La Cinématographie Française (1938)

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188 ♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦+ ♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦ Siamo attualmente in aspettativa di ciô che décidera New York che compie ques’anno il suo primo esperimento. Il denaro sarebbe non meno brillantemente, ma più utilmente, investito per attiîare al Cinéma le nuove invenzioni : il colore, oggi, la televisione, domani, che sono certamente 1 nostri nuovi mezzi di espressione e di diffusione. So benissimo che i nostri grandi audaci: Lumière, Pathé, Gaumont si sono allontanati dalla battagha industriale. Ma non ve ne sono altri? I nostri laboratori sperimentali si limitano, disgraziatamente, ad arrivare ai primi brevetti. Poi li lasciano partire per l’estero, da dove ci tornano al punto industriale, con il conto da pagare sotto forma di royalties. Quanto ci è costato, quanto ci Costa ancora limpiego del materiale sonoro estero? Esso appesantisce, senza contropartita francese, hn’anche le nostre esportaziom ! II colore è di un impiego magnifico. Guardate Biancaneve, guardate i nuovi prodotti americani di quest’anno. Occorre metterlo al più presto tra le mani degli artisti francesi, pittori e illustratori. Mi citano un hlm in bianco e nero che è costato, da noi, l’anno scorso, diciotto milioni. Con i colon, questa follia avrebbe trovato il suo rendimento. ECCESSO DI CONCORRENZA PERICOLOSO Sempre assai discutibih sono i metodi apphcati nella distribuzione. Vi sono dei noleggiatori concorrenti che fanno vere maratone, piazzando i loro hlm presso il più gran numéro di chenti ed a prezzi sostenuti. Altri fanno grand colpi d’esclusività e liquidano poi presto presto a basso prezzo la distribuzione generale. Hanno essi ragione o torto di giocare sugli outsiders? La lotta è libéra. Tutte le prese sono buone. Ne risulta cosî un tremendo disordine nei prezzi di noleggio, nel iavoro di distribuzione ed inhne nel rendimento di certi hlm. Poi i distributori si lamentano. Accusano i direttori di saie di organizzare male i loro affari, di dare loro delle cattive date, di ridurre le programmazioni, di non mantenere le tariffe dei posti. Di chi la colpa? I noleggiatori hanno torto di accusare i direttori di sale di un disordine arrecato da essi stessi. Non sono forse padroni dei prezzi che essi consentono? Non regolano forse essi stessi la ripartizione nelle città e le date di programmazione dei loro hlm? La lotta delle prime visioni a prezzi di posti elevati contro le seguenti distribuzicni a prezzi inferiori, è diretta dallo stesso distributore. Dobbiamo sperare che in quel giuoco commerciale üieno di hnezze che si chiama distribuzione di hlm, alcune regole nusciranno ad affermarsi. La libéra concorrenza è utile. Ma essa ha pure i suoi eccessi pericolosi. Al dilà di una certa dose di ferocità, la lotta sfreneta pone gli atleti fuori combattimento ! TROPPE SALE NELLO STESSO LUOGO Sotto la pressione degli avvemmenti, crisi finanziaria, crisi sociale, i direttori di cinematografi non hanno osato aumentare i prezzi dei loro posti. Per conservare i loro spettatori contro l’appello pubblicitario dei cinéma che programmano i medesimi hlm dopo di essi, ad un prezzo minore ma con lo stesso conforto, moite sale hanno nuovamente abbassato i prezzi, dal mese d’aprile. In gran parte ciô è dovuto all accumularsi delle nuove sale. Si puô osservare, in Francia, in Inghilterra ed altrove, che tutte le nuove sale si aprono negli stessi posti, mentre non si prospettano le piccole città mal sfruttate. In numerose città si sono aperti nuovi teatri. A Parigi, in questo stesso momento, vi sono in costruzione una ventina di grandi sale. Le nuove poltrone, vuote, daranno luogo ad una crisi di più. In Svezia, quando si taglia un albero, la leggeobbliga a piantarne un altro. Occorrerà istituire nel Cinéma il principio che quando si pianta una nuova poltrona si deve sopprimerne una vecchia altrove ! Raramente è stata notata una si profonda attività al principio délia stagione estiva. 1 teatri sono pieni, i film si seguono con ritmo accelerato e sono annuneiati in mucchio un centinaio di soggetti. E’, d altronde, uno dei principi délia Reichsfilmkammer che trasforma in autorimesse le sale che non dànno entrate sufhcienti. Ciô che si fa nella Grande Germania, oseremo farlo nella nostra democrazia? Occorre pertanto un rimedio a ciô, corne pure al ribasso del prezzo dei posti. E’ probabilmente questo il problema più grave del Cinéma francese. Esso comanda tutta 1 economia del mestiere, poichè da esso dipende il récupero delle spese di tutti i hlm. CHIEDIAMO LA LIBERTA Vi è inhne un altro problema al quale, d altronde, non sfugge oggi nessun paese al mondo : si tratta délia censura di Stato sui hlm. Per la morahtà dei soggetti, la libertà rimane grande. E’ dunque alla saggezza dei produttori, alla critica dei giornahsti, ail interesse del pubbhco cristiano per le opéré di corretta mentalità, che si deve attnbuire l’accentuazione morale délia maggior parte dei hlm francesi. Si puô contare su questo sforzo che sarà continuato senza noucere, in nessun modo, al valore artistico délia nostra produzione. Invece la censura politica è esercitata pesantemente, sopratutto sulle attualità cinematografiche. L’ultimo esempio è dato dal divieto di proiezione di una attualità girata durante un duello. Mentre la stampa quotidiana abbondantemente pubblicato le fotograhe, sensazionali ma comiche, di ques’incidente, i servizi ufhciali hanno proibito alla stampa cinematografica di mostrare questo documento divertente. Il governo non si preccupa ancora di aiutare la propaganda nazionale a mezzo del hlm. Esso agisce negativamente, con le forbici e il devieto. Occorrerà egualmente cambiare anche qui qualche cosa. P.A. Harlé. Occorre dir subito che la produzione non si è mai rallentata dal principio dell’anno. Une trentina di film assai importanti sono stati realizzati e attendono ora di essere presentati. Si contano tra di essi opéré cerne GRANDE DIVERSITA MOLTI PROGETTI PER IL 1938-1939