Il teatro muto (1919)

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— 33 — maestri. Ennio, Nevio, Accio, Pacuvio, Plauto, Terenzio, erano i padroni della scena. Ma nella Roma di Orazio e di Augusto con- venivano allora, come ora, avventurieri di ogni sorta, e fra essi, un giorno dalla Cilicia un certo Pilade, e da Alessandria l'istrione Bathillo. A questi due si deve una piccola rivoluzioncella nell'arte teatrale, che ha qualche raffronto colla moderna fortuna del teatro cinematografico. Essi portarono in Roma la moda della pantomima, spettacolo non ancor noto al popolo dell'Urbe. Una voce invisibile raccontava o cantava la favola, la musica accompagnava, e il mimo, sulla scena, coperto il volto di una maschera graziosa e vestito di ricche vesti, con ritmo cadenzato, mimava il racconto e le avventure dell'eroe. L'azione era divisa in atti che lasciavano il tempo all'attore di mutar vesti ed all'orchestra di in- trattenere l'uditorio con un intermezzo. Pilade e Bathillo scrivevano essi stessi i loro scenari, generalmente tratti dagli antichi miti greci celebrati dalla tragedia e prediligevano natural- mente gli episodi più sensuali e catastrofici, tal GaRIAZZO, // Teatro muto. 3