuttavia lo scopo principale del Concorso, ch'era quello di offrire al cinema italiano un film, o, per meglio dire, la base per un film, non sembra sia stato raggiunto. In altre parole: v'era un premio di centomila lire in palio, e il motivo del bando era di scoprire, attraverso una cosi avventurosa selezione, uno scenario pressoché perfetto, o comunque spiccatamente dotato e rifinito, tale « da poter essere avviato senz'altro alla realizzazione ». La Commissione afferma che codesto scenario realizzabile senz'altro non s'è potuto trovare: e l'affermazione porta con sé una conseguenza: i premi figurano dunque come una consolazione e un riconoscimento di buona volontà; sotto la luce d'una benevola astrazione, non toccano sul concreto. Gli autori dei cinque scenari vincitori non debbono quindi sentirsi troppo lusingati, e tanto meno gli autori dei venti scenari segnalati: si direbbe ch'essi abbiano lavorato un poco alla cieca, senza rendersi stretto conto delle esigenze del cinema pratico, della realizzazione in teatro di posa. Questa è almeno l'impressione che il comunicato finale suggerisce. Oppure la Commissione non ha avuto cuore di pigliarsi una responsabilità tanto grossa. Oppure tutti o quasi tutti i soggetti scelti potevano esser degni di traduzione sulla pellicola, ma, non potendoli premiar tutti, s'è ricorso a una formula di compromesso. La prima delle tre supposizioni affacciate non è più rosea delle altre due. Mortificante attestato di scarsa capacità, offerto a un gruppo di persone tra le quali spiccano non indegni nomi della letteratura, del giornalismo e anche del cinematografo. La seconda e la terza supposizione possono anche venir ritorte nel senso di una critica alla composizione della Commissione, formata in modo certo non esemplare. Scrittori che non hanno mai avuta dimestichezza di sorta col cinematografo, tant'è vero che probabilmente non sanno leggere ti cinematograficamente » e quindi si vedono costretti a giudicare secondo il metro dell'arte loro, e a non poter distinguere i pregi schiettamente cinematografici (di stile) dell'opera in esame. Un solo uomo del cinema attivo. Altri membri, di preparazione anche più eterogenea. Tutto questo potrebbe portarci a una conclusione, di carattere affatto estetico, piuttosto grave, e, per vero dire, strana e inammissibile : la Commissione sarebbe stata in grado di giudicare soltanto parzialmente, ovvero essa avrebbe avuta la possibilità di prendere in esame il contenuto, ma non la forma; l'idea, ma non il modo di esprimerla; la « trama », ma non gli accorgimenti esclusivamente cinematografici (che sono, volere o no, elemento di stile) adoprati dagli autori nel raccontarla. Insomma, se fosse così, se deliberando sopra un genere artistico non si è tenuto conto sufficiente del fatto » stile » (dato da molteplici motivi formali che, a nostro parere, e tirate pure le debite proporzioni, hanno tanto peso quanto la parola in letteratura), non ne risulterebbe una trascurabile conseguenza. Ciò non tocca naturalmente il valore delle persone scelte a decidere, tutte egregie nei loro campi specifici : vale come rilievo del tutto particolare, di metodo, di necessità peculiari del mezzo cinematografo, e infine anche di scelta; scelta dei giudici, non perfettamente esatta e « funzionale », come s'è già detto. Ci è stato poi riferito che non tutti i copioni segnalati sono stati letti da tutti i giudici: a causa, probabilmente, di una cattiva o errata distribuzione, di uno spoglio disordinato : fatto questo che ci meraviglia grandemente, poiché tutti conoscono la celerità e l'efficace funzionamento, in tutte le occasioni, del giovane Dicastero. Dispiace che un'iniziativa così importante, e che noi avevamo annoverata tra le migliori possibilità, dentro l'anno, offerte a un cinema « d'arte » di conquistare nuove posizioni, dispiace ch'essa non abbia potuto avere il peso sperato. Difatti, premiando cinque opere inadatte alla realizzazione e segnalandone senza distinzione speciale (ammucchiate come i premi turistici della Lotteria di Tripoli!) altre venti pure irrealizzabili (questo, comunque, ha avuto lo scarso tatto di confessare la Commissione), s'è venuto implicitamente a dire che in tutta Italia non s'è trovato un solo autore capace di esprimere una propria visione cinematografica assolutamente matura, mentre si pensa che ve ne debbono essere, almeno a giudicare da certi fermenti. Così i produttori, leggendo parole come quelle, e scorrendo distrattamente l'elenco dei titoli segnalati, dal quale appariva evidente la scarsa fiducia ad essi attribuita dalla Commissione medesima, i produttori sono stati incoraggiati a persistere nella loro diffidente sfiducia verso i « nuovi », verso gli « intellettuali ». Ecco un errore di tattica! Bisognava forse o proporli con maggior coraggio e confidenza, o addirittura negarli tutti, magari offrendo una prova d'appello. Per esempio : assegnando ai venticinque segnalati — che potevano anche essere venti -o trenta, quindici o trentacinque — venticinque collaboratori scelti nel campo pratico del cinematografo. Un mese di tempo, un piccolo risarcimento a tutti gli autori e ai nuovi collaboratori, e forse sarebbero state cancellate da ogni copione le eventuali mende, derivate da una scarsa conoscenza delle leggi della sceneggiatura per il film; e forse si poteva allora ottenere « quel » film perfetto, e ventiquattro scenari filati per ventiquattro film che avrebbero rinsanguato, portando ognuno nuovi spunti e nuova linfa, la produzione nostrana. Proposta, questa, evidentemente troppo complicata. Ma vorremmo suggerire, per il prossimo Concorso, una formula o a inviti o per titoli (o l'una e l'altra cosa: per esempio, cinquanta inviti e cinquanta altri posti ottenibili per domanda), sì che si possano avere in esame soltanto un numero ridotto di sceneggiature complete, tutte, evidentemente, di carattere non anonimo. Accanto a questo concorso selezionato in partenza, un minore concorso, libero a tutti, per un soggetto scritto in poche cartelle; così anche le idee degli ignoti potrebbero venire alla luce. Mentre è chiaro che con un simile regolamento tutti i concorrenti nutrirebbero la sicurezza di essere tutti letti, e dall'intera Commissione. Niente paura, si vorrebbe dire come dulcis in fundo : tutti sanno che le esperienze servono, per l'appunto, al miglioramento degli uomini, e anche, come nel nostro caso, dei Concorsi. Francamente s'è detto che quest'anno non ci pare silt andata troppo bene; ma altrettanto francamente abbiamo ragione di sperare in una migliore edizione per l'anno prossimo. Solo chiediamo dei film, e non dei titoli. NOMENTAJSTO BORGHI