Il teatro muto (1919)

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— 301 — Non mai la danza poteva essere uguale a se stessa, perchè era la risonanza muscolare di una melodia, mutevole sempre, come l'incresparsi di acqua corrente. Tutte le sensazioni che il mondo pieno di luci, di suoni, di colori, di movimenti, risvegliava nello stupefatto animo dell'antico artista, determina- vano un'attitudine in tutta la sua persona in ac- cordo colla sua emozione. Questa era ed è la vera danza ; non certo, il saltare con passi uguali su un ritmo ripetuto. La danza deve esprimere con gesti e con atti- tudini di bellezza un profondo sentimento musi- cale quando esso sia suscitato nella nostra sensi- bilità da un'emozione esteriore. Il periodo puro dell'arte del danzare durò nella primavera del mondo forse fino all'avvento del Cristianesimo, quando la triste religione del dolore e della sofferenza condannò la bellezza e la gioia fìsica. Il Medioevo barbaro ringiovanì colla forza del suo sangue nuovo la pianticella di ogni arte, e pure nella danza appare la dolorante rigidità Bi-